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Intervista a Francesco Pellegrino, “esportatore di musica del Sud”

Senza curiosità non ci può essere passione, e nel nostro caso la passione è musica, è cultura.
Da un semplice rimbalzo di link sul popolare social network facebook siamo arrivati ad intervistare Francesco Pellegrino, tenore interprete della musica tradizionale napoletana.

D. Francesco, raccontaci un pò di te.
R. Ho la passione per la musica tradizionale e classica napoletana da sempre, dall’età di dieci anni; ho conseguito il diploma di Canto col massimo dei voti al Conservatorio di Musica di Benevento.
La svolta è arrivata vincendo il Concorso Internazionale Arturo Toscanini dove ho catturato l’attenzione del famoso tenore Carlo Bergonzi che mi ha invitato a continuare gli studi con lui nella sua Accademia di Canto Verdiano in Busseto-Parma, e presso l’Accademia Chigiana di Siena.
Poi ho lavorato nel coro del Teatro Scala di Milano con mostri sacri come Riccardo Muti, Roberto Gabbiani, Valerie Gergiev, Lorin Maazel, Wolfgang Sawallisch, Vladimir Rostropovich, Kent Nagano, Georges Prêtre e Giuseppe Sinopoli. Come solista in opera ho interpretato i ruoli di Cavaradossi (Tosca), Pinkerton (Butterfly), Il Duca (Rigoletto)) e Alfredo (Traviata) in tutta Europa e negli Stati Uniti.
Attualmente vivo a Toronto, in Canada, dove insegno presso l’Università di Toronto dipartimento Studi della voce.
D.Come ti sei avvicinato al mondo della musica tradizionale?
E.Sono cresciuto suonando la tamorra alle varie feste della mia città, quindi ho assorbito naturalmente e sul campo questo immenso patrimonio.

D.Di quali zone del sud italia suoni le musiche?
R.Ovviamente la mia regione, la Campania, di cui è prevalentemente ricco il nostro repertorio ma vivendo in nord america abbiamo preferito allargare anche alla musica della Puglia e della Basilicata proprio per portare questa cultura ai tantissimi emigranti di queste regioni.

D.Che strumenti suoni solitamente nel gruppo?
R.Oltre al canto, ovviamente, suono la chitarra Battente e le castagnette.

D.Come nasce l’idea di esportare questa musica all’estero?
R.L’idea nasce dal semplice fatto di continuare a fare anche qui in Canada, dove vivo da circa 10 anni, quello che ho sempre fatto, cioè cantare questa musica. Farla qui in nord america ha un sapore del tutto particolare perchè vedere piangere di gioia il nostro pubblico è qualcosa di inspiegabile.
Canto la musica napoletana da tutta una vita e in giro per il mondo ma il progetto del Vesuvius Ensemble è più puntato alla diffusione di questo genere popolare e il nostro intento è di portarla alla gente che non la conosce affatto e ai tanti emigranti che affollano questa parte del mondo.
Questo è quello che ci proponiamo nei nostri progetti che sono sono tanti.

D.Cosa avete in mente per il futuro?
R.In cantiere abbiamo altre tarantelle, le Villanelle, le Tammurriate o Canti sul tamburo, le cantate napoletane dell’epoca barocca, la messa in musica di alcune fiabe del Pentamerone del Basile, La cantata dei pastori etc etc.

D.Siete in formazione fissa? Chi sono le persone con cui suoni?
R.La formazione di base è un trio, di volta in volta con ospiti; nel Vesuvius Ensemble invece oltre a me ci sono Lucas Harris (Tiorba, Chit.Barocca, Calascione, Chit Rinascimentale) e Marco Cera (Chit. Barocca, Chit Battente, Ciaramella).

D.Ci sono enti coinvolti?
R.Si, il Columbus Centre e l’istituto Italiano di Cultura.

D.E l’università dove insegna svolge qualche ruolo?
R.No.

D.Come risponde il pubblico? Da chi è composto solitamente? Ci sono discendenti di italiani o anziani italiani immigrati molto tempo fa che vi hanno ascoltato?
R.Il pubblico non è prevalentemente italiano essendo Toronto la città più multietnica al mondo.
Vivono in questa citta` ben 86 differenti etnie ed il nostro pubblico abbraccia un pò tutti. Il pubblico italiano non e` solo di anziani ma anche di tanti giovani di II o III gererazione. Certo, gli italiani sono quelli che si commuovono di più, perchè alla fine di ogni concerto ho solitamente un incontro con loro e le storie che raccontano sono tante e tutte molto emozionanti; c’è chi mi dice di aver ascoltato questi canti dai propri genitori, chi si ricorda che i nonni cantavano questi canti, chi si ricorda delle feste ai santuari e posso garantirti che le lacrime sono tante e di gioia.

D.Dove suonate solitamente?
R.Dappertutto, anche se prossimamente avremo un posto tutto nostro, “una nostra casa”.

D.Come mai avete ripreso proprio la tradizione di una delle tarantelle che si suonano sul Gargano?
Lo scopo primario è portarla ai tanti pugliesi emigrati.

D.Cosa ci dici di Andrea Sacco?
R.Ho conosciuto Andrea Sacco molti anni fa quando da giovane giravo parecchio per le Puglie.

D.Conosci il testo e la musica originali della tradizione orale oltre a quelli che voi avete riproposto in maniera “barocca” (con gli strumenti usati secoli fa)?
R.Se ti riferisci alla Tarantella del Gargano si, conosco quella versione che si ritiene sia l’originale.
Sai, e` difficile venire a capo di musiche originali in questo genere, è la tradizione orale a fare da padrone. Noi cerchiamo di attenerci sempre alla purezza delle cose che mettiamo in atto proprio in rispetto alla tradizione…non contaminiamo, questo lo lasciamo fare ad altri.

D.Conosci il Carpino Folk Festival ed i Cantori di Carpino?
R.Si.

D.Hai mai ascoltato una registrazione originale di un informatore garganico?
R.Si, posseggo parecchio materiale, anche da me registrato direttamente sul campo negli anni ’80.

D.Ti interesserebbe eventualmente una collaborazione con l’Associazione culturale Carpino Folk Festival che coinvolgesse anche l’Università di Toronto?
R.Possiamo parlarne.

Discografia:
Puccini Magnificat (2003)
Serenata napulitana (2004)
Devozione (2009)

Intervista a cura di Domenico Sergio Antonacci
Associazione Culturale Carpino Folk Festival

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