Vai al contenuto

John Bradford, il soldato inglese che scoprì l’archeologia sepolta nel tavoliere da un aereo

John Bradford e sua moglie in gita in Foresta Umbra, Pasqua 1955.
Inviata da Ena Servedio

A volte basta cambiare prospettiva per vedere cose altrimenti invisibili.
E lo aveva capito bene John Spencer Purvis Bradford, soldato inglese di stanza durante la Seconda Guerra Mondiale nella base alleata di San Severo (Foggia).

Questo post nasce su input della pagina Facebook “Lucera: Memoria e Cultura”, uno di quegli esempi che rendono questo social network un “posto” migliore.

Tornando a Bredford, fu lui a individuare per primo, nelle immagini scattate in volo dai colleghi piloti della RAF, i segni della presenza di antichi insediamenti dauni nel Tavoliere pugliese. Bradford alla fine del 1943 era stato destinato alla base aerea Alleata di San Severo dove rimase sino al 1945 in una sezione della Mediterranean Allied Photographic Reconnaissance Wing.

Fu il primo a individuare negli scatti effettuati dai colleghi militari in volo nei cieli della Puglia, siti di immenso valore archeologico. E a consegnare così all’Umanità la conoscenza di millenni di Storia attraverso l’individuazione di villaggi neolitici come quello di Passo di Corvo (11 km a NE di Foggia; 4.000-3.000 a. C.), o, tra tutti, l’abitato dauno di Arpi (9 km circa ancora a NE di Foggia; VIII-IV sec. a.C.) con fasi di occupazione di età romana (III a.C. – IV d.C.).

Per approfondire la conoscenza di questa storia vi lasciamo alla lettura completa qui.

Quello che ci interessa farvi conoscere oggi, invece, sono le foto ad altissima risoluzione che Bradford e i suoi commilitoni hanno scattato sul nostro Tavoliere, finalmente disponibili online e gratis!

Villaggio neolitico di Stazione Amendola (a sud della base militare)

Prima di lasciarvi al link per vedere le 39 foto selezionate e caricate su archive.org, ve ne mostro alcune nella seguente gallery evidenziando degli elementi in didascalia.

In rosso i siti archeologici scoperti da Bradford attraverso la fotografia aerea.
Due tratturi ancora ben visibili e quasi del tutto integri alla periferia di San Severo. In realtà si scorgono bene ancora oggi su Google Maps (vedi qui).
Un parco mezzi militari degli alleati a Masseria Il Seggio, Lucera.
Valle Ividori e Vituro tra Rignano Garganico e San Marco in Lamis. In basso il Calendaro, in alto a sinistra (dove c’è il bianco, neve?) Masseria Paglicci.
Masseria Candelaro, a poca distanza dalla base Amendola. Ben visibile il torrione circolare del casale medievale. Oggi tutto è spianato, sic!
Scopri qual è masseria Candelaro qui.
La base militare Amendola agli albori. Nella parte alta si nota l’attuale statale Manfredonia-Foggia.
Foggia. Ben visibili le migliaia di crateri provocati dai bombardamenti alleati. I morti furono migliaia.
La scacchiera di Ergitium (casale medievale scomparso la cui storia di intreccia a quella di San Severo) in contrada Torre del Casone.
Motta della Regina. Le motte erano rialzi perimetrici del terreno fatti a scopo difensivo intorno a villaggi medievali.
Oggi purtroppo questa e altre motte sono state “appiattite” dai lavori agricoli.

Eccoci giunti alla fine di questo breve post. A questo link potrete approfondire la storia di Bredford in Capitanata nel libro “Paesaggi sepolti in Daunia John Bradford e la ricerca archeologica dal cielo 1945-1957” a cura di Francesca Radcliffe Franchin.

Infine, cliccando sul pulsante in fondo non troverete solo le foto ma anche due pubblicazioni, una che approfondisce la storia dell’archivio, dal momento dello scatto alla recente digitalizzazione, l’altra sul villaggio neolitico di Cava Petrilli (Lucera).

Ed ancora oggi tutti noi possiamo essere “piccoli Bradford” virtuali su Google Earth…

Villaggio neolitico di Passo di Corvo

ATTENZIONE! Questo blog si è trasferito da Blogspot a Wordpress in data 16/01/2020.
Se dovessi riscontrare immagini mancanti, post incompleti o altri problemi causati dalla procedura di trasferimento, sei pregato di segnalarlo a info@amaraterramia.it, te ne sarò grato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *