(foto: Erik McGregor/Pacific Press/LightRocket via Getty Images) |
Un’app online del Mit permette di simulare gli effetti delle politiche per il clima. E ci insegna che non ci sono bacchette magiche.
Hai sempre sognato di decidere tu la politica mondiale del clima? Alla conferenza Cop25 cincischiano e vuoi prendere in mano la situazione? O più semplicemente vuoi confrontarti con un’amica all’aperitivo per sapere chi di voi due ha ragione, se è meglio puntare sul nucleare o sulla carbon tax? Ora puoi.
È appena stato reso disponibile al pubblico il simulatore di soluzioni climatiche En-Roads, un software sviluppato dal consorzio Climate Interactive con l’Istituto Sloan di Management del Mit che permette di simulare gli effetti di numerosi interventi sul clima – dalla politica energetica alla crescita della popolazione, alle innovazioni tecnologiche in termini di cattura della CO2. En-Roads finora era disponibile solo a policy maker: analisti, tecnici, politici. È stato usato, tra gli altri, dal Congresso degli Stati Uniti, dal governo cinese e dalla segreteria generale dell’Onu. Ma con il montare della crisi, è bene che tutti noi possiamo capire direttamente l’effetto delle politiche sul clima. Con En-Roads c’è un modello matematico a disposizione di tutti per verificare almeno alcune delle nostre idee. Basta un browser.
La schermata di partenza di En-Roads. A sinistra il ruolo delle sorgenti di energia, a destra la temperatura. Se andiamo avanti così, la Terra sarà più calda di +4.1 gradi nel 2100. Come fare?
En-Roads permette di agire su 18 possibili aspetti di politica energetica e climatica, dagli incentivi alle rinnovabili alla crescita economica, dall’uso del carbone alla deforestazione, dalla crescita demografica alle tecnologie di cattura del carbonio. Queste vengono tradotte da En-Roads nella soluzione di circa 14mila equazioni differenziali non lineari: in parole semplici, ogni cambiamento influenza a cascata gli altri parametri. Il risultato, aggiornato in tempo reale, è l’andamento previsto delle temperature da qui al 2100 – ma è possibile osservare anche direttamente le emissioni, o l’innalzamento dei livelli del mare. Lo scopo del gioco, se vogliamo chiamarlo così, è riuscire a ridurle il più possibile applicando interventi realistici.
Pompare il nucleare senza fare altro ci sfila tre decimi di grado: è un inizio, ma non basta
Il bello di En-Roads è che filtra bene la complessità della materia. Il pannello di controllo principale è assai facile da usare: alcuni slider permettono di aumentare o ridurre i valori dei parametri, spingendo per una politica più o meno radicale. Chi però volesse controllare la simulazione in dettaglio può andare all’interno di ciascuna sezione e modificare le numerose variabili che controllano il modello – dal prezzo del carbone alla data in cui si desidera far partire un intervento, al separare il contributo di emissioni industriali e agricole.
Non solo CO2: anche ridurre il contributo del metano è importante. Qui vediamo come farlo in modalità avanzata.
Giocando con En-Roads si scoprono molte cose. In particolare due sono importanti. La prima è che non esiste un proiettile magico che ci salverà. Nucleare, carbon tax, sussidi e investimenti per le fonti rinnovabili: tutte cose utili ma nessuna, da sola, risolve significativamente la crisi climatica – anche proprio a causa delle interazioni tra variabili di cui En-Roads tiene conto. Per esempio incentivare il nucleare, senza altri interventi, lo rende sì più competitivo di carbone o petrolio, ma lo fa competere anche con le rinnovabili: il guadagno totale è quindi piccolo.
Tassare le fonti non rinnovabili, incentivare le rinnovabili e il nucleare, più introdurre una pesante carbon tax ci avvicina molto all’obiettivo. Ma il costo dell’energia schizza alle stelle nel breve termine
Viceversa, di per sé ripiantare foreste ha un impatto piccolo ma, se accompagnato a interventi di riduzione delle emissioni, può essere assai significativo. La seconda lezione, derivante direttamente dalla prima, è che arrivare vicino ai 2 gradi o addirittura 1,5 di riscaldamento – a cui puntavano gli accordi di Parigi che non rispetta nessuno – è difficile, molto difficile. Servono interventi massicci a tutto campo, e questo ci fa toccare con mano quanto in fretta e con quanto coraggio dobbiamo agire se vogliamo mitigare le conseguenze della crisi climatica.
Finalmente siamo scesi sotto i due gradi, e nel 2100 il mondo vive di energie rinnovabili. Ma abbiamo dovuto introdurre una carbon tax, forti sussidi alle rinnovabili, aumentare pesantemente efficienza energetica ed elettrificazione di trasporti ed edifici, eliminare la deforestazione e ripiantare foreste, nonché lavorare un poco sulla tecnologia e sul metano. Che fatica.
Ovviamente, finché si tratta di pasticciare con un simulatore sul proprio browser è facile. Metterlo in pratica nel mondo reale, con interessi differenti in conflitto, è ben diverso. Per questo Climate Interactive organizza, per chi desiderasse, un gioco di ruolo basato su En-Roads, la Climate Action Simulation. Il gioco simula un summit di emergenza dell’Onu che convoca diversi stakeholder allo scopo di raggiungere gli obiettivi degli accordi di Parigi. Il master del gioco ha il ruolo del segretario Onu, e i partecipanti si dividono in team corrispondenti a diversi interessi in gioco: dalla lobby dei combustibili fossili agli ambientalisti radicali. I team propongono soluzioni che poi vengono sottoposte al simulatore, che ne determina il contributo. A questo punto bisogna tornare al tavolo, negoziare, modificare i piani fino a raggiungere l’obiettivo. Un ottimo modo per affacciarsi alla complessità del tema.
Come tutti i modelli, anche En-Roads ovviamente ha dei limiti. Ma ha il vantaggio di dare una risposta veloce, solida e quantitativa alle nostre idee in fatto di politica climatica. Vista l’emergenza e la posta in gioco, è cruciale che la discussione collettiva sul tema si faccia concreta e basata sui dati. E il simulatore del Mit è un piccolo punto di partenza per renderci più consapevoli e obiettivi.