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Acque nere nel Lago di Varano dal depuratore di Cagnano

AGGIORNAMENTO LUGLIO 2023: a seguito della presenza, accertata da ARPA, di cianotossine nel Lago di Varano, si precisa che i fenomeno di sversamento di acque nere nel Lago di Varano per fortuna sono un lontano ricordo e che le cianotossine sono un’emananazione delle alghe che proliferano nel lago quando ci sono alte temperature. —- Notizia del 04/10/2012 Da diversi mesi ormai il depuratore di Cagnano Varano rilascia acqua di colore scuro che dopo qualche chilometro arriva direttamente nel Lago di Varano. Di chi è la responsabilità?Chi dovrebbe controllare!? Per quanto tempo ancora questa situazione andrà avanti? L’acqua nera sgorga nel Lago di Varano    

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Silenzi della turbogas a San Severo e nuovo inceneritore a Sant’Agata

Consigliamo alcune letture su alcune emergenze ambientali della Capitanata che passano in sordina. La fonte è il solito blog del movimento contro l’inceneritore Tressanti di Cerignola. Il primo post sull’inceneritore a Sant’Agata di Puglia  Il secondo post sui silenzi della turbogas di San Severo (inquina quanto una metropoli come Bari!)

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Gargaknow: la Torre che ospitò il Re Murat a Rodi Garganico

di Domenico Sergio Antonacci Pochi lo sanno ma Gioacchino Murat, nominato da Napoleone Re di Napoli nel 1808, nell’ultima parte della sua vita mentre era in fuga cercò riparo sul Gargano; qui, le poche notizie storiche, ci dicono che soggiornò a Cagnano Varano (nel palazzo Russi, ancora esistente) e a Rodi Garganico in una torre di avvistamento in località Mascarizzo (o Mascherizzo) a pochi km dal paese (anche se altre fonti riportano il castello di Rodi, ma allora perchè questa torre è chiamata Murat?). La torre, di proprietà privata, versa in uno stato precario (è inagibile) e necessità di interventi urgenti prima che la situazione strutturale degeneri. Torre Murat, ad accompagnarmi Santa Picazio dell’Archeoclub di Foggia e Teresa Rauzino del Centro Studi Martella, GRAZIE C’è da aggiungere che qualche settimana fa, proprio a pochi metri dalla torre nella scarpata immediatamente sottostante, ci sono stati degli scavi per intervenire sulle tubature dell’acquedotto pugliese…giudicate voi dalla foto se un intervento del genere non può essere lesivo per la struttura: Giampiero Di Lella, (ingegnere di Rodi Garganico che si è occupato anche del restauro della cappella del Guarini a Torino) ci scrive: I lavori di scavo risultano approvati dal Comune di Rodi Garganico ed hanno avuto il parere favorevole di Parco del Gargano e Soprintendenza competente. Uno scempio autorizzato a tutti i livelli: una vera assurdità non c’è altro d’aggiungere. Tra l’altro va anche evidenziato che quanto documentato in foto è un procedere cauto e raffinato rispetto ad altri casi presentii lungo la stessa tratta. Esemplari di leccio, limoni, muri a secco secolari, tutto distrutto…. Non c’è nessun piano di ripristino ambientale. Il discorso è sempre lo stesso: i progetti si fanno sulla carta, le approvazioni si fanno sulla carta e la realtà è ben diversa. Sarebbe bastato che gli enti preposti alla

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L’esplorazione della Grava di Zazzano…55 anni dopo

Foto tratta da ARGOD.IT – ALTRE NOTIZIE QUI Oggi sono 55 anni dalla prima discesa fino al fondo della Grava di Zazzano, una delle più maestose cavità carsiche del Gargano, e ho pensato di postare queste testimonianze che mi sono state inviate qualche tempo fa. Vorrei ringraziare la persona che mi ha fatto questo “dono” ma non riesco a ricordare chi è…lo so, è grave! da GARGANO PARCO Giugno – Luglio 2000  Misteri svelati, La Grava di Zazzano L’alba della speleologia verticale nel Gargano Per la realizzazione dell’impresa furono coinvolti il Cimiliter di Napoli nonchè i i Comandi dei VVFF di Napoli, Salerno e Foggia che fornirono scale pesanti, corde e telfoni da campo. Nel corso di quel primo tentativo furono raggiunti i 77 metri di profondità senza tuttavia toccare il fondo del pozzo. Scriveva in seguito il Parenzan: “Il gran mistero di S. Marco in Lamis era la Grava di Zazzano, la solita onenda voragine…senza fondo, che alimentava una serie di leggende e storielle, di donne gettatevi per punizione, di trafedie dell’odio e vendette politiche, di cadute accidentali. L’immensa grava da secoli inghiottiva tutto, ed eraa guardata con rispetto dai nativi”. Le operazioni proseguirono alacramente nei giorni succesivi e, finalmente, domenica 29 settembre, alle ore 10.00, fu raggiunta la parte terminale della cavità. Tra i partecipanti, oltre al Parenzan, il dr. Angelo Curio, già sindaco di S. Marco in Lamis (uno dei protagonisti dell’esplorazione di Zazzano), che peraltro fu il primo a mettere piede nella grotta. *** La spedizione del prof. Parenzan è giunta fuso a 77 m. di profondità (pag precedente) Ergo A quella profondità mi inchiodai sulla scala penzolante e vacillante. Impossibile il proseguimento. I pipistrelli svolazzavano impauriti. In alto lo scorcio di cielo azzurro e luminoso mi affascinava. Si sganciò dal cinturino la torcia elettrica. A

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