Foto concesse gentilmente da Fiore Barbato
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Lucera, maschera apotropaica |
Al termine della costruzione di
opere edili quali casa, masseria, edifici pubblici e religiosi, era
consuetudine, arrivata fino a noi dalle culture greche e romane, porre
sull’architrave, alla sommità del portone oppure in altro luogo ben
esposto agli sguardi altrui, una maschera in pietra, in terracotta
oppure in legno scolpito. Si riteneva, e spesso si ritiene ancora che
servisse per tenere lontano dalla costruzione il malocchio e gli spiriti
maligni. Molto spesso era rappresentata nella maschera una figura
demoniaca, con la lingua esposta, con corna vistose sulla fronte e
comunque in atteggiamento minaccioso.
opere edili quali casa, masseria, edifici pubblici e religiosi, era
consuetudine, arrivata fino a noi dalle culture greche e romane, porre
sull’architrave, alla sommità del portone oppure in altro luogo ben
esposto agli sguardi altrui, una maschera in pietra, in terracotta
oppure in legno scolpito. Si riteneva, e spesso si ritiene ancora che
servisse per tenere lontano dalla costruzione il malocchio e gli spiriti
maligni. Molto spesso era rappresentata nella maschera una figura
demoniaca, con la lingua esposta, con corna vistose sulla fronte e
comunque in atteggiamento minaccioso.
Cercone, Franco, Esibizione fallica della lingua in mascheroni peligni , “Lares“, Anno XLI, n° 3-4, Bari 1975.
Le bizzarre maschere apotropaiche di oggi invece (foto scattate da Fiore Barbato nella Valle di Stignano, San Marco in Lamis):
A voi quale inquieta di più?!