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Sequestri nel lago di Varano: le istituzioni stabiliscano le regole una volta per tutte!

Molti avranno letto dei sequestri recentemente effettuati nel Lago di Varano.
Purtroppo dalla stampa si coglie solo un aspetto della vicenda; non emerge, ad esempio, che nel Lago di Varano non c’è mai stata una regolamentazione della pesca e che, quindi, pur di sopravvivere, i pescatori abbiano continuato a fare ciò che hanno fatto da sempre, come i loro antenati.
Nel frattempo le istituzioni avrebbero dovuto provvedere a fissare delle regole, come nel Lago di Lesina, ma così non è stato. E chi ne subisce le conseguenze? I pescatori.

A tal proposito è interessante ed esaustiva la lettura di un post di Gianfranco Pazienza, dal suo profilo Facebook (dopo le foto):

Discrepanze. Le paranze e i bertovelli sono sistemi di reti da pesca da posta fissa, tipiche delle nostre lagune, una caratteristica della piccola pesca tradizionale. In questi giorni la guardia di finanza le ha poste sotto sequestro nella laguna di Varano. Mentre nella laguna di Lesina sono normalmente autorizzate da un regolamento comunale ed ogni anno, a settembre, si svolge la tradizionale partizione delle acque, assegnate per estrazione alle cooperative e a singoli pescatori, per posizionare le paranze. Consuetudini e usi civici garantiti e riconosciuti anche dalla legge istitutiva del Parco nazionale del Gargano che avrebbe dovuto regolamentare e pianificare le attività produttive tradizionali, per valorizzarle e renderle più sostenibili, con maggiore attenzione agli ecosistemi lagunari. Questo non é mai ancora avvenuto. E non é stato mai sciolto il nodo che complica le cose gestionali, discriminando le paranze le une dalle altre: a Lesina sono autorizzate perché il regime della laguna appartiene al demanio comunale. A Varano le acque della laguna sono acque demaniali dello Stato. E tutto questo, a parità di conservazione dei diritti di uso civico, discrimina chi esercita l’attività di pesca o di acquacoltura tra Lesina e Varano. Problema antico e sperabilmente poteva essere affrontato e risolto con la volontà dei comuni e della Regione, nonché dalla pianificazione dell’ente Parco. Cosi non é e non é stato ed oggi, tra impianti a mare sotto sequestro e sequestro delle paranze nella laguna di Varano, l’intero comparto marino costiero, dedito alla pesca nel nord Gargano é paralizzato. La repressione dei reati ambientali é certamente un modo per far mettere in regola le attività. Ma nel caso della piccola pesca nelle lagune queste regole sul Gargano sono un groviglio inestricabile.
Oltre agli abusi dei pescatori, andrebbero sanzionati anche i tanti ritardi amministrativi, o negligenze per la mancata pianificazione, regolamentazione e controlli, con gravissimi danni al depresso sviluppo socio economico del Gargano che, soprattutto nella pesca, scoraggia e allontana il lavoro dei giovani.

Vedi anche la cartina dei tempi di ricircolo delle acque nel Lago di Varano

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1 commento su “Sequestri nel lago di Varano: le istituzioni stabiliscano le regole una volta per tutte!”

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