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VIDEO: L’antico trappeto De Simone (1834) a Cagnano Varano

di Domenico Sergio Antonacci Visita al trappeto De Simone (del 1834) con la signora Carmela De Simone che racconta i suoi ricordi di 50 anni fa all’interno del piccolo spazio un tempo utilizzato per produrre olio d’oliva. Un po’ di archeologia industriale (o proto-industriale) anche sul Gargano. Riprese e montaggio sono abbastanza amatoriali, perdonatemi e concentratevi sul contenuto 😉    

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Il demanio dà nuova vita al Faro di San Domino delle Isole Tremiti (e forse alla Torre San Felice di Vieste)

Nove fari a cui regalare nuova vita come dimore per un turismo all’insegna della natura, della cultura e dell’ambiente: nove location uniche per contribuire a rilanciare l’economia dei territori e generare lavoro grazie allo strumento dell’affitto di lungo periodo. Obiettivo del progetto è valorizzare questi suggestivi beni partendo da un’idea imprenditoriale innovativa e sostenibile, che sappia conciliare le esigenze di recupero del patrimonio, tutela ambientale e sviluppo economico. L’edificio del Gargano selezionato per il progetto è il Faro di San Domino (Isole Tremiti) seppur nel dossier del e nell’immagine di presentazione sottostante ci sia anche la Torre di San Felice (Vieste). Fonte  Parte da qui Valore Paese – Fari, l’iniziativa presentata dal Direttore dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi, alla presenza di Pier Paolo Baretta, Sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e Roberta Pinotti, Ministro della Difesa, durante l’evento presso la sede dell’Associazione della Stampa Estera a Roma, introdotto da Donatella Bianchi, madrina del progetto, giornalista Rai/LineaBlu e presidente del WWF Italia. Si trovano in Sicilia, Campania, Puglia e Toscana i primi beni dello Stato che entrano a far parte della “rete dei fari”: il Faro di Brucoli ad Augusta (SR), il Faro di Murro di Porco a Siracusa (SR), il Faro di Capo Grosso nell’Isola di Levanzo – Favignana (TP), il Faro di Punta Cavazzi ad Ustica (PA), il Faro di Capo d’Orso a Maiori (SA), il Faro di Punta Imperatore a Forio d’Ischia (NA), il Faro di San Domino alle Isole Tremiti (FG) e i due beni sull’Isola del Giglio (GR) proposti dal Ministero della Difesa, il Faro Punta del Fenaio e il Faro di Capel Rosso.   Lo strumento sarà la concessione (affitto) fino a 50 anni degli immobili a operatori che possano sviluppare un

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VIDEO: I Grifoni di Ascoli Satriano su Rai Storia

Pochi giorni fa è andata in onda la puntata sui Grifoni di Ascoli Satriano su Rai Storia. Ora, per chi l’avesse persa, la riproponiamo qui (Grazie all’utente Youtube rinuzz1 😉  ) Il Trapezophoros, prezioso sostegno di mensa in marmo dipinto del IV sec a.C. con i due animali mitologici che mangiano una cerva, dal polo museale di Ascoli Satriano all’esposizione universale EXPO 2015: un nuovo viaggio per l’heritage archeologico che fu trafugato, venduto al Paul Getty Museum e poi recuperato dal comando Carabinieri per la Tutela del patrimonio e del Ministero dei Beni culturali.

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Stasera alle 21.30 i Grifoni di Ascoli Satriano su Rai Storia

AGGIORNAMENTO LINK ALLA PUNTATA Il Trapezophoros, prezioso sostegno di mensa in marmo dipinto del IV sec a.C. con i due animali mitologici che mangiano una cerva, dal polo museale di Ascoli Satriano all’esposizione universale EXPO 2015: un nuovo viaggio per l’heritage archeologico che fu trafugato, venduto al Paul Getty Museum e poi recuperato dal comando Carabinieri per la Tutela del patrimonio e del Ministero dei Beni culturali. Stasera se ne parla alle 21.30 su Rai Storia ad Art Detective p.1 con uno speciale dedicato al Trapezophoros trafugato negli anni Settanta e tornato in Italia nel 2007, grazie all’attività dei detective del Tpc. Se qualcuno dovesse avere la possibilità di registrare la puntata darebbe l’opportunità a tutti di rivederla anche successivamente (magari diffonderla tramite questo blog) 😉 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = “//connect.facebook.net/it_IT/sdk.js#xfbml=1&version=v2.3”; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, ‘script’, ‘facebook-jssdk’)); Un famoso tombarolo in punto di morte chiede ai Carabinieri di ritrovare un eccezionale reperto da lui trafugato molti anni prima. Stasera h 21.30 #ArtDetective Il segreto di marmo Posted by Rai Storia on Lunedì 8 giugno 2015 Per saperne di più sui grifoni di Ascoli Satriano Diventa fan dei Grifoni su facebook

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In Puglia ritorna la cultura delle piante officinali con l’associazione La Mandragora

L’associazione socio-culturale “La Mandragora” nasce in Puglia nel maggio 2013 con lo scopo di promuovere e diffondere l’antica cultura delle piante. L’associazione è nata da una visione comune di tre persone differenti, ognuna con una propria individualità. L’energia dei nostri tempi, di gente che lavora per un presente ed futuro migliore, ci attraversa e ci influenza. E così anche il passato, la forte visione di alcuni uomini e donne, ci arriva ancora oggi e ci ispira. Nicola racconta: avevo appena terminato gli studi all’università, dopo una ricerca approfondita per il luogo del tirocinio preferii una piccola ma storica azienda erboristica tra i monti ernici, su Frosinone. L’incontro con Marco Sarandrea, erborista di grande esperienza, è stato decisivo nelle mie scelte di vita. Tornato a casa mi sono preso un po’ di tempo per conoscere più a fondo la nostra terra e le nostre piante autoctone. Durante le lunghe passeggiate nel bosco di Bitonto con Francesca prendeva forma la nostra visione. Francesca è l’anima femminile del nostro progetto, che viene da un vissuto differente dal mio. Il suo è più un temperamento artistico, sognatore ed intuitivo.  Poi è arrivato Adriano, che ha competenze di gestione e organizzazione. Lui era l’anello mancante probabilmente. Le nostre diversità si sono unite e così è nato tutto. E’ nato questo piccolo germoglio che stiamo curando e nutrendo con pazienza e fiducia. Uno dei principali obiettivi dell’associazione è quello di diffondere l’antica conoscenza delle piante officinali, anzitutto locali, il loro utilizzo e validità al giorno d’oggi, fornire un’alternativa di cura e prevenzione lì dove è possibile. Cerchiamo di partire dalla grande tradizione, specialmente da quella mediterranea, attingere dagli insegnamenti dei grandi maestri del passato, per poi svilupparli, adattarli ai nostri tempi. Quello su cui stiamo lavorando adesso è la realizzazione del vero e proprio centro “Mandragora”,

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