Tutte le immagini del seguente post sono tratte da “Special Place, Interesting Times: The island of Palagruža and transitional periods in Adriatic prehistory”, di Staso Forenbaher
Migliaia di utensili in selce e loro frammenti sono stati trovati nelle campagne di scavo sull’isola di Pelagosa, tra Croazia e Gargano.





Inizialmente si pensava che il materiale fosse estratto in loco dove c’è qualche piccolo giacimento ma analisi successive hanno evidenziato la provenienza della selce dal Gargano.
Ma la cosa più interessante è un’altra.
Vista la mancanza di risorse, acqua e fauna, e le dimensioni ridotte dell’isola, gli archeologi non sono riusciti a spiegarsi l’abbondanza di oggetti in selce, spesso legati all’uso di armi da caccia.
Analogamente, si è riscontrata l’abbondanza di ceramica dell’età bronzo e di frammenti dell’età classica, anche questa in quantità sproporzionato alle risorse che metteva e disposizione l’isola.
A cosa era legata, dunque, la permanenza sull’isola?
L’unica ipotesi plausibile sembra che l’isola di Pelagosa abbia rappresentato, per millenni, un luogo sacro, un santuario naturale in mezzo al mare per le popolazioni che vivevano sul Gargano e in Dalmazia.





A confermare una sorta di continuità della dimensione sacra dell’isola, vi è l frammento di vaso con il nome di Diomede, che parrebbe “dirci”, tra le altre cose, che il Santuario/Tomba di Diomede era su Pelagosa e non alle Tremiti (sono state trovate tracce di strutture dell’età classica e di epoca romana)..










L’argomento è complesso e sintetizzarlo qui non è facile.
Per i più curiosi consiglio, quindi, la lettura della fonte delle immagini e delle informazioni che ho riportato molto sinteticamente: “Special Place, Interesting Times: The island of Palagruža and transitional periods in Adriatic prehistory”, di Staso Forenbaher, una pubblicazione di grande qualità, come ne ho viste poche nel nostro contesto pugliese, che presenta uno studio approfondito dei periodi di transizione nella preistoria adriatica, focalizzandosi sull’isola di Palagruža.
Lo studio considera l’importanza di Palagruža come punto strategico di contatto tra diverse culture e rotte marittime, analizzando le variazioni nell’intensità delle attività umane sull’isola nel corso dei millenni.
L’analisi comprende reperti litici, ceramici e altri manufatti, datandoli e confrontandoli con siti simili nell’Adriatico e nel Mediterraneo.
Vengono approfonditi gli stili ceramici del terzo millennio a.C. (Ljubljana-Adriatico e Cetina), discutendo le implicazioni sociali e le reti di scambio.
Infine, il testo fornisce un elenco dettagliato dei siti archeologici presi in considerazione nello studio.

E tu sei mai stato su un’isola così remota? Se vuoi scoprirne i suoi segreti, i suoi panorami unici e il faro che veglia su queste acque cristalline, dovresti dare uno sguardo qui.