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Kàlena, scoperte probabili nuove tracce del suo passato

Amo questo luogo, il Gargano, perchè ti sorprende sempre, nel male…e nel bene, che guarisce sempre le ferite.

Qualche giorno fa, durante il Trekking sui Sentieri dei Trabucchi, osservando un’antica cava a Punta Lunga (Vieste) ho notato una lettera incisa, una K, o meglio un monogramma.

Subito mi è venuta in mente un’altra K, già nota, incisa sulla roccia nei pressi di Monte Pucci, a ovest di Peschici.
Ma cosa indicano queste lettere?

Titolo di confine di Kàlena su Monte Pucci

Si tratta di titoli di confine dei possedimenti dell’Abbazia di Kàlena di Peschici, tra le più antiche abbazie d’Italia.

Privilegio di Ruggero II su Kàlena

Ruggero II re di Sicilia, acconsentendo alle richieste fattegli più volte dall’abate Giovanni e dai suoi confratelli del monastero di S.Maria di Càlena, il 18 luglio 1134 emana da Salerno un privilegio nel quale vengono evidenziati alcuni concetti base: Ruggero II prende sotto la sua sovrana protezione Càlena, ne elenca proprietà, beni, chiese, piccoli borghi e “castra” assoggettati al monastero, con introiti sul pescato, sulle carni ed i pedaggi da esigersi. Cita numerose località con toponimi oggi scomparsi (da Chiesa e religiosità popolare a Peschici, di T.M. Rauzino e L.B. Lenoci):

Nel territorio della città di Vieste la Chiesa di San Paolo con le sue pertinenze nel luogo che si chiama gosdanio.
Le chiese di San Giovanni de’ Ladroni, di San Salvatore, di San Marco, e Felice con le loro pertinenze.

Di questi titoli di confine si parla spesso nella storia dell’abbazia, soprattutto a proposito di alcune controversie sulla proprietà, come quella che vide i preti slavi di Peschici usurpare trecento tomoli di terra vicino Coppa Gentili, come dice un regesto del 1588, facendo spezzare e spiantare dal terreno un cippo lapideo con l’impronta del marchio di Tremiti (che limitava la proprietà) e facendone togliere altri nel territorio circostante.
Da qui l’esigenza di “marchiare” direttamente sul banco roccioso?

Ed ecco la possibile evidenza che lo scoglio con il monogramma (cerchiato a destra) sia stato pertinenza della chiesa di San Paolo, oggi scomparsa.

Mappa IGM 1.25:000 1956, nel cerchio a sinistra Monte San Paolo, in quello a destra la penisola dove è collocato il monogramma.
Carta delle Coste dell’Adriatico, 1830. San Paolo era già (o ancora) un rudere all’epoca. A destra la Punta con il probabile monogramma di Kàlena.

E ancora, la stella sopra la K, forse simbolo mariano che potrebbe avvalorare la tesi del monogramma di Kalena, dedicata alla Vergine Maria (a cui è dedicata l’abbazia).
Di seguito il bellissimo bassorilievo sul campanile a vela della chiesa, anche in questo caso è riportata la stella.

Foto di Michel di Bari

Questa sarebbe la seconda scoperta fatta casualmente sulla storia di questo luogo a cui sono caro per l’attivismo culturale testimoniato dall’impegno della prof.ssa Rauzino, che da anni si batte per il recupero e il restauro di Kàlena.

Tutti i lavori ordinati dalla Sovrintendenza e mai eseguiti
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