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Perchè essere fieri di Foggia e perchè credere in un suo risveglio

di Salvatore
Aiezza


MISERIA E NOBILTA’ DELLA NOSTRA AMATA FOGGIA

La casuale lettura di un
interessante volumetto, intitolato “Spunti storici di
Foggia”, scritto nel 1975 da Pompilio de Santis e stampato nella
omonima storica tipografia, allora sita in via De Nittis 11/13, mi dà
l’occasione di ribadire, ancora una volta, l’assoluta
convinzione, comune a quella di tanti autorevoli concittadini,
dell’importanza che in diversi periodi storici assunse Foggia,
rispetto a tutte le altre città della Puglia e a molte del
meridione, nonché sui motivi che, di volta in volta, ne hanno
procurato un “improvviso” quanto “sospetto” decadimento.

Credo sia doverosa questa
rivisitazione, specie per le nuove generazioni che vivono oggi a
Foggia. Questi giovani – complice l’assoluta mancanza dello studio
della storia locale nelle nostre scuole di primo e secondo grado,
nonché lo “stallo” culturale in cui versano le nostre
Istituzioni e la città – potrebbero farsi un’idea distorta della
loro terra natia, ritenendo che essa abbia sempre, nel corso dei
secoli, versato in questo stato di degrado e non sia mai stata
florida e importante.

Questo articolo,
pertanto, è destinato a uso e consumo dei più giovani, i quali non
devono però dimenticare che la storia – bellissima – della loro
città e quella dei tanti personaggi famosi che vi sono nati o
l’hanno abitata – scienziati, medici, statisti, avvocati,
artisti, musicisti – si apprende soprattutto leggendo almeno
qualcuno dei tanti libri che autorevoli e illustri storici e
giornalisti hanno scritto e continuano a scrivere su questo
argomento. Solo così avranno un’idea di come, nel corso dei
secoli, Foggia ha realmente vissuto periodi di grande splendore.
Non voglio, in questa
sede, partire dal tempo di Federico II Imperatore, di cui tutti
conoscete l’amore che nutriva per le nostre terre (Foggia Capitale
del Regno, l’aver introdotto istituzioni fondamentali per il
funzionamento del Regno stesso, edifici storici ecc.) quanto
descrivere taluni aspetti dalla nostra storia più recente, in
particolare quella dell’800 e del secondo dopoguerra, dopo i
tragici bombardamenti dell’estate del 1943.

Nel 1806, si legge nel
citato testo del De Santis, “Il Re di Napoli Giuseppe
Bonaparte…. operò la nuova suddivisione delle circoscrizioni
provinciali del Reame. Certamente in virtù della grande importanza
raggiunta fin da allora dalla città di Foggia, sia demografica che
commerciale, industriale e specialmente per la sua posizione
centralissima nel territorio della Capitanata e quindi come
confluenza di traffici che l’allacciavano con tutte le zone
limitrofe: Abruzzo e Molise, Campania, Basilicata e dell’alta
Puglia
…”.
Sin da quell’epoca,
quindi, Foggia occupava un ruolo di preminenza nei traffici viari che
ne avrebbero fatta diventare, a fine secolo, crocevia delle più
importanti direttrici ferroviarie italiane e sede di una delle
stazioni più importanti del Paese e, se non fosse stata fatta
decadere, sarebbe certamente, oggi, una delle più importanti
d’Europa.

Proseguendo, occorre
ricordare come, sempre nel 1806, Foggia fosse diventata sede
dell’Intendenza di Finanza, sottratta a Lucera in cambio di un
Convitto di Stato tra i più rinomati nel Regno di Napoli. Ma l’apice
la nostra città nell’800 lo colse senz’altro con l’istituzione
di ben otto cattedre universitarie.
A partire dal 1859,
infatti, venne avanzata, ed evidentemente accolta, da Francesco II di
Borbone – malevolmente soprannominato Franceschiello, il cui
padre, Re Ferdinando, poco tempo prima era stato a Foggia – la
richiesta dell’allora sindaco Vincenzo Celentano, per l’istituzione
della Università di Foggia. Sul punto, in realtà, non tutti gli
storici sono d’accordo nell’accreditare detto sindaco di
un’azione così altamente meritoria. Carlo Villani, per esempio,
avanzò l’ipotesi che le quattro cattedre fossero state concesse
per ristorare Foggia dall’assegnare a Lucera il Liceo Governativo.
Ma, ciò che qui
interessa, è il dato storico dell’istituzione a Foggia delle
Facoltà di Chimica e storia naturale; Fisiologia ed anatomia
comparata; Diritto e procedura civile; Diritto e procedura penale.
Queste ultime due cattedre furono rette rispettivamente dal sindaco
Vincenzo Celentano e dall’Avvocato Ferdinando Villani, padre del
citato storico Carlo.
La fresca Università di
Foggia ottenne rapidi successi in termini di studenti e di percorsi
di studio, tanto che, come si apprende dallo stesso C. Villani, dopo
l’estate del 1856 furono aggiunte altre cattedre: Medicina Legale e
pratica; Patologia clinica e ostetricia; Diritto romano e patrio. A
tutte queste si deve aggiungere la già esistente e avviatissima
cattedra di Agricoltura.
Si può immaginare il
fermento culturale e la crescita che le citate cattedre universitarie
recarono alla nostra città, elevandola tra quelle più rinomate del
Regno e non solo. Si aggiunga che, sempre a Foggia, erano presenti
molti altri centri che, in un modo o nell’altro, erano espressione
del “potere” politico/economico/istituzionale, come la Direzione
compartimentale dei Telegrafi; le Direzioni delle Gabelle e del
Demanio e Tasse e il Tribunale del Commercio.

