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Terremoto: Gargano a rischio ma (ovviamente) non siamo pronti.

Un “movimento laterale tra le microplacche appenniniche e adriatiche che può ricaricare le molle delle strutture superficiali” e quindi andare, con il tempo, anche a sollecitare le faglie vicine e meglio conosciute.

Vale a dire quelle delle aree e regioni limitrofe.
E’ l’idea che il professor Antonio Moretti, geologo dell’Università dell’Aquila, si è fatto dei terremoti che stanno interessando il Basso Molise. Si dice preoccupato perché queste scosse si collocano “in una specie di ‘buco’ sismico tra la zona del Gargano e le strutture della dorsale appenninica”, un’area a rischio di scosse ancora più forti.
In una delle mappe di pericolosità sismica dell’INGV Moretti indica una zona che dall’Appennino si protende verso est fino al Gargano, una “struttura trascorrente, cioè a scorrimento trasversale, che in passato ha dato luogo a notevoli scosse, tra cui il terremoto-maremoto della Capitanata del 30 luglio 1627”. Le scosse attuali, dice, “sono più all’interno rispetto al 1627, ma sulla stessa struttura. Venga o meno un forte terremoto nell’area nel prossimo futuro, la sostanza non cambia: non siamo preparati


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