San Marco in Lamis – l’eremo di Sant’Agostino in agro di San Marco in Lamis, il più grande e suggestivo eremo che si trova nella valle di Stignano. Al suo interno si trovano degli affreschi, o quel che resta, presumibilmente della seconda metà del ‘600. Nell’ultimo decennio gli affreschi si stanno deteriorando in modo repentino a causa delle infiltrazioni che hanno distrutto totalmente gli affreschi presenti nella prima cella, che è irrimediabilmente compromessa. La seconda cella, dove gli affreschi sono quasi intatti, ha vita altrettanto breve, in quanto da come potete ben notare dalle foto, un crollo ha fatto venir meno la parete che guarda a sud, dove vi era un grazioso affresco raffigurante una madonna e che forse non rivedremo mai più nemmeno su una fotografia, in quanto il materiale documentato a nostra conoscenza è inesistente.
Per quanto riguarda gli altri affreschi se vi rimarrà qualcosa è grazie ai pochi che hanno cercato di documentare il più possibile, anche se in modo del tutto inadatto. La cosa che fa più rabbia è che tutto ciò si trova in un contesto unico come la via Sacra, a pochi passi dal convento di Stignano e con un percorso accessibile a tutti che potrebbe portare agli eremi di San Giovanni, della Maddalena, di Sant’Onofrio e Sant’Agostino, appunto. La strada c’è, basterebbe solamente segnalarla senza dover spendere migliaia di euro per progetti faraonici di sentieri inutilizzati come tanti se ne vedono da noi. Se a Pulsano ci sono riusciti perchè da noi non si può fare? Eppure è di gran lunga più accessibile!
Il vero problema è che tutti i nostri amministratori non si interessano al nostro territorio. Tutti noi abbiamo avuto la fortuna di poter ammirare quel che resta di questi eremi, i nostri figli questa fortuna non l’avranno se non vi sarà l’impegno concreto dei nostri amministratori per salvaguardare il nostro patrimonio archeologico e storico.
Portate a conoscenza dei vostri amici queste situazioni, diffondete sulla rete. Questo è il nostro unico modo di farci sentire. Il Gargano è nostro e tocca a noi preservarlo!
Un saluto a tutti voi.
Ludovico Centola
la guerra è oramai persa cari amici, questi articoli sono gli ultimi rantoli di una morta speranza di civiltà per i nostri territori.
quindi cosa dobbiamo fare?continuare a stare zitti come si è fatto per decenni?
non dicevo di stare zitti e per decenni sono stati comunque in tanti a parlare e tanti altri ce ne sono ancora. hai colto il minus della mia considerazione.
complimenti per il lavoro del blog, ad maiora