Le confessioni di Raduano
il boss di Vieste diventato collaboratore di giustizia dallo scorso marzo. Evaso dal carcere di Badu e Carros calandosi con alcune lenzuola legate al muro di cinta e scomparso per un anno, l’uomo di vertice del clan Lombardi-La Torre ha visto chiudersi la sua latitanza l’1 febbraio vicino a Bastia, in Corsica, quando è stato fermato dal Ros dei carabinieri.
Meno di due mesi dopo ha iniziato a riempire centinaia di pagine di verbali nei quali, oltre ad autoaccusarsi di una decina di omicidi, ha raccontato come la mafia garganica costruisce e gestisce con avidità il proprio patrimonio, alla ricerca di nuova ricchezza a ogni costo. Un vitello d’oro, letteralmente.
Dichiara:
“In tutto il Gargano… (…) avete presente la mucca sacra di… un’usanza che usano in Calabria? Noi ce l’abbiamo nel Gargano. Dopo tutte le rapine ai portavalori comunque investivano molto sull’acquisto delle mucche, mucche che hanno al pascolo… (…) sono nel territorio interno del Gargano, ecco! …dove prendono i titoli del… di ogni mucca, di ogni ettaro di terreno”.
“Ogni componente… vi parlo di La Torre, di Ricucci, di Lombardi, di Scirpoli e dei Quitadamo, avevano un patrimonio di 2-300 mucche a testa, ma non li gravavano come spesa, perché non è che andavano a comprare il fieno, il mangime, le avevano libere nei territori…
La bestia può stare libera nel territorio garganico, può andare sulla strada principale, nei terreni privati e nessuno può dire niente, può fare niente. Sui terreni privati, sui terreni demaniali, sui terreni boschivi, su… le abbiamo libere, ecco.
Poi, le mucche… (…) c’hanno un garzone dove lui va, gli mette un secchio d’acqua, e quella è la spesa che portano (…) Poi per il resto è tutto guadagno”.
In molti casi alla mafia garganica non interessa né la mungitura né la lavorazione del latte per produrre formaggi perché, spiega sempre Raduano, comporterebbero manodopera e spese: “Rivendono i vitelli e prendono ogni anno… per esempio, ogni anno prendono 100-200 mila euro di entrate di vitelli”.