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Il sito dolmenico di Monte Sant’Angelo a rischio!

Monte Sant’Angelo – Ennesimo allarme lanciato dall’architetto Raffaele Renzulli sul pericolo di dissesto che correrebbe il dolmen più importante dal punto di vista storico e scientifico appartenente al sito dolmenico situato sulla strada provinciale che da Monte Sant’Angelo conduce a Pulsano. Il dolmen in questione, denominato dagli abitanti del luogo “il Galluccio”, (una denominazione che secondo una prima tesi interpretativa deriverebbe dalla forma del megalite, mentre secondo un’altra suggestiva tesi deriverebbe dalla funzione del megalite di preannunziare l’inizio e la fine dei lavori agricoli proprio come un gallo) appartiene ad un sito dolmenico più ampio che conta all’incirca una dozzina di megaliti tutti eretti presumibilmente in età neolitica, a testimonianza di un villaggio risalente a quel periodo preistorico in cui  viveva sul Gargano una comunità di uomini preistorici. Continua qui: http://www.ilmontenews.joomlafree.it/cultura/945-pericolo-dissesto-per-il-dolmen-galluccio.html http://www.ilmontenews.joomlafree.it/cultura/491-in-esclusiva-qla-valle-dei-dolmenq-.html

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Lucio Dalla: questa terra è unica, è un ponte per entrare nella tua anima

Lucio Dalla – manifestazione No Trivelle Termoli Questa è una delle tante sere ai piedi del Gargano, a Foggia, come mille altre volte o a Manfredonia o Mattinata, benedetta dal sole e dalla luce che ti riempie gli occhi ma non li ferisce, ma anche a Monte Sant’Angelo tra il fresco delle rocce e il respiro degli ulivi, fra case medievali della bianca dignità del tempo e della memoria rinnovata tra il gotico romanico e longobardo che vuole dire soprattutto pugliese. Pugliese dei miracoli, dei nomi e dei diavoli, del misticismo e della laica allegria del vento sempre complice e al servizio del pastore e dell’ulivo che suda il caldo dell’estate più bella, più blu di cielo e più bianca di luce che c’è. Io sono anni che vengo tra queste terre benedette e uniche, vengo perchè non so o perchè non ne posso fare a meno per quel misterioso gioco della memoria che analizza i ricordi, li trasporta nel presente, li rinnova e li cambia come fossero respiri dagli inizi secolari o che non si chiudono, non si concludono maiD e che mantengono croccante il pane che hai tagliato venti anni prima o non seccano mai quel vasetto di olive che la tata preparava e che tu non hai mai avuto il tempo di aprire. Sono appena le ventidue che decido di passare all’azione; prendo la macchina e, come faccio ogni volta, salgo da Manfredonia verso Mattinata fino a Monte, vado a vedere il Silenzio. Andrea Pazienza, ‘Linus’ n.6 (giugno 1983) E qui mi devo spiegare: appena passato il paese, prendendo la direzione San Giovanni Rotondo, si supera il bivio per Macchia e si imbocca il lungo rettilineo che porta al paese di Padre Pio, dopo un chilometro scarso, se è notte come questa notte e se il cielo

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