E’ noto che le ultime fasi concitate della vita di fra Pietro Angelerio dal Morrone, meglio noto come Papa San Celestino V, avvennero sul Gargano. Fu appunto sulla costa orientale del promontorio, tra Vieste e Peschici, che il 16 Maggio 1295 fu arrestato per esser condotto prima da Papa Bonifacio VIII e successivamente esser rinchiuso nella rocca di Fumone dove perirà l’anno successivo. Tre cose sono certe sul tragitto percorso durante la fuga in terra di Capitanata dalla Majella: dopo quattro giorni di cammino si nascose in una selva dove fu accolto da alcuni eremiti durante la Quaresima e dove rimase fino a Pasqua, poi soggiornò a San Giovanni in Piano vicino Apricena ed infine venne catturato sulle coste del Gargano. Le biografie sono state pubblicate alcuni secoli dopo e si rifanno a documenti che erano stati consultati in quel periodo. I biografi nel presentare questo particolare momento della vita del papa Celestino V fanno delle supposizioni sulla possibile localizzazione di questo eremo in una selva della Puglia piana ma forse incorrono in alcune errate conclusioni come quella di localizzare la selva nella zona del bosco Incoronata di Foggia, ignorando che in quella selva non c’erano eremiti ed era una riserva di caccia reale con la presenza di molti guardiaboschi reali. Alcuni indizi proverebbero il contrario. Da un punto di vista logico, chi si vuole nascondere solitamente lo fa in una zona montuosa e non di certo in pianura, la zona di Stignano era una “foresta intricata”, come attestato dalla documentazione medievale e dal toponimo Foresta. Le cronache parlano di un eremo che ospitò Celestino V nella quaresima del 1295 distante un giorno di cammino da San Giovanni in Piano. Quest’ultimo apparteneva allo stesso ordine Celestiniano che aveva possedimenti anche nella zona di Stignano; il priore fu da lui nominato