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A te si, a te no, dammi questo che ti do quello, se ti voto che mi dai

Quella che si è realizzata è una Dubai “de noantri” come dicono a Roma, ma con alcune sue parti rimaste indefinite, incomplete, abbandonate; nell’insieme essa appare disordinata, confusa e pasticciona, messa su senza programmi, analisi sociologiche, studi di fattibilità, dati statistici, valutazioni di impatto ambientale ed obiettivi politici.
E’ l’immagine pressapochista di chi in forma narcisistica ed individualistica ha imposto la propria visione, i propri limiti in un ambaradan caotico senza inizio e senza fine che ha interrotto in modo netto e deciso la narrazione per certi versi poetica e romantica della propria storia e della propria cultura. Una frattura che si è allargata al territorio, al paesaggio, al Gargano. E’ la crisi delle coscienze e della memoria che si manifesta attraverso l’architettura in funzione della rendita proiettata quest’ultima verso uno sviluppo materiale infinito che avviene senza badare all’equità e all’equilibrio. 

Credo che nel lontano 28 luglio 1916 Padre Pio avesse visto o previsto questo spettacolo, sarebbe andato via senza voltarsi.

La logica qui era diventata un’altra: a te si, a te no, dammi questo che ti do quello, se ti voto che mi dai…Erano oramai gli argomenti principali che tenevano banco dappertutto. Non più lo Stato di Diritto, ma lo Stato del Piacere, delle amicizie, del potere.

da
La San Giovanni Rotondo di Padre Pio nel XXI secolo…e se andasse via?
Di Matteo Pio Pazienza

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