Nel lavoro condotto dai ricercatori italiani sono stati indagati da un punto di vista chimico alcuni denti umani Gravettiani ed Epigravettiani provenienti da un sito pugliese del Paleolitico superiore, Grotta Paglicci. “In particolare, grazie al rapporto isotopico dello stronzio misurato in-situ sullo smalto dentale, – afferma il dott. Federico Lugli di Unibo – è stato possibile osservare differenze di mobilità fra i gruppi umani Gravettiani ed Epigravettiani. Lo stronzio infatti è un componente delle rocce che, grazie all’alterazione superficiale, entra nei suoli e nelle acque e, infine, nella catena alimentare fissandosi nelle ossa e nei denti di animali e uomini. I rapporti tra gli isotopi 86 e 87 dello Sr nei denti e nelle ossa sono quindi direttamente correlati alla zona geologica in cui un individuo ha vissuto”.
Dal lavoro di Lugli e Cipriani è emerso che, mentre i Gravettiani erano perlopiù locali seppur si spingevano lontano dal sito per brevi periodi, forse in cerca di cibo, gli Epigravettiani si spostavano in maniera differente, frequentando ciclicamente zone lontane da Paglicci.