Mi imbatto in Davide Ciampi, di Mattinata, leggo qualcosa sulle sue esperienze, alcune all’estero, immagino abbia almeno una trentina di anni…ma ne ha 22.
Parte l’embolo della curiosità e si va, giù di domande a catena (permettetemi lo slang, questo non è un blog serio, proprio come non lo è il sottoscritto).
–Davide, allora dicci qualcosa su di te
Ho 22 anni. Da dove cominciare?
Sin da piccolo a scuola non amavo ascoltare i consigli degli altri e ho quasi sempre fatto di testa mia. Nel bene nel male. Cercando di risolvere a meglio i periodi negativi. Non amo fare le cose per “dovere” e il più delle volte accetto di rinunciare a ciò che vorrei, solo per passione. Mi piace essere sincero e nascondo poco.
-Ho già letto che ti trovi all’estero…
In realtà sono sempre stato molto attaccato alla patria e uscire dall’Italia non mi sarebbe mai piaciuto.
Da cuoco: Lasciare i sapori, gli odori e il gusto dell’Italia è dura! Ero convinto di iniziare a lavorare al nord. Perché al sud si lavora il più delle volte solo per denaro. Tutti promettono tanto. Ma in fondo lo scopo è sempre e solo uno. (no che all’estero sia tanto diverso).
Ma una vacanza a Londra mi ha aperto nuovi orizzonti. I miei amici (lì da tempo) parlavano di: commis, demi chef, chef de partie, junior chef, sous chef, chef e executive. Per non parlare della sala e del bar. Loro dicevano che se a Londra vali ti puoi ritrovare a fare lo chef di partita in pochi mesi. In Italia (sopratutto al sud) si parlava di commis, chef di partita e chef. In qualche albergo più grande sous chef e executive.
Per “godermi” la vacanza, invio anche qualche curriculum. Dopo poche chiamate ricevute, capisco che a Febbraio 2014 dovevo mettermi in gioco nel regno della regina.
-Quali sono le tue esperienze all’estero?
Le esperienze sono abbastanza brevi, ma tante, proprio perché mi piace conoscere e anche perché ho la fortuna di apprendere la lingua base in pochi mesi, quindi mi ritrovo sempre a cercare qualcosa di nuovo, per professionalità, sarò costretto a trovare il mio punto fisso in poco tempo. Però sin ora sono molto soddisfatto! A Londra hai tante opportunità solo che se non hai un curriculum forte e non sai l’inglese devi partire dal lava piatti e sbatterti un po’. Così ho deciso di investire il denaro guadagnato in Italia con un corso di Inglese e uno stage al ‘Dinner by Heston Blumenthal’; da lì ho capito che lavorare per tanti soldi non è importante quanto imparare. Rifiutando diverse offerte in ristorantini di Londra, decido di lavorare al ‘Nerua’, uno stellato di Bilbao che cresce cuochi e organizza corsi culinari con la Basque Culinary Center. Con questo curriculum e con la fortuna di conoscere la gente giusta riesco a fare eventi apprezzatissimi in Danimarca; a lavorare in Portogallo e in Austria con grandi nomi come Matteo Ferrantino e Dieter Koshina.
-Da quando sei fuori vedi il Gargano con un altro punto di vista?
Da quando sono fuori il Gargano purtroppo è solo un pezzo di cuore, dove ho lasciato tutto e posso tornarci solo per vacanza o affetti. Al momento la penso cosi, purtroppo!
-Quanto Gargano porti nel tuo lavoro?
Ho solo 22 anni. Al momento voglio solo imparare. Del Gargano porto le piccole esperienze iniziali: le estati a sudare in cucina mentre tutti si divertivano, i sacrifici per guadagnare quei soldi che poi ho investito per quello che faccio ora. Niente di eccezionale.
Quando mi chiedono di preparare il pranzo del personale , con i pochi ingredienti a disposizione cerco sempre di trovare i nostri sapori, apprezzatissimi da tutti. Adesso farò un evento a Santiago de Compostela e con il mio collega Luis Villaverde abbiamo scritto un menù tutto pugliese.
Sin ora il più delle volte sono rimasto a guardare e a preparare ciò che i miei chef volevano, ma sono sicuro che un giorno potrò portare qualcosa di garganico, anche in un piccolo ristorante!
-Beh, ho letto che in realtà c’è già qualcosa in cantiere?
In realtà si, faccio prima a lasciarvi il link…Acquasala, orecchiette, brasciole e Puglia nel ”Cammino di Santiago”
-Pensi ad un tuo futuro sul promontorio?
Tornerei a casa e aprirei un ristorante solo se avessi tanti soldi da investire e tanta fama. Purtroppo è un rischio partire dal Gargano, tutti questi anni per poi trovarsi al punto di partenza? E’ veramente qualcosa di azzardato. Se cambiano tante cose e la gente cambia mentalità, ripartirei anche domani dal Gargano, ma purtroppo penso che ci passeranno i miei figli e anche i miei nipoti (di questo passo).
Mi faccio capire in Inglese, Spagnolo, Portoghese e ora inizio a praticare il Tedesco. Ho girato tanto. Penso sia ora di cercare un progetto a lungo termine, dove possa crearmi un futuro solido e crescere con un team forte. Se non arriva, sarò costretto a rovistare ancora un po. Importante avere pazienza e cogliere l’attimo fuggente.