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La transumanza sul Gargano, la vita dei nostri antenati pastori

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Tutto il testo che trovate sotto è riportato dal sito www.storiaetradizionidicapitanata.it
Consiglio una lettura attenta a tutti quelli che volessero finalmente e veramente conoscere cosa era la transumanza per i pastori del Gargano, non un semplice trasferimento ma uno stile di vita; troverete tre bellissimi racconti (non so di che anno, suppongo di prima metà dello scorso secolo) alla fine dell’articolo. Buona lettura

La presente ricerca, relativa ai pastori e agli allevatori garganici tradizionali, che si sviluppa fondamentalmente attraverso la tecnica dell’intervista, si propone di salvare parte della memoria storica delle tradizioni pastorali garganiche, grazie al contributo degli ultimi testimoni, alla testimonianza di un campione degli ultimi pastori tradizionali viventi. L’inchiesta riguarda quasi l’intero territorio garganico. I garganici non partecipavano alla grande transumanza (Foggia-L’Aquila) se non come pastori salariati (tranne rare eccezioni); erano chiamati a lavorare dai grandi proprietari, come Pedone, Caione, ecc. Questo perché non erano proprietari di grandissimi greggi, la cui sopravvivenza e qualità della vita giustificassero tale spostamento. La transumanza garganica, piano-montagna, avveniva in loco e manteneva caratteristiche e organizzazione simili alla grande transumanza.
Erano i pastori dei paesi garganici confinanti col Tavoliere ad avere maggiori possibilità di partecipare, in qualche modo, al fenomeno secolare della transumanza. Solo nel’900, anche se non si può escludere qualche precedente, si assiste al transumare nei paesi abruzzesi d’alcuni allevatori garganici, che hanno potuto partecipare al fenomeno grazie al legame con pastori abruzzesi e al loro interessamento. I contatti con gli abruzzesi sono stati molteplici e produttivi; spesso i pugliesi si trovavano nelle vesti d’alunni e gli abruzzesi in quelle di maestri, ma non mancavano pastori del Gargano, di grande competenza, che non avevano nulla da invidiare ai pastori dell’ Abruzzo. I pastori della rete della transumanza si sono sempre trattati fraternamente, quasi come elementi di uno stesso popolo. Nelle zone dell’Abruzzo e del Molise, la pastorizia viveva un’esistenza pacifica, priva di veli pericoli; la zona della Daunia era invece caratterizzata da numerosi episodi di furto, che danneggiavano l’operato dei pastori. I pastori garganici erano tali soprattutto per tradizione, cioè il figlio di un pastore di pecore prendeva anche lui le pecore, però non mancavano casi di pastori che sceglievano di allevare animali diversi da quelli che avevano avuto i loro genitori e non mancavano nemmeno persone che, pur vivendo in una realtà dove si svolgevano sia attività agricole che pastorali, sceglievano di dedicarsi esclusivamente alla pastorizia. Molto diffuse erano le realtà in cui i soggetti si dedicavano sia all’agricoltura che alla pastorizia. Moltissimi erano, però, sul Gargano, quelli che si dedicavano esclusivamente alla pastorizia. Caratteristico e significativo il caso particolare di famiglie che, al di là delle attività lavorative dei propri componenti, allevavano alcune pecore per la lana, delle capre per il latte, il maiale per la carne ed altri piccoli animali per le uova, ecc. Gli antichi pastori garganici (fino a 50 anni fa) erano abilissimi artigiani. La loro bravura e la loro competenza li rendeva autosufficienti sotto tutti i punti di vista. Tessevano, confezionavano il vestiario, costruivano gli utensili del lavoro (cravasce, cucchiai, scodelle, ecc.), le capanne di campagna, i mobili (usando ferule ed altro legname), ecc. Sapevano scolpire su legno delle bellissime figure d’animali ed altri tipi di abbellimenti. Modellavano, con la pasta del caciocavallo, derivante dal latte di mucca, soggetti tradizionali di grande valore antropologico. La pastorizia garganica (ma questo è valido dovunque) era legata alle caratteristiche del territorio. C’erano zone dove andava bene la pecora, altre dove andava bene la capra, ecc. Quindi c’era una diretta connessione tra il tipo di natura e il tipo d’animale allevato. L’ambiente poi condizionava i percorsi della transumanza locale. Alcuni pastori hanno sottolineato la tendenza, che gli animali avevano, di transumare spontaneamente, al di là della guida dei pastori. Ciò ricorda la loro condizione spontanea precedente l’addomesticamento. Il pastore era anche un ottimo conoscitore dei diversi tipi di pascolo e ne conservava gelosamente i segreti. Nel passato gli allevatori si servivano, quasi esclusivamente dell’alimentazione a pascolo, per motivi tradizionali ed economici. La zona più adatta alle pecore era quella di San Giovanni Rotondo, il paese dei pastori, dove la pastorizia, in genere, era totalizzante rispetto agli altri paesi del Gargano. Di pecore se ne trovavano anche a San Marco, ad Apricena, a Rignano, a Sannicandro, a Carpino, a Cagnano, ecc. Moltissimi erano gli allevamenti di capre sul Gargano. Assai diffusi lo erano nei paesi confinanti con la Foresta Umbra, cioè vicino Monte Sant’ Angelo, Mattinata, Vieste, Vico, ma ce n’erano molti anche a Sannicandro, a San Marco in Lamis e in genere su tutto il territorio garganico, dove la capra nera era forse l’animale più diffuso. Ogni paese aveva il gruppo dei caprai (i “caprarelli”) attorno all’abitato, che produceva il latte per i paesani, mungendo le capre davanti ai clienti, per strada. I pastori garganici s’incontravano nei pascoli di confine dei rispettivi paesi, nelle fiere, nelle cantine, nelle taverne e si scambiavano informazioni su come migliorare i pascoli, i greggi, ecc.; non c’era molta invidia tra loro, anzi vi era solidarietà. In tali luoghi si evidenziava anche la cultura dei pastori, i quali conoscevano storie di briganti, epopee cavalleresche di paladini, storie di santi, fiabe, favole, ecc.

Alcune bellissime interviste fatte a tre pastori del Gargano:

http://www.storiaetradizionidicapitanata.it/dellimuti.htm
http://www.storiaetradizionidicapitanata.it/cassano.htm
http://www.storiaetradizionidicapitanata.it/difelice.htm

Fonte: storiaetradizionidicapitanata.it

Un altro post sulla transumanza

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