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Amara terra mia

Amara terra mia è il titolo di questo testo che ho trovato in rete

L’attaccamento dell’uomo alla natura e secoli di storia contadina si
riversano nel presente ma, come potete immaginare, non trovano molto
spazio soprattutto in questa imponente area metropolitana che fa da
trait d’union tra Milano e tutte le altre città della Lombardia.
Così, di questa linfa, si impregnano solo le piccole zolle che stanno
ai margini delle strade, sotto gli svincoli della tangenziale, nel
giardino delle villette a schiera o nei rimasugli di terreno a ridosso
dei parchi pubblici che le amministrazioni comunali hanno dimenticato,
troppo piccoli per essere edificate. Così, forte di un’indole
coltivatrice, l’abitante dei sobborghi nel tempo ha imparato a farle
proprie, terra di nessuno vuol dire terra di tutti, quindi anche mia,
no? Così una baracca in lamiera un giorno, un recinto il giorno dopo, un
cancelletto di fortuna con lucchetto e l’orticello abusivo da
hinterland è servito. Stagione dopo stagione lo si nota sempre più
rigoglioso e non si capisce il perché e il percome, il clima è quello
che è e poi non si riesce a immaginare la qualità di un pomodoro nato e
cresciuto tra il traffico dell’ora di punta, le piogge acide e il suolo
infiltrato da chissà quali deflussi industriali. Cogli l’ortaggio di
stagione, lo lavi e lo metti in tavola, fiero dell’aver strappato a una
landa impossibile il frutto del legame con i tuoi avi, anzi degli avi
che qui c’erano prima che tu arrivassi da chissà dove. Poi, per
sfruttare al massimo il tuo fazzoletto di terra e ottimizzare la
produzione, tenti anche la rotazione delle colture e trovi stratagemmi
come appendere compact disc agli alberelli probabilmente a scopo di
spaventapasseri, ed è facile immaginare il risultato visto da fuori.
Unito alla sedia sfondata recuperata nella spazzatura e alla rete da
materasso utilizzata come porta (ma questo è più una caratteristica
degli orti della campagna ligure) restituisce un quadro ancor più
desolante della cornice. Ma un piatto di insalata autoprodotta val bene
l’occupazione di suolo pubblico, per non parlare del tempo che ci si può
dedicare a respirare aria buona, in aperta periferia.

ATTENZIONE! Questo blog si è trasferito da Blogspot a Wordpress in data 16/01/2020.
Se dovessi riscontrare immagini mancanti, post incompleti o altri problemi causati dalla procedura di trasferimento, sei pregato di segnalarlo a info@amaraterramia.it, te ne sarò grato.

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