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Archeologia industriale, recupero della miniera Montecatini di San Giovanni Rotondo

Ha preso avvio, il 2 maggio il progetto finanziato dalla provincia di Foggia avviso 07/2010 – Montecatini: studio per un rilancio turistico della miniera.
Il gruppo di lavoro composto dal dott. Antonio Tedesco e dalla dott.ssa Filomena De Bonis e coordinato dal Dirigente- dott. Nicola D’ Elia, ha  intrapreso uno studio per il rilancio in termini turistici dell’area Montecatini, ex miniera di bauxite. L’area di gran pregio naturalistico e storico merita una fase di progettazione intensa per programmarne la valorizzazione e la riqualificazione.
Il gruppo di lavoro è impegnato nella ricostruzione della storia della miniera attraverso la consultazione di fonti scritte presso gli archivi storici e di testimonianze di minatori ancora viventi.  Sarà prevista l’organizzazione di giornate della memoria e la costruzione di una mostra della miniera mediante il recupero di oggetti, materiali e
reperti storici.
Recentemente un sopralluogo all’interno della miniera, in collaborazione con il gruppo speleologico di San Giovanni Rotondo, ha permesso di rilevare il fascino  delle discenderie che conservano intatta memoria di un pezzo importante di storia della cittadina di San Giovanni Rotondo. L’ idea è quella di legare la valorizzazione dell’ archeologia industriale con lo sviluppo del turismo rurale. Il luogo si presta ad ogni tipo di escursione, da quella speleologica, all’arrampicata sulle pareti rocciose dei vicini valloni al trekking nelle numerose e selvagge mulattiere negli incantevoli boschi di ulivo.

La miniera   di bauxite “Montecatini”, chiusa nel 1973 non è mai  stata oggetto di recupero e  di valorizzazione in termini turistici e culturali. 
L’attività estrattiva ebbe inizio nel 1936, la Società Montecatini, milanese, cominciò i lavori di impianto della miniera di San Giovanni Rotondo,  che iniziò la produzione nell’anno seguente.
Con decreto ministeriale del 10 luglio 1939, la Società ottenne una concessione per lo sfruttamento del minerale su un’area di 786 ettari, successivamente ampliata fino ad arrivare a 1640 ettari. 


Dopo pochi anni l’attività della miniera  si arrestò a causa degli eventi bellici: bombardata nell’agosto del 1943, la miniera chiuse nel mese successivo. Riaprì dopo la fine del conflitto, negli ultimi mesi del 1945, e alla fine degli anni ’40 produceva 170 000 tonnellate annue di minerale e dava lavoro ad oltre 700 persone:
era diventata, in pratica, il principale datore di lavoro per la gente di San Giovanni Rotondo.
Alla miniera erano legate grandi speranze di riscatto dalle precarie condizioni economiche che avevano da sempre caratterizzato il paese; speranze che facevano apparire sopportabili le dure e spesso pericolose condizioni di lavoro: nel corso di tre decenni di attività mineraria, ventisette minatori morirono sul lavoro
L’incidente più pesante si ebbe nella notte del 27 luglio 1951, quando tre minatori persero la vita in seguito ad un allagamento della miniera  causato da un forte nubifragio. 


In questi anni sono state recuperate delle testimonianze di minatori che hanno raccontato le condizioni estreme in cui si lavorava, ma non è stato mai fatto uno studio storico completo che potesse ricostruire in tutti i suoi aspetti le vicende che hanno contraddistinto la più grande miniera di bauxite in Italia. Gli scioperi, il
bombardamento durante la seconda guerra mondiale, le tragiche morti.

Leggi l’articolo relativo al sopralluogo, con le foto delle discenderie e delle grotte.

Esiste un documentario a proposito, Polvere rossa. La miniera di bauxite di San Giovanni Rotondo (2007), realizzato da Maurizio Tardio in collaborazione con Gennaro Tedesco, immagini EDB , montaggio Angelo Pellicano, voce narrante Michele D’Errico.
Non è ancora stato reso pubblico ma ho avuto occasione di vederlo ed è molto bello e ben fatto.

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