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La storia dell’inferno nel Tavoliere delle Puglie

Un cafone, una volta morto s’illudeva di avere accoglienza in paradiso o almeno in purgatorio, ma nel primo non trovò posto e nel secondo non ebbe nemmeno risposta. Allora dicendo fra sé e sé: «Quando io non ho meritato il paradiso con tutta la mia miseria e pazienza e lavorare notte e giorno come una bestia, chi lo deve meritare?» si incamminò verso l’inferno. Lì il cafone venne invitato ad entrare da Belzebù: «Avanti! Avanti, fratello » Parole queste che commossero le cafone il quale si sentì a proprio agio e guardando quanto l’ambiente fosse per lui confortevole concluse: «Finalmente sono arrivato in un luogo dove si gode». La notizia dei giudizi positivi espressi dal cafone sull’inferno crearono scandalo tra i diavoli, i quali andarono a riferire a Lucifero in persona che c’era sulla terra un luogo peggiore dell’inferno e che quindi gli faceva concorrenza. Intanto il cafone continuava a pensare al trattamento principesco che glie era riservato all’inferno, confrontandolo con i cinquant’anni nei quali era vissuto in condizione di schiavitù, a servizio dei padroni della terra per i quali hanno lavorato senza sosta e senza ricevere nemmeno un grazie. Così Lucifero,mandato a chiamare il cafone gli chiese se fosse vero che gli piaceva l’inferno; al che il cafone rispose: «Moltissimo, signore. Se sapevo che era così comodo sarei venuto più presto». Appreso poi che veniva dal Tavoliere delle Puglie e che lui lo giudicava un inferno più inferno di quello dove si trovava. Lucifero inviò un diavolo travestito da contadino a vedere se quello che diceva che il cafone che era proprio vero. Dopo due giorni il diavolo fece ritorno e poté testimoniare, raccontando appena un millesimo di terribili patimenti subiti nel suo soggiorno nel Tavoliere che il cafone aveva detto la verità. A questo punto Lucifero, radunati tutti

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VIDEO – Rai scuola: I popoli apuli

Questo documentario del 1986, ci descrive la storia degli Apuli, nome che i romani diedero alle genti della Puglia antica, da loro sottomesse nel terzo sec. a.C. Numerose sono le testimonianze della loro presenza: la ceramica pugliese, i resti archeologici di antichi centri abitati (come Monte Sannace e Cavallino, in provincia di Lecce) e i corredi funerari. Tutti questi elementi contribuiscono a fornire un ritratto abbastanza preciso della vita e della distribuzione sul territorio di tale popolazione. L`unità audiovisiva dedica attenzione anche alle attività commerciali intraprese dagli Apuli, tra cui emergono quelle legate alla lavorazione dell`ambra. Le notizie fornite dai reperti archeologici consentono, infatti, di ricostruire una sorta di via dell`ambra. Tale pietra, proveniente dal Baltico, trovava nel Piceno un centro di produzione, ed in Puglia un punto di passaggio e di snodo verso altre destinazioni. Il filmato supporta la trattazione dell`argomento con l’ausilio di una cartina ed una semplice animazione grafica.

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CARPINO FOLK FESTIVAL : Presentazione libro “Dalla terra, dal mare” – Sabato 5 gennaio h 19.00 | CARPINO

L’ Associazione Culturale Carpino Folk Festival è lieta di invitarvi alla presentazione del libro “Dalla terra, dal mare – Storie di donne e di Puglia”. Quest’appuntamento natalizio vuole offrirvi un momento di cultura da seguire con intensità ma allo stesso tempo con spensieratezza e passione per la propria terra; una narrazione delle nostre radici che riporterà alla mente ricordi del passato, racconti, suggestioni, momenti di genuinità di tempi passati. (Le indicazioni stradali per raggiungere l’agriturismo sono in fondo alla descrizione e il menù dell’agriturismo Biorussi, disponibile per chi volesse restare, sono in fondo al post) Pilla è il protagonista del volume composto da tre racconti inediti (Amanti perduti, Mamuscia, Mondo sommerso) ambientati nell’universo magico e naturalistico del Gargano e delle Isole Tremiti, che si ritrova coinvolto fino al collo e all’anima in tre indagini di tipo differente che mettono a dura prova il suo universo esistenziale e il suo vissuto. Dal libro emerge l’anima degli abitanti del Gargano e delle isole, si percepisce quello spirito tipicamente meridionale e pugliese che caratterizza i luoghi dei racconti. Si impara a conoscere un po’ di storia, quella delle persone comuni. Quella vera: a Foggia i tedeschi durante la seconda guerra mondiale stavano sperimentando la prima bomba radiocomandata; sul Gargano il mondo magico dei guaritori e dei santoni non è mai stato codificato apertamente; durante la deportazione degli antifascisti alle Isole Tremiti c’era Dumini, l’assassino di Giacomo Matteotti. Pillole di vita vissuta, di terra che soffre alla luce del sole e che si consola guardando il mare. La prefazione del libro è stata curata da Diego Abatantuono, che ha voluto condividere i suoi ricordi personali legati al Gargano, in modo particolare a Vieste, e che crede fermamente nel progetto ‘Di terra di mare’, capace di diffondere un approccio innovativo alla conoscenza dei luoghi. A

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VIDEO – Salvatore (Vendesi), il lungometraggio su un vecchio pescatore del Lago di Varano

Ricordate l’intervista al pescatore del Lago di Varano? Se vi è piaciuta quella allora vi straconsiglio di vedere questo video…e non chiedetemi cosa ci faccia un francese al centro dell’istmo di Varano, non lo so! Grazie a Valerio Agricola per la segnalazione! Salvatore (Vendesi) di Demetrioventura Il y a un Type, un ermite, qui vit avec ses chiens, ses chats et ses cochons au bord du lac de Varano, dans le sud de l’Italie. Son nom est Salvatore. Il habite dans une cabane et ne veut voir personne. Il a construit son nid en pierres et tôle ondulé près de cette ville balnéaire qui est vide la plupart de l’année, cet amas de ciment et de goudron qui grouille de touristes deux mois par an seulement, quand la saison est bonne et que le gouvernement nous fait croire qu’on peut aller en vacance sans se soucier de l’avenir. Le reste de l’année elle est vide. Alors notre Personnage, qui n’aime pas les gens parce que ils sont tous pareil qu’il dit, tous les même, et que de toutes façon nous allons tous mourir, tous sauf lui, parce ce que lui il dit qu’il est immortel. Moi je ne sais pas si c’est vrai mais en tout cas il parle d’une drôle de façon : de l’homme, de la nature et de la pêche, parce que lui il était pêcheur dans le lac, mais maintenant qu’il n’y a plus des poissons, à cause de la pollution et du réchauffement de la planète qu’il dit, les anguilles ne se reproduisent plus et le lac est vide. Il dit que c’est la faute à nous, les hommes, mais lui il n’y est pour rien parce que lui ce n’est pas un homme, enfin pas comme tous les autres. Continua qui con un altro

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