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Rifiuti e discariche di gomme, elettrodomestici e auto rubate (Vieste, San Marco in Lamis, Lago di Varano)

Abbiamo pubblicato varie volte foto di discariche trovate qua e là durante le escursioni sul Gargano. A volte spuntano come funghi, altre sono stabilmente utilizzate dai bifolchi per i propri affari (leciti o meno). Questa volta “viaggiamo” a Vieste, San Marco in Lamis e il Lago di Varano. La discarica di gomme (e plastica ed ethernit) si trova in contrada Fara del Falco/Cutino del Rospo, tra Mandrione e la Foresta Umbra (precisamente qui), zona poco frequentata e ben accessibile da una comoda strada asfaltata. Per queste due carcasse di auto (probabilmente rubate) ci dobbiamo spostare a San Marco in Lamis, lungo la prima salita sul promontorio del Gargano della Via Francigena verso Monte Sant’Angelo. Si tratta di una Defender presente qui da molto tempo e di una nuova Panda presente sul posto solo da qualche mese probabilmente (posizione della Panda, la macchia bianca si vede anche da satellite). Una degna accoglienza della Montagna Sacra a turisti pellegrini e camminatori? Certamente no. Sono state inviate segnalazioni ai Carabinieri Forestali. Segnaliamo e non giriamo la testa! E ci hanno inviato anche questa foto fresca dal Lago di Varano, sponde nord in zona Beny.

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Progetto di recupero della decauville in Foresta Umbra per fini turistici

“Il progetto si prefigge di ripristinare un tratto della ferrovia Decauville, utilizzata all’inizio del secolo scorso per trasportare i tronchi dalla foresta Umbra alla segheria Mandrione nel comune di Vieste. Lo scopo del progetto è quello di offrire un nuovo servizio tramite tratta ferroviaria per collegare aree all’interno della foresta Umbra fruibile dai visitatori.” Altra documentazione Leggi anche Il treno turistico della Foresta Umbra

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Aperte le iscrizioni al corso gratuito “Un’impresa per A.M.I.C.A.”

Laboratori di manualità ed esperienziali/cantieri; formazione; attività di sensibilizzazione; forum partecipati; workshop e stage. Il fulcro operativo del progetto sarà l’hub di innovazione e di sviluppo tecnologico, che rappresenta uno stimolo aggiuntivo per le nuove generazioni, al fine di favorire un approccio pragmatico e non solo teorico al mondo del lavoro, in un’ottica di responsabilizzazione e di formazione socio-educativa. Il percorso è rivolto a giovani in età indicativa dai 14 ai 18 anni per attività di inclusione sociale e valorizzazione della socializzazione nel percorso formativo e scolastico. I richiedenti devono essere residenti nei Comuni partner di progetto e dell’ambito territoriale (Comune di Manfredonia, Foggia, Stornara, Stornarella, Ordona, Ortanova, Carapelle, Mattinata, Monte Sant’Angelo e Zapponeta). Sviluppo aggregativo, socializzazione virtuosa e animazione socio-educativa saranno i punti focali del progetto: verranno attuati percorsi cognitivi per la creazione di una impresa sociale. Il progetto si terrà su 3 annualità. Modalità utilizzata: learning by doing – Creazione di una filiera della legalità economica e sociale (con contributo di riconosciute e specializzate professionalità), di un circolo virtuoso fatto di best practices che faccia da innovativo modello di sviluppo del territorio. Nello specifico, si richiamano lo Youth Work e l’animazione socio-educativa quale pratica di lavoro con i giovani, al fine di creare un’economia basata sulla conoscenza, sull’istruzione, sull’innovazione, sull’adattabilità, su mercati del lavoro inclusivi e sul coinvolgimento attivo nella società. Le attività socio/culturali ed educative devono consentire ai giovani di sfruttare le loro potenzialità, garantendo l’accesso ai servizi di cui hanno bisogno. Verrà creato un modello formativo e operativo, che consenta di sviluppare il capitale umano e rafforzare quello sociale. Scopri di più

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La storia di Miriam: “Sono tornata al Sud per coltivare i bachi da seta”

 Erano rimasti tre ettari di terra abbandonati e un museo chiuso da tempo. Circa 3500 piante di gelso che ricordavano un passato di gelsibachicoltura glorioso. Miriam Pugliese, cresciuta nel nord Italia ma di origine calabrese, è voluta tornare lì tra quei terreni di San Floro, in provincia di Catanzaro, per rilanciare un’antica tradizione e creare una filiera virtuosa che oggi dà lavoro a 15 persone.

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