Il 28 aprile hanno raggiunto la cittadina di Troia, dopo aver toccato le tappe di Pietrelcina, Buonalbergo e Ariano Irpino. Oggi si sono incamminati verso Lucera.
Poi sarà la volta di San Severo, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, passando per il santuario di Stignano, e infine ieri 2 maggio hanno raggiunto Monte Sant’Angelo.
Sono i 42 ‘camminatori’, come amano definirsi per distinguersi dai pellegrini, anche loro rigorosamente a piedi, del gruppo di ricerca ‘Terre alte’ del comitato scientifico centrale del Club alpino italiano. Partiti il 24 aprile scorso da Benevento, i 42 ‘camminatori’ sono impegnati nella seconda edizione del Cammino dell’Arcangelo, ultimo tratto della via Micaelica, inaugurato l’anno scorso. Il percorso unisce Benevento, ‘citta’ santà della Longobardia minore, a Monte Sant’Angelo, luogo di culto dell’Arcangelo Michele (V secolo) e si snoda su sentieri e tratti sterrati, attraversando monti e valli del Sannio, dell’Irpinia e della Daunia fino al Gargano. Si tratta di nove tappe, di lunghezza compresa tra 12 e 28 chilometri, che si sviluppano sulle orme dell’antico tracciato dei pellegrini devoti al culto di san Michele. Il progetto del Cammino dell’Arcangelo rientra in un programma più ampio che prevede il raccordo dei sentieri tra Roma e il Gargano, per unire, in una prospettiva internazionale, Monte Sant’Angelo (via Francigena del Sud) all’abbazia benedettina di Mont Saint Michel, sulla costa settentrionale della Francia.