di Domenico S. Antonacci (foto Nazario Cruciano)
Mentre l’archeologia manfredoniana vede nuova luce non se la passano certo bene i pochi siti archeologici valorizzati (sulla carta) del Gargano più interno.
Risalgono ormai a molti anni fa i lavori per il Parco Archeologico di Devia, istituito con l’intenzione di valorizzare i resti (quei pochi portati alla luce) della città di Devia, antico nucleo fondato dagli slavi a pochi chilometri da Torre Mileto che oggi custodisce il gioiello romanico di Santa Maria.
Gli unici a fruire di tutto sono i vandali che, essendo una sottocategoria dei criminali, sul Gargano hanno gioco facile (a tutti i livelli).
Ah, dovrebbe esserci un guardiano (o c’era) ma non si è mai capito bene quale funzione esercitasse effettivamente; da racconti raccolti pare non fosse un guardiano nel vero senso della parola ma un diffuso esemplare di “guardiano garganico”.
A chi davvero è interessato a visitare la chiesa (almeno esternamente) e si scoraggia trovando il cancello chiuso, sulla sinistra trovate un’apertura.
A subire le devastazioni sono le staccionate e le altre strutture per l’accoglienza dei visitatori |
Reperti archeologici openair |
Chiesa romanica di Santa Maria di Monte Devio/D’Elio |
Almeno qualcuno ne trae giovamento….abbattendo ulivi secolari. |
Rivoltante!
(è un aggettivo ma qui lo intendo usare come participio presente del verbo rivoltare nel senso che questo scempio chiama alla RIVOLTA dei cittadini e delle associazioni culturali del Gargano contro questa devastazione vandalica e criminale)