Quando, dunque, Foggia
raggiunse un’importanza tale da offuscare quella di altre città,
che avrebbero invece voluto vantare, a loro titolo, potere e
rilevanza (corsi e ricorsi storici, come vedremo…), ecco iniziare
l’opera di depauperamento e di “sottrazione” alla nostra città
delle sue strutture più importanti, che lo stesso Villani già
allora addebitava in qualche modo all’insipienza degli
amministratori succedutisi in quel periodo.
Si inizia nel 1863 con il
trasferimento della Direzione dei Telegrafi a Bari, dove vennero
trasferite anche le Direzioni delle Gabelle e Tasse; venne abolito il
Tribunale del Commercio e, piano piano, anche le cattedre
universitarie, col risultato di sottrarre a tanti giovani la
possibilità di intraprendere studi superiori, dal momento che le
Università più vicine erano quelle di Salerno e Napoli, mentre
quella di Bari doveva, addirittura, essere ancora istituita.

Persi tutti, o quasi, i
centri nevralgici del potere, e “costretta” a rientrare nei
ranghi di città di provincia, cominciò per Foggia un periodo di
relativo, ma evidente, decadimento.
Agli albori del 1900,
come ho accennato, una nuova Foggia, però, stava per rinascere e
tornare a ricoprire un ruolo fondamentale per la nuova nazione da
pochi decenni nata, grazie soprattutto allo sviluppo e alla crescita
esponenziale dei traffici civili e di merci che transitavano nel
nostro importante nodo ferroviario.
Nei primi decenni del
nuovo secolo, venne inaugurata una miriade di strutture importanti,
tra le quali l’aeroporto “Gino Lisa”, il campo Fiera, il
Poligrafico dello Stato, la Banca d’Italia, l’Istituto per
l’Incremento Ippico (i famosi “Cavalli Stalloni”), il Distretto
Militare (che divenne sede – tra l’altro – della Commissione
Medica di Leva), la Scuola di Polizia ospitata nella Caserma “Miale
da Troia”, i Magazzini Standa e molto altro.
Intorno a queste
strutture nacque e rifiorì la nuova Foggia. Pensate che due interi
quartieri sorsero nei pressi della Stazione ferroviaria e della
Cartiera; edifici e case destinate ad essere abitate da migliaia di
dipendenti di queste due grandi strutture. La Fiera dell’Agricoltura
in pochi anni divenne “internazionale” e seconda in Italia, per
importanza, dopo quella di Verona. Ogni anno migliaia di persone,
specie gli addetti del settore, provenienti non solo dall’Italia,
si davano convegno nei suoi padiglioni e stringevano accordi e
contratti commerciali. La città crebbe, di conseguenza, anche da un
punto di vista economico e sociale. La guerra e gli improvvisi e
disastrosi bombardamenti del 1943, con la distruzione di quasi tutta
la città e il suo carico di migliaia di morti, sembrò dover
spazzare via, per alcuni anni, tutto quello che faticosamente aveva
conseguito, soprattutto grazie a coloro che rappresentavano in quei
tempi le Istituzioni e la politica nostrana. Ma così non fu e la
ricostruzione portò con sé, per Foggia, un prezioso nuovo “boom
economico” allorché, a fianco di tutte le Istituzioni sopracitate,
fiorì anche un buon polo industriale (Lanerossi, tre Zuccherifici,
fonderie e officine meccaniche, Frigodaunia, Daunialatte, grandi e
moderni pastifici e molini, caseifici e industrie di trasformazione
dei prodotti agricoli, oltre all’apertura di tante attività
commerciali, cinematografi, ecc.). Anche l’aeroporto civile “Gino
Lisa” riprese stabilmente i collegamenti aerei, con l’ATI,
collegando la città a Roma (due volte al giorno!) Bari, Taranto e
Trieste. Anche la disoccupazione in quegli anni diminuì e Foggia,
negli anni dal 1960 al 1980, divenne una delle città più
importanti, non solo della Puglia ma di tutto il meridione.

