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La necropoli di San Nicola di Vieste ritorna “libera”!

Noi ne parlammo nel 2012 e finalmente, 7 anni dopo, il Sindaco di Vieste annuncia via Facebook una bellissima notizia: Finalmente dopo anni di occupazione illegittima torna nella disponibilità del Comune di Vieste il complesso delle grotte di San Nicola di Mira. Questa mattina unitamente all’assessore Graziamaria Starace e gli archeologi Prof. Volpe e Pruneti abbiamo compiuto il primo sopralluogo per constatare le condizioni del sito in parte danneggiato ed irrimediabilmente compromesso dall’uso improprio operato in questi ultimi anni. Un grande ringraziamento al dirigente Luigi Vaira, alla Polizia Locale e ai Carabinieri della Tenenza di Vieste che hanno reso possibile nei giorni scorsi la liberazione del sito. Nei prossimi mesi lavoreremo in stretta collaborazione con la sovraintendenza archeologica di Foggia per per restituire all’intera città questa importante testimonianza della nostra storia…   E ora avanti con la valorizzazione!

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La nave della Marina che si arenò a Rodi Garganico nel 1862

di Domenico Sergio Antonacci Qualche anno fa, grazie a una segnalazione di Simone D’Altilia, sono venuto a conoscenza di un episodio, avvenuto nel 1862, che vede arenarsi sul lungomare tra Rodi Garganico e San Menaio, approssimativamente nella zona dell’Hotel Villa a Mare, un rimorchiatore di 70 tonnellate di nome San Pietro (della Marina Pontificia prima a della Marina Italiana dopo). L’evento, avvenuto precisamente il 9 dicembre di quell’anno, fu seguito dal recupero da parte della pirofregata Archimede solo tre giorni dopo; così la nave venne riportata ad Ancona. Nel 1870 il rimorchiatore, riparato, passò alla Marina Militare Italiana e fu adibito agli esercizi di tiro al bersaglio in moto, prestando servizio locale a La Spezia e a Venezia. Nel 1875, infine, passò al disarmo e viene radiato. Giuseppe Troccolo, dopo aver consultato Giulio Giovannelli, mi scrive: Il rimorchiatore aveva le ruote a motore, era rimasto in rada a Rodi due giorni e rompendo gli ormeggi si era insabbiata nella zona antistante il mulino di mare, lasciando nell’arenile le ruote (di cui lo stesso ha le foto storiche – “da ricercare”); il padre riuscì a salvare tre marittimi (di cui si ricordava i nomi) a riva tornando da San Menaio (…..), raccontandomi anche le modalità di salvataggio (ricordatele anche da sua nonna). Tuttavia qualcuno dice che il relitto sia ancora sul posto…. Leggendo Quando correvamo alla Luna, un interessantissimo libro per conoscere la storia della Foresta Umbra nel ‘900 (si può acquistare qui), mi sono bloccato su una foto con didascalia “La cabina dei signori Della Bella alle Murge Nere”. Osservando sulla destra ho scorto una nave che potrebbe essere proprio quella arenata…ovviamente la foto è sicuramente posteriore al 1862 (50/60) ma secondo alcune testimonianze orali locali la nave (o ciò che ne rimane) sarebbe ancora sul posto. E lo potrebbe testimoniare

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Non ci sono immagini dei paesi nei Siti Istituzionali dei Comuni del Gargano.

di Gianni de Maso Non ci sono immagini dei paesi, nei Siti Istituzionali dei Comuni del Gargano. L’architettura popolare, dialettale, vernacolare del Gargano è relegata a pochissime foto nei Siti di Rodi, di Mattinata e di Monte Sant’Angelo. Gli altri comuni la ignorano e continuano a mostrare castelli, chiese, palazzi signorili con prolissi testi storici, tesi alla ricerca di antenati che nobilitino le storie locali. L’architettura fantastica del Gargano è quella dei mastri e dei pastori, creata dalle esigenze funzionali immediate, povera e scarna. Loro, i pastori ed i mastri, non copiavano nulla dagli stili, non sapevano nulla delle “divine proporzioni”, né del “classicismo”, né dell’euritmia, né del Romanico, né del Gotico, né del Barocco, per cui quando innalzavano muri creavano architetture pure, fatte con i materiali del posto e dall’adattarsi al posto. L’architettura dei paesi del Gargano sbocciava verso l’alto, si elevava stretta tra i vicoli ed i dirupi mozzafiato. Altre volte circuiva a gradoni i declivi della montagna. A volte era coperta da cupole orientalizzanti come Peschici. A volte comignoli come obelischi popolari storti sbucavano dai tetti e si confondevano con i campanili. Le cucine monacesche erano piccolissimi vani, dove la famiglia si rannicchiava durante i geli dell’inverno, all’interno si rastremavano a piramide o a parabola e all’esterno terminavano con i comignoli a quattro venti. A volte veniva modellava la roccia per farne scalinate, stradine o piccoli anfratti.- E poi, la lotta delle donne che con le ripetute imbiancature combattevano contro i neri ed i grigi del tempo ancorati in alto sulle facciate delle case. Questa luminosità in basso, sugli zoccoli e sui portali, sembrava sollevare la casa e sostenere il peso della matericità sotto il filo delle gronde. Magie estetiche che solo le donne potevano realizzare. Si costruiva pietra su pietra utilizzando massi grandi e minuterie perché

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VIDEO: Valerio Staffelli sul Gargano con i Carabinieri Cacciatori di Puglia

Il noto inviato di Striscia la Notizia accanto ai militari dello Squadrone eliportato Cacciatori di Puglia. Tra boschi e casolari, individuando obiettivi sensibili, perquisendoli e setacciandoli. Prosegue il viaggio di Valerio Staffelli alla scoperta dei Reparti Speciali dell’Arma dei Carabinieri. Nell’ultima puntata, la visita sul Gargano ai militari dello Squadrone eliportato Cacciatori di Puglia di base a Jacotenente, in Foresta Umbra, in attesa che venga approntata la sede di Amendola. In un video di quasi 9 minuti, alcuni dei momenti salienti dell’avventura. Al fianco di Staffelli, Antonio Trocino, comandante dello Squadrone istituito appena otto mesi fa. Il noto inviato di Striscia la notizia si è imbattuto in una serie di missioni tra le aree più impervie del Gargano. Tra boschi e casolari, individuando obiettivi sensibili, perquisendoli e setacciandoli. Masserie, nascondigli per persone ma anche per armi e droga. Persino cunicoli utilizzati dai malviventi per far sparire auto o, peggio ancora, persone.

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