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Il tour di “Canti e suoni della tradizione di Carpino” inizia stasera a Foggia

Mini tour di Presentazione del CD “Canti e suoni della tradizione di Carpino” Nella prima settimana di dicembre l’Associazione Culturale Carpino Folk Festival propone quattro mini eventi in Capitanata. Da giovedì 8 a domenica 11 dicembre sarà presentato “Canti e suoni della tradizione di Carpino” il doppio CD con libretto contenente la campagna di registrazione e documentazione promossa dal Carpino Folk Festival e curata da Pio Gravina e Enrico Noviello. Giovedì 8 Dicembre FOGGIA libreria UBIK ore 19    Venerdì 9 Dicembre SAN GIOVANNI R.do – CALA LA SERA ore 19 Sabato 10 Dicembre VICO DEL GARGANO – IL TRAPPETO ore 19 Domenica 11 Dicembre APRICENA – RETRO’ ore 19 Quando per vecchiaia se ne saranno andati anche gli ultimi cantatori, pastori e contadini nati negli anni ’20, non ci sarà più modo di poter ascoltare dal vivo la musica di tradizione e capire quindi da quale mondo tutti noi proveniamo. Negli ultimi anni, Gravina e Noviello hanno registrato le voci e i suoni di uno dei corpus musicali della tradizione agricolo-pastorale più interessante di tutta Italia, in particolare per le forme musicali di serenata e di ballo. Il canto di serenata è proprio di gruppi sociali piuttosto chiusi, caratterizzati da una certa povertà materiale, e da vissuti in cui la furbizia (l’essere cazzingulë, cioè furbi, coraggiosi, dritti) è parte integrante delle relazioni sociali, e spesso conditi da racconti notturni: racconti di chitarre sfasciate, di morti ammazzati, di furti, di agguati, di onore, di coraggio e di malandrini. A rappresentare questo mondo il canto pulito e potente di Michele Maich Maccarone detto Farfonë, fratello del più famoso e compianto Antonio dei Cantori di Carpino, e che come lui ha passato diversi anni da emigrato, prima in Germania e poi a Milano. Maich soltanto recentemente ha mostrato il desiderio di ri-cantare

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Foto di alcune bizzarre “maschere apotropaiche” nelle campagne del Gargano

Foto concesse gentilmente da Fiore Barbato Lucera, maschera apotropaica Al termine della costruzione di opere edili quali casa, masseria, edifici pubblici e religiosi, era consuetudine, arrivata fino a noi dalle culture greche e romane, porre sull’architrave, alla sommità del portone oppure in altro luogo ben esposto agli sguardi altrui, una maschera in pietra, in terracotta oppure in legno scolpito. Si riteneva, e spesso si ritiene ancora che servisse per tenere lontano dalla costruzione il malocchio e gli spiriti maligni. Molto spesso era rappresentata nella maschera una figura demoniaca, con la lingua esposta, con corna vistose sulla fronte e comunque in atteggiamento minaccioso.  Cercone, Franco, Esibizione fallica della lingua in mascheroni peligni , “Lares“, Anno XLI, n° 3-4, Bari 1975. Le bizzarre maschere apotropaiche di oggi invece (foto scattate da Fiore Barbato nella Valle di Stignano, San Marco in Lamis): A voi quale inquieta di più?!

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I Giri del Gargano, manifestazione sportiva ciclistica del 1957

Foto di anonimo San Giovanni Rotondo, 1957 – Manifestazione sportiva “Giri del Gargano” Due i tragitti a disposizione: Percorso breve: metà giro del Gargano senza limiti di tempo e di età, il paradiso degli amatori. Probabilità di smarrimento ridottissima. Percorso lungo: circumnavigazione totale del promontorio, da Manfredonia a Manfredonia su strada sterrata in compagnia dei migliori tra i delegati “fauna garganica”(porci e vacche su tutti), addetti all’intralcio ed al sollevamento polvere…a scatenare l’inferno tra le narici dei nostri dilettanti.Quando poi tale accumulo nasale diveniva così insopportabile tanto da richiedere scaccolamenti precoci (ed inevitabili capitomboli), ecco che interveniva la mitica ambulanza,a disseminare ulteriore caos con i suoi famelici venditori di prodotti tipici locali.Sempre pronti a colpire. Dimenticatevi dei dottori.Probabilità di smarrimento elevatissima! Fonte Flickr

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