I corpi carbonizzati dei due imprenditori turistici, Giovanni e Martino Piscopo, di 51 e 45 anni, scomparsi il 18 novembre scorso da Vieste, sono stati trovati in una Alfa Romeo 156 station wagon.
La scoperta, fatta da carabinieri e uomini del Corpo forestale dello Stato, è avvenuta durante una battuta di ricerca in località ‘Posta Telegrafo’, tra Peschici e Vieste, nel Gargano. I due uomini, gestori del villaggio vacanze ‘Sfinalicchio’, erano scomparsi dieci giorni fa alla periferia di Vieste mentre, a bordo del loro motofurgone, andavano a raccogliere olive.
Giovanni e Martino Piscopo sarebbero stati uccisi con colpi d’arma da fuoco e poi dati alle fiamme. I due fratelli erano amministratori del centro vacanze ‘Sfinalicchio’, un villaggio a tre stelle nel Gargano. Giovanni Piscopo era amministratore unico della società mentre il fratello Martino faceva parte del Consiglio di amministrazione. Il centro vacanze sorge a circa 100 metri dal mare e prende il nome dalla baia Sfinalicchio che si trova sulla litoranea Vieste-Peschici.
DDA, «L’OMICIDIO HA MODALITA’ MAFIOSE»
Le «modalità chiaramente mafiose» con cui è stato compiuto l’omicidio dei fratelli Giovanni e Martino Piscopo indurranno la Dda di Bari a coordinare le indagini sul duplice delitto, in collaborazione con le procure di Foggia (finora titolare dell’inchiesta sulla scomparsa) e di Lucera. È quanto trapela da fonti inquirenti. I magistrati della Dda di Bari, guidati dal procuratore Antonio Laudati, stanno già seguendo il caso e – a quanto si apprende – nelle prossime ore predisporranno atti d’indagine per risalire al movente e agli autori del delitto.
Costantino Squeo sindaco di Sannicandro Garganico
La notizia di Vieste, del ritrovamento dei cadaveri carbonizzati dei fratelli scomparsi, è di quelle che sconcertano. Non c’è solo amarezza, dolore. C’è sconcerto. C’è sconcerto perché, forse, non abbiamo capito nulla. Non abbiamo capito, per esempio, che nessun aereoporto renderà la nostra terra libera da questi demoni; nessun porto la renderà più vivibile, aperta alla civiltà ed alla bellezza dell’incontro; nessuna infrastruttura la renderà connessa alla convivialità vera.
Non abbiamo capito, tra l’altro, che la “montagna del sole” è un’immagine simbolica ambivalente – anche equivoca – ma sicuramente non liberante.
Non abbiamo capito, infine, che in questi contesti non ci si improvvisa. Né possono risultare vincenti i richiami alla società civile, all’impegno dei soliti, alle voci bianche dei cittadini indignati.
La tragedia di Vieste – che è poi la nostra tragedia – chiama in causa lo Stato a cui spetta, tra l’altro, il monopolio legittimo dell’uso della forza. La eserciti, lo Stato, in modo esemplare e con esemplare durezza.
Anna Lucia Sticozzi giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno
… a quelli che sostengono che parlare di criminalità organizzata e mafia sul Gargano danneggia il turismo, vorrei chiedere oggi cosa hanno da dire alla famiglia Piscopo, ma anche a tutto il resto della gente del Gargano… .
.. la sottovalutazione sistematica del “problema” ha contribuito a condurci fin qui! Ora lo Stato (con Mantovano) ha ammesso di aver commesso un errore in passato a giudicare la criminalità garganica come una guerra tra allevatori e si è reso conto che la mafia nostrana è altrettanto pericolosa di quella calabrese o siciliana, solo ancora “giovane” rispetto a quelle.
Ora sanno, sappiamo … liberiamo il Gargano!
VinVè Vincenzo Vescera speaker ONDARADIO
Arrestateli tutti…ora più che mai lo STATO deve mostrare i muscoli!!! Prendete loro e gli omertosi….il nostro Gargano non ha bisogno di tale viltà !!!
Fonte: carpinofolkfestival.splinder.com
Diamoci da fare e chi sa parli. Questa barbarie medievale deve finire. Secondo voi ce la possiamo fare?