I riti persi della settimana santa a Ischitella
di Gianluca Battista Chissà quanti articoli avete letto in questi giorni sulla settimana santa…una montagna probabilmente. Se poi ci aggiungiamo quelli scritti gli scorsi anni, il volume delle fonti aumenta a dismisura. Ma che ci posso fare, anche io devo dire la mia su questo evento. Tuttavia, dopo un certosino lavoro di indagine sui riti della settimana santa a Ischitella, sono riuscito, a recuperare qualche curiosità sconosciuta ai più. Intendiamoci, non tutto sarà nuovo per voi. Un po qui e un po là troverete notizie già note, che avrete fatte vostre già da anni. A conclusione della lettura di questo articolo sulla settimana santa di Ischitella (quella persa), potreste avere molte incognite…. Partiamo dalle cose semplici, parlando al passato : la Settimana santa di Ischitella comincia ufficialmente quando ci si scambia i ramoscelli d’ulivo la domenica delle palme, tocca il culmine durante le due processioni: quella dell’Addolorata e quella del Cristo morto, per poi concludersi la domenica di Resurrezione. Primi riti pasquali si ebbero a Ischitella intorno agli inizi del 700. Furono allora i cosiddetti “Disciplinati” congrega devota al SS. Crocifisso di Varano che non si flagellava solo per implorare le tante sospirate piogge, ma imitava il Cristo anche nei momenti di passione facendo Penitenza. I riti andarono sempre più crescendo con l’edificazione della spettacolare chiesa del Purgatorio e la sua congrega dell’orazione e morte. A differenza di ciò che accade oggi, essi avevano luogo dal giovedì santo e il venerdì santo con la visita dei sepolcri visitati per sette volte, e a parteciparvi erano tutte le congreghe. In più ogni confraternita, facendo pellegrinaggio ai sepolcri (intesi una volta nel vero senso della parola, il Cristo morto veniva esposto dal Giovedì Santo) recavano le tradizionali “Lagane e laganelle” , strumento in legno dal suono particolare, un caratteristico “trac- trac” che