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Restauro della Chiesa di San Nicola di Mira

Il 19 Giugno  al Cento Culturale Andrea Sacco di Carpino si è tenuto un incontro tra cittadinanza, comune e parroco sul restauro della Chiesa di San Nicola di Mira.
E’ preoccupante, a detta dei tecnici, la situazione delle strutture che sorreggono il tetto ovvero le capriate lignee che sono in uno stato di degrado avanzato; urge quindi un intervento di restauro, intervento più volte sollecitato da Don Celestino, parroco di Carpino, che subito si è mosso per avere un finanziamento ma  ottenendo solo promesse (mai mantenute).
La somma stimata necessaria per l’intervento di restauro è di 516.000 euro ma ad oggi la CEI (che si occupa anche dei beni culturali ecclesiastici) ha dato la disponibilità per soli 285.000 euro, bisognerà raccogliere i restanti tra gli enti pubblici.
A dire il vero ci sarebbero anche altre emergenze come lesioni sulla facciata e numerose infiltrazioni di acqua sugli affreschi. L’architetto Mimmo Zezza preparò nel 1995 un progetto completo di restauro per la Chiesa e la somma stimata era di 6 milioni di euro di cui 4 sarebbero stati prelevati dai fondi dell’8xMille.
Intanto la sovrintendenza ai beni culturali ha dato parere positivo per gli interventi, per l’aggiunta di un nuovo elemento, un lanternino sulla cupola, e per la demolizione della punta del campanile (costruita a inizio ‘900 dopo che un fulmine danneggiò la vecchia) con ripristino della vecchia versione.
Ad occuparsi della parte tecnica sarà la Kimia spa (una società specializzata in restauri monumentali con nuove tecnologie e materiali) che si è già occupata dei vari rifacimenti dopo il terremoto di Assisi: useranno fibre di vetro e di carbonio per consolidare le strutture delle capriate recuperabili, mentre quelle seriamente compromesse saranno sostituite con delle nuove.

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7 commenti su “Restauro della Chiesa di San Nicola di Mira”

  1. non conosco il progetto avanzato, ne tanto meno la reale situazione dell' edificio.. pertanto il commento non vuol essere una critica sul caso specifico, ma vuole constatare un dato di fatto generale, ovvero la svariata quantità di pensieri su cos' è un restauro!! troppe volte le opere consegnateci dalla storia subiscono operazioni di restauro intese come ripristino dello stato originario, che in realtà distruggono la storia, trasformando i manufatti in falsi storici. Non si può avere la presunzione oggi di considerare valida, artisticamente ma soprattutto storicamente, una fase originaria dell' edificio piuttosto che le aggiunte apportate nel corso dei tempi. Queste ultime comunque sia rappresentano fasi storiche che segnano un utilizzo / non utilizzo dell' opera durante la sua vita, consegnandoci dunque importanti testimonianze che forse oggi potremmo considerare irrilevanti o penalizzanti l' opera in sè, ma che in futuro testimonieranno la reale storia dell' edificio. Non dimentichiamoci che il fine ultimo del RESTAURO è la trasmissione al futuro dell' opera!!

  2. ti riferisci al campanile ed al lucernario?io sul lucernario non sono d'accordo, insomma non c'era e non deve essere fatto mentre per il campanile credo che sia giusto tornare a quello vero…vedi qui com'è:

    http://img340.imageshack.us/img340/9033/dsc02814y.jpg

    non c'entra nulla insomma…è proprio fuori luogo.se magari fosse stato più antico e meno "invasivo" avrei accettato anche l'idea di lasciarlo..

  3. ripeto, non era una critica specifica, non ne sarei all' altezza data la scarsa quantità di elementi a conoscenza.. in ogni caso, leggendo la brevissima descrizione sull' intervento mi è premuto ribadire concetti che stanno alla base del restauro contemporaneo. dalla foto del campanile si capisce che non vi è alcuna qualità architettonica, quindi in questi casi sarei anche a favore della sua demolizione, dato che si tratta di un intervento novecentesco(se ho capito bene) ma che richiama ad uno stile più antico del tutto reinventato.. ma vedi, il problema è proprio questo: non sono assolutamente d'accordo nel ricostruire una imitazione del passato.
    Sarebbe a mio avviso molto più interessante, a questo punto, una reinterpretazione critica, non troppo invasiva, che faccia constatare la reale assenza di quello originario, e che contribuisca alla stratificazione storica dell' edificio.

    sul lucernario sono d' accordo!!

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