E’ stato proprio a
ridosso di questo grande exploit della nostra città, che è
iniziata l’opera ”trasversale” del suo ridimensionamento. E non
può essere definita che così la “regolare” sottrazione al
nostro territorio di tutte (ma proprio tutte!) le Istituzioni e i
luoghi pubblici di cui sopra abbiamo parlato.
Probabilmente il grande
risalto che anche la stampa nazionale dava alla città, l’interesse
dei media in genere, la crescita dell’economia e l’espansione del
turismo verso il Gargano, il crescente interesse della politica per
Foggia – il tutto a scapito di altre città, pugliesi in
particolare – indusse ad avviare quell’opera di “demolizione”
sistematica del potere che Foggia aveva acquisito.
Così, il Distretto
Militare e la Commissione medica vennero trasferiti a Bari, con tutti
i positivi benefici economici e sociali che da tale presenza
derivavano: centinaia di giovani provenienti da ogni parte della
Puglia che si recano giornalmente a Bari per le visite mediche, per
esempio, farebbero gola a chiunque; il Campo Fiera e la sua
importante realtà fieristica lasciati lentamente e progressivamente
decadere senza una politica di sostegno e investimenti, come invece
era stato fino ad allora; la Scuola di Polizia chiusa con altre
perdite economiche; il Poligrafico dello Stato fortemente
ridimensionato con spostamento, altrove, di molte produzioni; i
grandi Magazzini Standa chiusi (acquistati da Berlusconi); la Banca
d’Italia, Servizio tesoreria e al pubblico, trasferita a Bari;
l’aeroporto civile “Gino Lisa” ormai chiuso e dimenticato da
una politica regionale che ha in mente solo lo scalo barese; la
Stazione ferroviaria fortemente ridimensionata, anzi, quasi ridotta a
mero transito di treni regionali e di qualcuno a media percorrenza
(essendo stati eliminati quelli a lunga percorrenza) e destinata, nei
progetti in corso, a diventare uno scalo di importanza regionale!
Sempre a vantaggio della stazione del capoluogo di regione che da una
semplice stazione di passaggio è diventata – senza alcun substrato
morfologico, territoriale e naturale, come è per Foggia – una
stazione di primo livello. Delle industrie e fabbriche sopra
menzionate non ne rimane che qualche vuoto scheletro di cemento.

Siamo così giunti alla
fine di questo excursus che, spero, avrà fatto comprendere
alle nuove generazioni di foggiani che la loro città ha avuto lustro
ed onori e che solo a causa del disinteresse di quanti si sono
succeduti al timone di comando, è stata portata alla deriva nella
quale oggi è adagiata.

A voi, dunque, il compito
di farla risorgere, come già accaduto in passato, e riportarla al
ruolo che le compete nel panorama non solo italiano.
Siamo ultimi in tutte le
classifiche e peggio non si può, ma ricostruire, invece, si deve e
si può!

ATTENZIONE! Questo blog si è trasferito da Blogspot a Wordpress in data 16/01/2020.
Se dovessi riscontrare immagini mancanti, post incompleti o altri problemi causati dalla procedura di trasferimento, sei pregato di segnalarlo a info@amaraterramia.it, te ne sarò grato.

5 commenti su “Perchè essere fieri di Foggia e perchè credere in un suo risveglio”

  1. Credo che in questo articolo sia contenuta la mia voglia di ridare splendore ad una città dalla forza e potenza inimmaginabile <3
    I love FOGGIA
    Per piacere, continuate a raccontare e a far sapere la verità sulla nostra città. I FOGGIANI NON LA CONOSCONO!

    1. una bella storia raccontata per io che ho vissuto quegli anni bellissimi della mia gioventù. Spero che Questo sia letto anche dai ragazzi di Foggia perché non hanno vissuto gli albori di Foggia deli anni 60 70.Ed in particolar modo ai politici attuali cosi cme hanno ridotto questa povera città Non voglio prolungarmi oltre

      complimenti per l'articolo.

    2. Beh devo dire che ero ignorante in materia perché di Foggia conosco pochissimo. Mi fa rabbia vedere quanto la storia possa essere maestra di vita e venga assolutamente ignorata la sua divulgazione. Bravi ottimo sito! Continuerò a seguirvi si Fb come faccio da un po' ormai

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