Ah che bella novità!
Il 4 gennaio 2024 è stato presentato il progetto di un parco fotovoltaico galleggiante di “soli” 143 ettari nel lago di Varano, precisamente nella zona est, quella prospiciente il Crocefisso di Varano.
Il progetto sarà sottoposto alla fase autorizzativa e non è scontato che venga approvato (sarebbe surreale ma in Italia tutto è possibile).
Qualcuno dirà “e ma allora le rinnovabili come le volete?”.
Il problema di fondo è l’approccio “industriale” di certe società disposte a tutto pur di accaparrarsi ricavi; un approccio sostenibile alle rinnovabili è quello di impianti diffusi o, comunque, non in zone sensibili da un punto di vista naturalistico come il Gargano.




Al progetto del parco fotovoltaico vero e proprio si affiancano quelli delle sottostazioni su terra, tra le quali la sottostazione di trasformazione collocata nel mezzo di un’area ad alta pericolosità idraulica, la palude Muschiaturo bonificata nel corso del ‘900.

Gli altri due edifici, invece, sarebbero situati in corrispondenza della cava dove furono seppelliti i capodogli spiaggiatisi a Capojale nel 2009.

Per dare quella che, a mio giudizio personale, è una parvenza di approccio “green”, si è ricorso alla forma del fiore del cisto di clusio, una delle varie piante rare presenti sul Gargano (la ritroviamo in Sicilia e basta).
Forse qualcuno dovrebbe dire ai progettisti che la pianta cresce sull’istmo di Lesina, non su quello di Varano.
Sarcasmo a parte, lascia allibiti fin dove ci si possa spingere quando si tratta di business.