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I timori per prolungamento della supestrada nel 1992 in un articolo scientifico

Pochi giorni fa abbiamo pubblicato un post contenente mappe e documenti del progetto di prolungamento della superstrada fino a Vieste (qui per chi se lo fosse perso).
In questi giorni si sta attivando un importante dibattito tra naturalisti, associazioni ambientaliste, operatori del turismo sostenibile, ma dovete sapere che non è la prima volta che l’opera viene messa sotto la lente.
Era il 1992, infatti, quando veniva realizzato il tronco dallo svincolo di Ischitella fino a Vico del Gargano, un’opera che impattò sugli assetti idrogeologici, sul paesaggio e sul patrimonio edilizio rurale storico del “fosso dei mulini”, come era chiamata la profonda valle attraversata dalla nuova sede stradale.

Fosso dei mulini in una mappa del 1789 rinvenuta da Giuseppe Laganella

Anche all’epoca il mondo degli studiosi si mosse per porre interrogativi sugli effettivi costi-benefici dell’opera e soprattutto sugli impatti ambientali che questa avrebbe avuto.

IGM 1:25.000 del 1956, in rosso il tracciato dell’attuale SS693 da Ischitella a Vico del Gargano.
Lungo il percorso sono indicate grotte, sorgenti, ruderi, case di campagna. Sono diversi i racconti di operai che rinvenivano e tappavano cavità nel sottosuolo e scaturigini d’acqua.

Nella Biblioteca del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche è presente un interessante articolo tratto dal n.9 di “Genio rurale” 1992 dal titolo “La V.I.A. delle grandi opere pubbliche: il caso della Strada di Grandi Comunicazioni del Gargano” (download in fondo).

Prima pagina dell’articolo scaricabile a fine post

Quali sono i reali benefici e quale prezzo hanno e avranno per l’ambiente garganico? Quale prezzo dovrà pagare l’ambiente garganico per soddisfare la necessità pur sacrosanta, di una strada?

Sono queste le domande che fanno da legante a tutto l’articolo che porta sul tavolo gli elementi di valenza ambientale, culturale ed economica della zona che stava per esser stravolta dalla realizzazione del tronco stradale.

Quello che si tentava di fare era, in sostanza, provare a misurare gli impatti ambientali quando ancora le valutazioni di impatto non erano obbligatorie.
Interessanti alcune realizzazioni grafiche che tentavano di restituire in maniera immediata i livelli di impatto lotto per lotto.

E ora che abbiamo la VIA siamo al sicuro?
Chi lo sa! Intanto quella delle grandi opere che arrivano e distruggono territorio, oggi è la paura più grande per chi ama, vive e lavora grazie al prezioso ambiente naturale del Gargano.

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