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La delicatezza di San Leonardo in Lama Volara (“di Siponto”)

di Domenico Sergio Antonacci Si fa notare sulla statale Manfredonia-Foggia (più delle prostitute..che non mancano mai) l’abbazia di San Leonardo in Lama Volara; risale al XII sec ed è uno degli esempi eccellenti di stile romanico in Puglia (a occhio, tra l’altro, mi pare che la pietra qui utilizzata sia più dura del solito e forse ciò ha permesso di scolpire meglio i dettagli delle figure). Ebbe numerosi possedimenti sparsi per il Gargano nel suo periodo più florido (sec XIII) tanto che la si trova citata spesso nelle prime documentazioni storiche di molti paesi. Fu ospedale fino al 1809, quando inizia il declino definitivo, probabilmente punto di riferimento importante anche per i pellegrini che salivano a San Michele. Questa abbazia, rappresenta un unicum, sotto diversi punti di vista. Gestito dall’ordine dei cavalieri teutonici, presenta ancora dipinti i loro simboli, croce nera su sfondo bianco. Inoltre, ha due fori gnomonici, che disegnano, il primo, nel solstizio d’estate (21 giugno), margherita con 11 petali. L’altro, nel equinozio d’autunno (21 settembre), una mandorla. entrambi, mandorla e margherita da 11 petali hanno significato simbolico. È bellissima, andate a visitarla nei prossimi mesi, quando finiranno i lavori di restauro.  

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Residenza letteraria sul Gargano, candidati!

“8 corde tese”: per gli scrittori è il momento giusto di tirare la corda Teatro dei Limoni e casa editrice Nowhere Books presentano “8 corde tese”, un progetto editoriale basato su un esperimento di residenza letteraria riservato a otto autori, o aspiranti tali, che saranno selezionati per la creazione e la pubblicazione di un romanzo omonimo. Per accedere alla selezione degli otto partecipanti, il candidato dovrà inviare, entro il 29 luglio, tramite posta tradizionale, quanto richiesto sul sito ufficiale del progetto http://www.nowherebooks.com/, che contiene tutte le informazioni utili per gli interessati. La candidatura è aperta a tutto il territorio nazionale. È richiesta la maggiore età e, per le peculiari caratteristiche dell’esperienza, una buona condizione fisica. La località isolata nella quale gli otto partecipanti selezionati vivranno la loro esperienza è “Il Sentiero dell’anima”, un suggestivo parco naturale a pochi chilometri da San Marco in Lamis (FG), sul Gargano. Gli autori selezionati verranno calati dentro la storia che dovranno scrivere e, nei panni dei loro personaggi, racconteranno in tempo reale le dinamiche e le situazioni che vivranno. Tramite un meccanismo di meta-narrazione si cercherà di confondere i confini tra realtà e finzione per consentire un livello d’immedesimazione più profondo nei confronti del proprio personaggio e del contesto in cui si troverà a vivere. Il periodo di residenza è fissato dal 7 all’11 settembre 2016. Per candidarsi è prevista una quota di adesione di €20,00. Partner del progetto Laboratori Urbani Artefacendo. Leggi i dettagli

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Continua la pulizia (volontaria) delle calette di ‪‎Calarossa‬

Una delle spiagge sconosciute del Gargano, Calarossa, tra Torre Mileto e Capojale, deve il suo nome al colore rossastro di alcuni suoi affioramenti di roccia (i primi studi geologici sul Gargano parlano addirittura di pregevolissimi marmi rossi presso la Torre di Calarossa, 1840, L. Pilla su incarico del Ministero degli Affari Interni). Poco conosciuta, non sempre “tranquillamente accessibile” a causa di un personaggio del luogo, ma quando ci si arriva ci si sente privilegiati, spesso da soli, a godere di un luogo bellissimo all’ombra del rudere (purtroppo) della torre costiera di Calarossa. Ogni anno le correnti marine trascinano su questa e su spiagge adiacenti numerosi rifiuti che a Calarossa vengono rimossi da alcuni volontari. Un bel lavoro… se solo ognuno di noi dedicasse un giorno al mese alla collettività come questi ragazzi… Foto da Facebook – Calarossa

