“Pronto Domenico, ho trovato 100 lettere di un soldato del tuo paese scritte dal fronte della Prima Guerra Mondiale”.
10 secondi di silenzio, occhi, orecchie e bocca si spalancano: “WOW!”.
“Lettere dal Fronte” prima di raccontare una storia lo è esso stesso, la storia di lettere rimaste nascoste per 100 anni e ritrovate in un armadietto della casa vuota del vecchio zio, venuto a mancare da poco. Leonarda Crisetti le prende in custodia e le studia.
Oggi la storia del Caporal Maggiore Domenico D’Arnese è un libro, “Lettere dal Fronte”.
E così, appena ho ricevuto la mia copia dalle mani dell’autrice, la prof.ssa Leonarda Crisetti, non ho potuto fare a mano di iniziare la mia corrispondenza “sola lettura” tra Domenico D’Arnese e la sua famiglia rimasta a Carpino.
Domenico nel 1915 era un diciannovenne calato nella vita di un piccolo centro del Sud, impegnato nei lavori della terra accanto al padre, ma nonostante ciò con una buona alfabetizzazione che gli concederà una certa padronanza nella scrittura.
Domenico è un giovane dallo spirito sensibile ed empatico, come emerge in alcuni passaggi di intensissima espressività tra le missive riportate nella pubblicazione.
Carissimi genitori,
Zona di guerra, 17/08/1916
[…] appena pesa Gorizia, subito vi ho scritto una cartolina dietro una maceria sotto le palle nemiche e il rombo del cannone fischiava […]
Ad accompagnare la trascrizione delle lettere, una selezione delle cartoline originali, caratterizzate da messaggi patriottici e propagandistici e che permettono di toccare con mano il graphic design del tempo, precursore della propaganda del ventennio fascista.
Utile ed interessante la postfazione di Michele Presutto, che contestualizza i fatti nelle dinamiche socio-culturali del tempo.
In appendice i ruoli matricolari dei soldati Carpino, con un’analisi che mostra la grave incompletezza e incongruenza dei nominativi dei caduti: sono passati 100 anni dal sacrificio di tanti giovani eppure non tutti sono riportati sulla lapide commemorativa nella piazza del paese.
Carissimo zio,
Catanzaro, 01/02/1916
[…] Di più mi farete sapere se vecchia nonna sta bene. Voi già sapee che sono vecchi come quelle foglie d’alberi d’autunno con un piccolo vento vanno tutte atterra […]
Il libro ricostruisce vite ed emozioni di quella lontananza maledetta dalla terra natia, l’adrenalina nel viaggio verso il fronte, lo spirito patriottico che fa superare le prime avversità, la nostalgia della famiglia, del paese, degli ulivi, il freddo nella trincea sotto i boati austriaci sempre più vicini.
Tanti i personaggi del paese citati, spesso con i soprannomi di famiglia (molti ancora presenti), tanto che durante la lettura mi chiedevo se avessi trovato parentele…ed eccole spuntare: mio bisnonno Giuseppe Antonacci, suo fratello, un cugino, poi il soprannome di famiglia dell’altro bisnonno.
E saranno passati pure 100 anni ma la Grande Guerra mi è sembrata più vicina, un incubo terribile che tocca ognuno di noi.
Per avere la tua copia di lettere dal fronte scrivi a crisetti2@gmail.com.