di Domenico Sergio Antonacci
Capita che durante un picnic in famiglia si facciano scoperte inaspettate, magie dell’avere l’IGM 1:25.000 sul telefono.
E così scopri che, a due passi dalla salsiccia che cola sano e abbondante grasso, c’è ciò che resta dello xenodochium di San Raffaele, una sorta di stazione/ospizio per i pellegrini che giungevano alla valle Carbonara dai centri del Gargano nord e dalla Valle di Stignano prima di salire al Santuario grotta di San Michele di Monte Sant’Angelo.
Salti una macera ed è lì, ci entri, provvisto di fotocamera come da manuale (cosa buona e giusta portarla con sé in queste occasioni, che non si sa mai), giri, scambi impressioni con Maria e Sara e cerchi di stare dietro a quest’ultima che ti scova un graffito dopo l’altro, segni dai significati spesso a noi oscuri che lasciavano i viandanti.
Di informazioni storiche su questo edificio purtroppo ancora non ne ho: trasformato in una masseria (probabilmente negli ultimi due secoli), con decorazioni sparse qua e là (probabilmente a seguito dei vari terremoti, e ricordiamoci anche che siamo nella famigerata faglia…), viene assegnato addirittura al settimo secolo sulla Carta dei Beni Culturali della Regione Puglia.
La zona gronda storia (come il grasso della salsiccia di cui sopra); si segnala la presenza di ipogei paleocristiani nelle località vicine di Coppe San Leonardo e San Venanzio (senza parlare degli ultimi recenti rinvenimenti della sovrintendenza sul versante sud della valle) e la stazione paleolitica dove si ritrovano vari strumenti in selce (o ciò che ne resta).
Vi lascio alle foto con le didascalie.
Quando si tratta di edifici in abbandono facile che la vegetazione prenda il sopravvento danneggiando, con le radici, intonaci e strutture murarie. |
Sul lato est dell’edificio l’entrata della cappella |
Sul lato est dell’edificio l’entrata della cappella |
L’interno della cappella; l’altare è scomparso |
Alcune delle numerose stelle a 5 punte |
L’edificio fu ed è adibito a ricovero per bovini |
La cisterna |
Uno dei numerosi cerchi concentrici, già individuato da Severino Stea qualche anno fa. |
Nell’intonaco cadente un’altra serie di cerchi concentrici |
L’ambiente più vasto |
L’architrave è stato sicuramente riutilizzato per questa finestra, ora murata |
Ancora cerchi, in basso a sinistra una stella alpina |
Stella a 5 punte |
Uccello, forse una colomba (simbolo cristiano) |
Uccello, forse una colomba (simbolo cristiano) |
Uccello mal riuscito, forse una colomba (simbolo cristiano) |
Le sequenza delle tre colombe |
La cisterna contiene ancora acqua |
Graffito senza interpretazione |
Uno scudo (Savoia?) sormonta un rettangolo che forse doveva contenere qualcosa |
Ex voto? Un uomo alza le mani mentre un altro gli punta un fucile |
Croci sormontano monti disegnate tramite buchi nell’intonaco |
Una scritta indecifrabile su 4 righe, se qualcuno riuscisse o volesse provare l’interpretazione con la foto originale è pregato di contattarmi |
Croci |
Ancora una scritta, cosa vuol dire? |
Una vela di una barca? |
Uomo a cavallo; in basso una data (non visibile in foto) riporta 1830. |
Altri “pezzi” riposizionati |
Il parcheggio di un tempo |
Una scritta incisa ormai illeggibile |
Graffiti vari |
Una mano, tra i graffiti più frequenti lasciati dai pellegrini |
Ancora “pezzi” riposizionati |
Avevo rintracciato sulla carta topografica IGM antica "la chiesa di San Raffaele" in valle Carbonara. Mi ero ripromesso di visitarla, a tutt'oggi non l'ho ancora fatto. Ho apprezzato molto le foto. Sarebbe opportuno integrarle con una ricerca storica o d'archivio.
Tommaso Piemontese
Ad avere tempo…purtroppo non è un lavoro