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Le “pietre che cadono dal cielo”, la selce sul Gargano dalla preistoria ai giorni nostri

Della serie “quando pensi di averle lette tutte”.
La selce sul Gargano non venne utilizzata solo nella preistoria bensì fino alla fine del 1800!
C’era, infatti, il mestiere dello “scardaro”, cavatore, raccoglitore e scheggiatore di selce per farne “scaglie da fucile”.

Estratti da “Ricerche preistoriche e storiche nella Capitanata”, Angelucci, 1872.

Oltre ad aver letto che fino al secolo XX la selce veniva utilizzata per farne schegge per fucili (“sckard d sajetta” in dialetto), mi ha colpito molto la credenza popolare legata alla sua origine: si pensava, infatti, che gli strumenti intagliati preistorici di selce fossero la parte materiale che un fulmine aveva lasciato al suolo.

Collezione di strumenti litici in selce nel Centro Visite della Foresta Umbra, provenienza zona Madrione (Vieste)

Insomma, se in un punto c’era una lama selce lì era caduto un fulmine! Queste pietre conservavano, dunque, una certa “capacità di fuoco”, da qui il loro utilizzo per acciarini.
Ed il nome stesso ce lo ricorda: pietra focaia, “preta fucal/fuchel” nel dialetto garganico.

Fin qui tutto lineare sennonché trovo un altro libro (del 1884) che descrive il costume di indossare amuleti in selce da parte delle donne di Monte Sant’Angelo (riporto la scansione tra le foto).
Amuleti portafortuna che proteggevano dal malocchio e dai fulmini (dove c’era una selce non poteva mai cadere un fulmine, si pensava).
Si verificava “l’autenticità” della pietra passandole sulla fiamma della candela la quale se le scuriva senza spezzarle indicava che fossero autentiche schegge di fulmine, da far incastonare in una montatura di metallo (anche argento e oro).
E da qui si apre un mondo perchè cercando ancora sul web (impressionante la mole di informazioni che si trova se si sa cercare) scopro che:

  • La credenza che la selce fosse “pietra del fulmine” non è solo garganica, non solo italiana ma globale (presente addirittura nelle civiltà precolombiane!)
  • Il primo a scriverne è Plinio il Vecchio che le chiama “ceraunie” (dal greco antico keraùnios, ovvero del fulmine), venivano considerate sacre dai romani che le portavano con sé come portafortuna per espugnare città e navi; il potere attribuito alle ceraunie derivava dalle saette poste in mano al dio più potente dell’Olimpo, Zeus, una divinità del tuono e della folgore (Giove per i romani).Ai margini del foro c’è il colle del Campidoglio, con il tempio di Giove Feretrio, forse dell’VIII sec. a.C., dove si custodiva il “lapis silex”, probabilmente un’ascia preistorica in selce capace di suscitare scintille, assimilata a Giove, dio dei fulmini e garante dei giuramenti.
  • Nel mondo pietruzze di selce venivano utilizzate anche come amuleto nelle fondamenta delle case o sugli architrave; sul Gargano questa tradizione ha la variante della pietruzza di San Michele, pietra dalle stesse funzioni protettive estratta dalla Grotta dell’Arcangelo a Monte S. Angelo.
  • Dal ‘500 gli uomini di cultura hanno iniziato a dibattere sulla loro vera natura di queste pietre scolpite arrivando a “scoprirla” solo nel 1719 (Metallotheca Vaticana, di Michele Mercati).
  • In Giappone, per benedire una persona prima di intraprendere un viaggio, si praticava (in alcune zone lo si fa ancora) un’usanza chiamata “kiribi” che consisteva nel colpire una pietra di selce con l’acciaio in modo che le scintille cadessero sulla schiena a protezione da danni o lesioni.

Aggiornamento 2024:
Negli anni ’70 ancora viene testimoniato (fonte Mercurio, Mithra, Michael magia mito e misteri nella Grotta dell’arcangelo) che in territorio di Monte Sant’Angelo alcuni anziani accendevano il fuoco con la selce, ed ancora in zona Vico del Gargano (fonte orale prof.Nello Biscotti) i pastori cospargevano le ferite con la polvere calcarea prelevata spaccando un nucleo di selce, credendo che accelerasse la cicatrizzazione.

Fonti e approfondimenti:

Aggiornamento febbraio 2024:

Ho trovato interessante San Casciano dei Bagni il rinventimento, a San Casciano dei Bagni, di un fulmine di bronzo deposto insieme ad una freccia di selce (clicca qui per vedere il post su Facebook).
In ipotesi tale associazione di elementi permetterebbe di avere un primo riferimento su questa antica associazione tra fulmine e selce.

FONTI:

  • – Metallotheca Vaticana, Mercati (1719)
  • – L’età della pietra nel Gargano, Benucci (1884)
  • – Ricerche preistoriche e storiche nella Capitanata, Angelucci (1876)
  • – Il feticismo primitivo in Italia, e le sue forme di adattamento, Bellucci (1907)
  • – Mercurio, Mithra, Michael magia mito e misteri nella Grotta dell’arcangelo, Fischetti (1973)
  • – https://siciliamemoriesottosuolo.wordpress.com/2017/05/30/pietre-di-fulmine-e-zig-zag-schivare-la-folgore-a-morte/
  • – https://www.facebook.com/ibenandantielestreghedelfriuli/posts/la-pietra-del-fulminenei-miti-meglio-che-in-ogni-altra-manifestazione-si-rivela-/1957585794498245/
  • – https://www.japantimes.co.jp/news/2010/12/16/reference/kiribi/
  • – http://www.annales.org/archives/cofrhigeo/ceraunies.html

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2 commenti su “Le “pietre che cadono dal cielo”, la selce sul Gargano dalla preistoria ai giorni nostri”

  1. Posseggo anch’io un pietra scheggiatz così e oggi ho appreso delle novita’ … …che Domenico

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