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L’essenza del Gargano

Roccia, l’essenza del Gargano..pietra calcarea scavata dall’uomo per farne tombe, cave, macere, abitazioni…un fico d’india tenace ed una pianta di capperi rigogliosa laddove è impossibile per altre piante esser così felici.

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Amara terra mia sulla Web Radio della RAI!

Alle 16.30 su Radio Web Radio 8 c’è lo speaker garganico Berardino Iacovone a parlare del nostro Gargano nella trasmissione Qui Italia..sarà citato anche il blog Amara terra mia! Buon ascolto! LINK RADIO PER RIASCOLTARE LA PUNTATA

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Un racconto antico…emigrazione

Lago di Lesina e Majella sullo sfondo..foto di Francesco Ferrante da Puntodistella.it   Forse per adattarsi alla forma allungata della laguna, Lesina nasce dalla chiesa madre e si sviluppa in lunghezza costeggiando il lago. A differenza di molti altri paesi, che si articolano e gonfiano intorno a una piazza centrale, Lesina ingrassa poco, conservando le forme snelle che aveva in gioventù. Il viaggiatore in avvicinamento, con un minimo di fantasia, potrebbe facilmente tracciare con lo sguardo una immaginaria “L” sdraiata, e magari pensare che il paese dorma sulla propria iniziale. Oppure addirittura convincersene, specialmente se decidesse di farci una capatina un primo pomeriggio d’estate quando per le strade abbacinate e violentate dal sole non girano nemmeno i numerosi cani randagi, nascosti all’ombra di un riparo qualunque. Quando ci andavo, bambino, durante la villeggiatura estiva, rimanevo a osservare il panorama dal lungolago. Dopo pranzo, mentre gli adulti dormivano, sedevo sulla panchina di pietra all’ombra del gigantesco eucalipto. Me ne stavo lì ad ascoltare il fruscio delle foglie mosse dal vento e godermi il fresco e la calma postprandiale. Una brezza civettuola scarmigliava i capelli invitando a banchetto infantili fantasie. Ed ecco un popolarsi improvviso di forme fluttuanti e mutevoli nell’azzurro intenso del cielo: elefanti a batuffolo sprovvisti di proboscide, bianchi ippopotami grassi con zampette evanescenti e ridicole, temibili tigri zannute pronte a balzare su prede immaginarie… Poi lo sguardo scendeva più giù, lungo la linea d’orizzonte, verso la striscia di pineta che divide il lago dal mare, nel vano tentativo di individuare fra pini e lecci la Torre Scampamorto, favoloso luogo di pirati, streghe o altre superstizioni spaventevoli. Una volta notai un movimento insolito sul cristallo verde-smeriglio della laguna. Mano tesa a schermire il sole: riflesso impercettibile ondulante e ipnotico espande poi svanisce in acqua. Barca o miraggio di meriggio? Fuoco

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Rubrica: Archeologia del paesaggio, leggere il territorio

E dopo la rubrica sull’utilità della toponomastica storica ai fini dello studio del paesaggio pubblichiamo un saggio finale di Carlo Tosco su questa interessante branca a metà tra storia, geografia, archeologia, economia, antropologia e chi più ne ha più ne metta. Buona lettura (19 pagine..che ce vò).   Visualizza in un’altra pagina o scarica qui  

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Rubrica: Archeologia del paesaggio, la toponomastica PARTE 2

Riprendiamo da dove eravamo rimasti a riguardo dell’archeologia del paesaggio…. L’archeologia delle parole: la toponomastica – Parte 2 Fonte: Carlo Tosco, Il paesaggio storico, Le fonti e i metodi di ricerca tra medioevo ed età moderna, 2009, Gius. Laterza e Figli Le indagini più significative per il nostro ambito di ricerca non sono quelle riservate all’etimologia dei singoli termini, ma quelle che si sviluppano su interi ambiti territoriali. La catalogazione sistematica e la suddivisione per categorie dei nomi geografici di una determinata area fornisce un quadro complessivo delle stratificazioni e dei loro significati. Le ricerche contemporanee nel settore operano preferibilmente costruendo serie toponomastche gestite su base informatica, con repertori terminologici gerarchicamente strutturati. La base di lavoro è in genere la tavoletta IGM 1:25.000, che registra in modo abbastanza completo i termini geografici locali, sebbene occorre ricordare che spesso i cartografi hanno commesso errori di trascrizione, soprattutto per i nomi d’origine dialettale. Per organizzare la ricerca, la grande massa di nomi rilevabili sul territorio viene ripartita in classificazioni tipologiche. Le categorie principali comprendono: toponimi ambientali, nati dalle caratteristiche morfologiche locali, a loro volta ripartiti in fitonimi (derivati dalla vegetazione), idronimi (dai corsi d acqua), geonimi (dai caratteri del terreno), oronimi (dalle forme dei rilievi) e anonimi (dalle presenze animali); toponimi funzionali, derivati dalla presenza di particolari attività umane; toponimi onomastici, derivati dal nome di personaggi o di famiglie collegati al sito (tra cui si distinguono i toponimi prediali, dal latino praedium, proprietà, podere, derivati dal nome di un antico proprietario);  toponimi etnici, originati dai nomi delle popolazioni stanziate sul territorio; agiotoponimi, nati dal culto di un santo o dalla memoria di un evento religioso. La toponomastica è ricchissima di esempi che illustrano i caratteri ambientali e la percezione morfologica dello spazio. Allo storico del paesaggio interessa soprattutto l’aspetto semantico dei termini,

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