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Monte Sant’Angelo – Una vergogna contro il senso esterico della città UNESCO

di Giuseppe Piemontese Ormai la città di Monte Sant’Angelo è alla mercé del cattivo gusto e della “barbarie”, se si permette di installare, proprio di fronte al Santuario di San Michele, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, ben tre bacheche “funebri”, che deturpano in maniera degradante l’intero contesto storico-culturale della Cittadella Micaelica. Bacheche che sembrano uscite da un ambiente cimiteriale, orrende sia nell’aspetto che nella decorazione. Un obbrobrio che solo la mancanza di gusto e di senso estetico può permettere di istallare, lungo la scalinata che porta al complesso monumentale della Tomba di Rotari, della Chiesa di San Pietro e di Santa Maria Maggiore, queste orrende strutture metalliche, che sembrano uscite dall’Inferno dantesco. Una condanna non solo per i proprietari, ma soprattutto per chi ha concesso il permesso di installarle, contravvenendo a qualsiasi regolamento che tuteli la bellezza della città e del Sito Unesco. Una condanna senza appello per il progettista, ma soprattutto per il proprietario, che ha alterato, in maniera irreversibile, il contesto storico-culturale della Cittadella Micaelica.  Questo è un segno di totale mancanza di senso estetico e di salvaguardia delle nostre bellezze culturali, e che trova una totale condanna da parte di tutta la popolazione locale, contro chi altera e tradisce lo spirito di un Sito Unesco, quale è quello del Santuario micaelico. Purtroppo da diverso tempo proponiamo l’adozione da parte dell’Amministrazione di una Carta della Bellezza e di un Regolamento che salvaguardi il decoro urbano della Città, di cui oggi più che mai si sente l’esigenza e la necessità, per tutelare, dai “barbari”, la nostra storia e la nostra cultura. Non è possibile lasciare tutto nelle mani degli incompetenti, che non hanno alcun senso estetico e alcuna cultura che possa tutelare e valorizzare l’anima di un luogo, la sua bellezza, la sua identità.  Oggi più che mai dobbiamo lottare contri

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Domenico Ottaviano scrive a Pecorella: cifre spropositate e professionisti nominati dal Parco mai visti sui trabucchi

Analisi lucida di Domenico Ottaviano. Stefano Pecorella contesto anch’io. Non certo il merito, ma il metodo. I trabucchi del Gargano sono diventati quel patrimonio collettivo di cultura, storia e pesca grazie a chi con grande passione e amore per questi giganti di legno li ha mantenuti in vita per secoli. Da Anni, il Parco che lei presiede a che ha presieduto Gatta in precedenza non ha alzato un solo dito a favore dei trabucchi del Gargano. Il trabucco di Rodi Garganico dato dolosamente alle fiamme merita l’attenzione che gli si deve, ma allo stesso modo lo meritano tutti quei trabucchi sopravvissuti a fatica alla vostra inettitudine. 45.000 euro sono una cifra spropositata per un trabucco che tra le altre cose non potrà mai pescare perché presenta una profondità delle acque insufficiente e che, per la sua posizione, è difficilmente fruibile. Leggendo la lettera aperta che le ha scritto Giovanni Spalatro ho appreso come il Parco abbia incaricato un professionista per fare dei rilievi. Professionista che nessuno dei trabucchi sulla costa ha mai incontrato. La ringrazio per l’encomio a Mimì, ma per la sua memoria, lui che quel trabucco l’ha costruito con suo padre, le chiedo rispetto, merito e trasparenza. Della rinascita dei trabucchi del Gargano che sarà imminente, non si farà una spilletta sulla sua giacchetta pulita, ne stia pur certo. Insomma, è evidente che ormai il Gargano è stanco, la comunità lo urla, aspettiamo la politica.

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