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Gli anni ’50 a San Menaio, storia (e gossip) della nascita e del “declino” di una località turistica

“Il mare di S. Menaio è il mare più limpido del mondo” : così, agli inizi degli anni ’50 del secolo scorso, potevamo leggere nelle cronache mondane del “Foglietto” o del “Tempo”, affidate alle “penne alate” di Mario Ciampi, Lello Follieri, Attilio Tibollo e Raffaele Ventrella, che ci informavano anche che la spiaggia, dal “baraccone Mastrovalerio” a “Valazzo” era affollatissima di gambe di belle ragazze, coperte (per modo di dire) da costumi da bagno di ogni foggia e colore. Si cominciava già a favoleggiare di “nudismo integrale”, sempre più procace e diffuso, nelle notti propizie, alla “Murgia della Madonna”, e circolavano i primi nomi della “haute” che lo praticavano (qui gli “omissis” appaiono più che giustificati): il richiamo, pur bonario e sorridente di Padre Cristoforo Iavicoli, nell’omelia domenicale, alla “Chiesetta della Difesa”, accentuava solo in qualche modo le preoccupazioni dei più timorati e bloccava sul nascere il “gossip” e il “voyerismo” invadenti. Ma le corrispondenze del foglio lucerino e dell’ edizione pugliese del giornale romano di Piazza Colonna  continuavano, suscitando curiosità e “ pruderie” crescenti nei “liberi pensatori”. Continua

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“La mafia innominabile”: giovedì 27 la presentazione del libro del Procuratore Seccia a Monte Sant’Angelo

Si terrà presso l’Auditorium delle Clarisse di Monte Sant’Angelo, giovedì 27 ottobre 2011, alle ore 17.30, la presentazione del libro “La mafia innominabile” scritto dal Procuratore della Repubblica di Lucera, Domenico Seccia. Alla presentazione prenderanno parte, oltre all’autore, il sottosegretario Mantovano e il Procuratore di Bari Laudati. Introduce e modera Magistà, direttore del TgNorba24. “Per un fazzoletto di terra c’era qualcuno anche pronto ad ammazzare. Proprio in Puglia, in quel Gargano ribattezzato “Promontorio della paura”. Una sanguinosa scia di decine e decine di efferati omicidi, di tentati delitti e di vari casi di lupara bianca. Storia antica, ma non troppo. Se il tuo mestiere è quello di fare il magistrato, occuparsi di mafia è come respirare sott’acqua. Non puoi farlo perché non hai le branchie, ma devi trovare il modo per emergere, per affrontarla, per non morire sottofocato.” – scrive Seccia nel suo libro. E ancora… “C’era un tempo in cui la mafia garganica non esisteva. Bisognava vincere la credenza che fosse una magia, popolata dal potente di turno che impone il suo comando, la sua forza e la sua violenza. Non esisteva perché tutti la negavano. Anche i Magistrati che se ne occupavano. Una faida come le altre. La mafia garganica, però, esisteva, eccome. Ammazzava ed ammazza.” Fonte: ildiariomontanaro Un anteprima del libro è consultabile a questo link  Il libro si può acquistare qui a 13€ circa  appena mi arriva e lo leggo scrivo una mini-recensione

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