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Azioni e tradizioni: La calza dei morti in Capitanata


di Pino Donatacci

Chissà quante volte ci siamo chiesti perché la calza dei morti a Foggia si regala a Novembre in occasione della festa della commemorazione dei defunti, mentre in quasi tutto il resto d’Italia si regala il giorno dell’Epifania. Il motivo è questo: l’arco di tempo che trascorre tra la notte di ognissanti e quello della befana è considerato come un tempo in cui i morti ci vengono a far visita. Il primo Novembre entrano nel mondo dei vivi e il giorno dell’Epifania ritornano nel regno dei morti.

Questo periodo corrisponde alla lunghezza dell’autunno durante il quale la natura si prepara a morire. Gli antichi erano grandi osservatori dei fenomeni naturali e ritenevano che quello che avveniva alla natura, succedeva anche all’uomo. Come dare loro torto se consideriamo che l’uomo è un elemento della natura? Per cui le foglie che cadono, i colori scuri che si sovrappongono ai colori caldi estivi, l’autunno che succede all’estate erano per gli antichi tutti presagi di morte.
In questo contesto e per mezzo del pensiero simpatico, l’uomo antico credeva che questo fosse il tempo dei morti e che, anzi, i morti sarebbero ritornati a trovare i vivi per giustificare la ciclicità delle stagioni. Intorno a queste credenze, che ben presto si trasformarono in convinzioni, si sviluppò una ritualità. Michelina A. una acuta informatrice proveniente da Borgo Croci, così si esprime in un’intervista “Qualche giorno prima dei morti nostra madre ci toglieva dalle orecchie il cerume e ne faceva una candelina. Il giorno dei morti socchiudeva l’uscio della porta e poggiava sull’uscio un catino con dell’acqua dentro. Diceva che quando accendeva la candelina sull’acqua si vedevano le ombre dei morti che passavano in processione”.

Questo rito è diffuso in molti paesi della Capitanata come ad esempio Orsara di Puglia dove i morti vengono chiamati “cocce priatorije” (teste del purgatorio). E’ chiaro che i morti, nell’immaginario collettivo, si comportano come i vivi, per cui andando a far visita ai parenti avrebbero portato dei doni, in questo caso dei dolci. La calza dei morti, e quindi anche quella della Befana, ha il significato del dono che i morti fanno ai vivi, ma soprattutto ai bambini ai quali i morti, si presume per vecchiaia, lasciano il testimone.

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