Un precedente che potrebbe essere determinante per Grotta Paglicci.
Resta il fatto che la grotta, almeno nelle condizioni attuali, non può essere visitabile e fruibile per altre questioni legate alla sicurezza e all’integrità delle pitture ma…mai dire mai!
C’è da dire che la proprietà è sempre stata disponibile ed aperta a chi volesse visitare l’esterno della grotta o ai tanti archeologi che si sono succedutisi negli anni.
Dal corrieredelveneto.corriere.it
Il Comune di Fumane aveva avviato il percorso di esproprio per renderla a tutti gli effetti un bene pubblico. Il Tar ha respinto il ricorso dei proprietari.
Collocata in una proprietà privata all’interno del Comune di Fumane, in un terreno boschivo lungo il versante, difficilmente sfruttabile economicamente, oggi la Grotta si trova al centro di una vicenda legale: «Il Comune di Fumane – continua l’archeologa -, dopo anni di progetti per la valorizzazione e lo studio realizzati in accordo con la proprietà, dietro certificazione di “luogo di pubblica utilità” emanata dalla Soprintendenza che già dal 1997 l’aveva vincolato, ha avviato un procedimento di esproprio con l’intenzione di acquistare il terreno dove la Grotta insiste. Una scelta volta a rendere il sito, con il suo alto grado di importanza scientifica, a tutti gli effetti un bene pubblico e che arriva dopo i molti investimenti di denaro statale e regionale impiegato anche per renderlo visitabile e per proteggere con tettoie e recinzioni i suoi preziosi sedimenti, per molto tempo profanati da scavatori abusivi. Esproprio contro il quale però i proprietari hanno presentato ricorso». La notizia recente è che il Tar del Veneto ha respinto il ricorso, confermando la tesi della pubblica utilità sostenuta dal Ministero dei Beni Culturali, un grado di giudizio a cui ne potrebbe seguire un altro al Consiglio di Stato.
