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Le minoranze linguistiche francoprovenzali e arbëreshë in Provincia di Foggia

Forse pochi sanno che nella nostra provincia esistono due piccoli comuni dove si parla una lingua diversa dall’italiano e dal dialetto foggiano (che rimane un dialetto e non una lingua), il francoprovenzale. I paesi sono Faeto e Celle di San Vito, si trovano sul subappennino dauno (Faeto è il comune più in alto) ed insieme costituiscono la Daunia Arpitana o Francoprovenzale. Ma che lingua è, e come mai si parla proprio qui?
Le ragioni non sono del tutto certe ma si è propensi a pensare che siano stati dei soldati francesi con le loro famiglie al tempo degli Angioini (XIII secolo) a dare il via a questa che oggi è l’unica isola linguistica francoprovenzale dell’Italia penisulare. Da allora questa lingua si è mantenuta intatta ed è stata oggetto, a partire dal XIX secolo, di molti studi (i primi poco accurati a dire il vero).
Un tempo colonie provenzali erano più diffuse nella Capitanata (basti pensare a quella di Lucera) e l’impiego del francoprovenzale è stato di gran lunga prevalente sino al primo Novecento tanto che fino agli anni ottanta vi erano ancora alcuni abitanti monolingui, mentre oggi, gli abitanti del luogo, conoscono sia il dialetto foggiano che la lingua italiana. Nel 1999 lo stato ha riconosciuto ufficialmente la minoranza linguistica francoprovenzale di Celle e Faeto.
Gli abitanti, infatti, possiedono numerose garanzie a favore dell’idioma parlato, come ad esempio l’insegnamento nelle scuole primarie, la possibilità di utilizzare la lingua negli atti ufficiali del Comune di Faeto (Cummùne de Faìte). Attualmente è allo studio la possibilità di creare una Zona Bilingue Francoprovenzale, alla stregua delle popolazioni della Val d’Aosta e dell’Alto Adige.

Non ci dobbiamo stupire comunque di queste minoranze; ne esistono altre molto vicino a noi: in Molise infatti ci sono comunità albanesi (o meglio Arbëreshë) a Campomarino, Montecilfone, Portocannone e Ururi
mentre sempre nella nostra provincia abbiamo Chieuti e Casalvecchio di Puglia; minoranze croate in Molise sono a Montemitro, Acquaviva Collecroce e San Felice del Molise, tutti comuni che vedono questi gruppi protagonisti da secoli con la loro lingua e i loro usi e tradizioni. Le ragioni sono da ricercare in emigrazioni (spesso volute proprio dai nostri regnanti) di massa che avvennero nel corso dei secoli; non molto si discosta la vicenda di Peschici e Vico del Gargano che furono popolati, intorno all’anno Mille, da centinaia di slavi ed i residui della loro lingua nel nostro dialetto esistono ancora oggi ( Vestigia slave nel dialetto di Peschici).

Per saperne di più
Fonte: wikipedia.org

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