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Conosciamo la Sacca Orientale del Lago di Lesina: perchè è una Riserva naturale?

Ci troviamo all’interno della Sacca Orientale, riserva naturale biogenetica del Lago di Lesina, guidati dal Colonnello Claudio Angeloro, Comandante Reparto Carabinieri Biodiversità di Foresta Umbra. La Riserva costituisce un ambiente di fondamentale importanza per molte specie di uccelli da tutelare secondo la Direttiva del Consiglio delle Comunità Europee del 2 aprile 1979. Molte le specie presenti tra cui martin pescatore, codone, mestolone, alzavola, fischione, moriglione, volpoca, garzetta, pignattaio, spatola, folaga, gallinella d’acqua e molti altri. Nelle acque della laguna, anch’esse ricche di una diversificata vegetazione algale, si possono osservare, tra le diverse specie presenti, spigole, orate, cefali, bisce d’acqua e un gran numero di insetti infeudati all’ambiente paludoso. Il Reparto Carabinieri Biodiversità dell’Arma dei Carabinieri, attraverso il personale addetto, svolge l’importante compito di difesa e conservazione di questo prezioso ambiente lagunare dai naturali fenomeni di interrimento minacciano.  Un ruolo delicato con il costante obiettivo di conservare il più a lungo e intatto possibile attraverso una paziente, oculata e costante azione di contenimento l’espansione della cannuccia di palude e il trasporto di detriti solidi derivanti dal fiume Fortore, altri corsi d’acqua più a nord e soprattutto dalle arene marine.

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Isole Tremiti: carabinieri trovano nuovo sito archeologico sommerso

Durante la campagna, nonostante le difficili condizioni meteo marine, sono stati ispezionati una decina di siti di interesse al fine di verificare le condizioni di conservazione del materiale sommerso. Durante le operazioni i subacquei dei Carabinieri hanno anche rivenuto un nuovo ceppo di ancora romana ed un’anfora dall’apparente origine Etrusca, e pertanto di presumibile datazione II-IV Sec. A.C. Se confermata l’origine, l’anfora avrebbe un notevole interesse archeologico, in quanto i loro rinvenimenti sono molto rari; entrambi i reperti non risulta fossero mai stati segnalati prima alla Soprintendenza. Leggi tutto

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Ho visitato uno dei siti archeologici più importanti d’Europa (Pirro Nord) e si trova sul Gargano ad Apricena!

Il sito dello scavo, altre foto in coda al post di Domenico Sergio Antonacci Qualche settimana mi è successa una cosa bellissima che ricorderò per sempre! Ho avuto l’onore di visitare uno dei siti di scavo archeologico più importanti d’Europa, Pirro Nord. Sapete dove si trova (domanda per i miei conterranei)? In una cava di Apricena! Si, avete letto bene! Adesso se volete scoprire di più prendetevi qualche minuto perchè vi sto per raccontare com’è stata questa esperienza speciale. La visita è stata davvero inusuale per la “location”: abbiamo usato imbrachi e corde per arrivare sul posto e il paesaggio bianco delle cave che ci circondava sembrava quasi extraterrestre. Una volta giunti sullo scavo abbiamo trovato gli archeologi all’opera: alcuni erano appesi su delle corde, altri stavano scavando con dei cacciavite per trovare la minima traccia di ossa o manufatti minuscoli, qualcuno ancora “lanciava” i secchi di materiale 40 metri più sotto con le corde, per il cosiddetto lavaggio. Un ambiente di scavo quasi surreale, ve lo assicuro! Ma cosa è stato ritrovato qui di tanto speciale? In alcune “fessure” delle pareti delle cave (cava ex Pirro, oggi Dell’Erba) da decenni si stanno rinvenendo resti di animali risalenti a 1,5 milioni di anni fa ma soprattutto i più antichi manufatti umani di tutta Europa (1.3 – 1.6 milioni di anni!!!) Un ritrovamento fondamentale per ricostruire la storia della civiltà umana in Europa (che, ricordo, ha origine in Africa), qualcosa di cui abbiamo pochissime tracce e non sappiamo quasi nulla. E potete immaginare come il sogno sia quello di trovare ossa umane, magari le più antiche d’Europa! Archeologi e paleontologi (da tutta Europa e altamente specializzati, veri grandi professionisti) hanno ritrovato, pensate, centinaia di schegge in selce e migliaia di ossa appartenenti a quasi cento specie diverse, scomparse e non, tra

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Una passeggiata geologica sul Gargano – dal Pizzomunno alle cave di “tufo”

Ben oltre miti e leggende, il superbo faraglione del Pizzomunno ci racconta una storia d’amore tra il mare e la terra vecchia di quasi cento milioni di anni! Tra le straordinarie bellezze di Vieste, è poco nota che la sua geologia è tra le più interessanti del Gargano. In questo video, faremo una passeggiata dal Pizzomunnno in direzione nord, verso Peschici, andando a scoprire nuove prospettive e paesaggi inconsueti che le rocce ci raccontano in questa terra meravigliosa. […] ho discorso in ogni direzione il promontorio Garganico, ed ho avuto occasione di convincermi che ben lungi dall’essere questa regione secondo che si credea, un paese calcareo monotono, è invece uno de’ luoghi più importanti del nostro Regno rispetto alla scienza geologica.”Il Prof. Leopoldo Pilla, “Il Gargano, illustrazione geologica dei preziosi marmi ed alabastri garganici”, 1867

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Scene di vita 50 anni fa (e oltre) in Foresta Umbra

Ena Servedio è una delle poche testimoni del periodo d’oro della Foresta Umbra. Lei, infatti, ci ha vissuto dal 1948 al 1964: in foresta ha frequentato le scuole e fatto la prima comunione nella chiesetta di S.Antonio di cui rimane solo il campanile. “Si, davvero ho abitato in Foresta e in quegli anni era tutto un fiorire di lavori: costruzioni di case, di strade, è stata creata la scuola elementare e poi la Media. C’era vita, si ballava, erano di casa padre Cassiano, Mons. Cesarano e Mons. Quitadamo. SI VIVEVA!“ A pensarci oggi, sembra strano che un tempo nella Foresta Umbra ci fosse tutta questa vita intorno al Corpo Forestale dello Stato e le varie stazioni di Umbra, Iacotenente, Ginestra, Murgia, Sfilzi, e la vecchia Amministrazione ( l’Aeronautica Militare arrivò solo nel ’61) e c’era anche un albergo/rifugio, in piedi ancora adesso. Ha raccolto ricordi e storie nel suo libro pubblicato qualche anno fa “Quando correvamo alla luna“. La III Media del 1961 in Foresta Umbra La V elementare del 1958 Di seguito invece due video dell’Istituto Luce sulla Foresta Umbra, uno del 1949 e l’altro del 1957; dopo i video alcune foto d’epoca e locandine della sagra del tempo.   Foto Archivio Ena Servedio

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