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Domenico Ottaviano scrive a Pecorella: cifre spropositate e professionisti nominati dal Parco mai visti sui trabucchi

Analisi lucida di Domenico Ottaviano. Stefano Pecorella contesto anch’io. Non certo il merito, ma il metodo. I trabucchi del Gargano sono diventati quel patrimonio collettivo di cultura, storia e pesca grazie a chi con grande passione e amore per questi giganti di legno li ha mantenuti in vita per secoli. Da Anni, il Parco che lei presiede a che ha presieduto Gatta in precedenza non ha alzato un solo dito a favore dei trabucchi del Gargano. Il trabucco di Rodi Garganico dato dolosamente alle fiamme merita l’attenzione che gli si deve, ma allo stesso modo lo meritano tutti quei trabucchi sopravvissuti a fatica alla vostra inettitudine. 45.000 euro sono una cifra spropositata per un trabucco che tra le altre cose non potrà mai pescare perché presenta una profondità delle acque insufficiente e che, per la sua posizione, è difficilmente fruibile. Leggendo la lettera aperta che le ha scritto Giovanni Spalatro ho appreso come il Parco abbia incaricato un professionista per fare dei rilievi. Professionista che nessuno dei trabucchi sulla costa ha mai incontrato. La ringrazio per l’encomio a Mimì, ma per la sua memoria, lui che quel trabucco l’ha costruito con suo padre, le chiedo rispetto, merito e trasparenza. Della rinascita dei trabucchi del Gargano che sarà imminente, non si farà una spilletta sulla sua giacchetta pulita, ne stia pur certo. Insomma, è evidente che ormai il Gargano è stanco, la comunità lo urla, aspettiamo la politica.

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L’associazione Trabucchi scrive una lettera aperta al Presidente del Parco Nazionale del Gargano

Delibera lampo quella del Parco Nazionale del Gargano che interviene prontamente per ripristinare il trabucco di Rodi Garganico colpito da un incendio doloso. Il fattaccio pare accettato come normale, omertà. Nessuno, pare, si sia impuntato per trovare la causa e il colpevole e punirlo. Di seguito la lettera dell’associazione trabucchi : Caro Stefano, abbiamo recentemente appreso del finanziamento di ben 45mila euro che il Parco ha deciso di elargire per la ricostruzione del trabucco di Rodi Garganico recentemente andato bruciato. Innanzitutto mi voglio complimentare per l’efficienza dell’ente da te presieduto perchè in soli dieci giorni dall’incendio (doloso) è riuscito a trovare risorse che fino a ieri non ci sono mai state, viste le innumerevoli istanze che la nostra associazione ti presenta ormai da anni senza aver mai ricevuto il benchè minimo aiuto. Davvero complimenti, siete riusciti ad arrivare a tempistiche lampo che neanche gli enti dei paesi virtuosi del nord Europa si sognerebbero. Sembrerebbe poi che di quei 45mila euro, così si legge nella delibera del Parco dello scorso 4 Luglio, 30mila saranno utilizzati per la ricostruzione e 15mila per l’organizzazione di un evento di raccolta fondi per il trabucco stesso. Cioè a dire: 30mila euro (30mila!!) non bastano, quindi se ne devono spendere altri 15mila per un evento che serva a raccoglierne altri e chissà quanti. Quanta grazia. Mi sento però di felicitarmi con chi con cotante somme si occuperà della ricostruzione perchè, così ci aspettiamo, avremo presto sul Gargano un prestigioso trabucco fatto in ciliegio, teak e chissà quali altri legni pregiati. Si, so già cosa dirai: il Parco in passato ha già elargito fondi agli altri trabucchi. Con quei fondi caro Stefano però – quelli dell’era Matteo Fusilli presidente quando il parco era fondatore e nel cda dell’associazione che li gestiva, per intenderci – i trabucchi vennero in

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San Giovanni Rotondo: forti reazioni sul web per l’allestimento curato dalla FITP a Santa Maria Maddalena

Stanno suscitando molto scalpore su Facebook (link 1 / link 2) foto dell’allestimento della Chiesa di Santa Maria Maddalena, in pieno centro storico di San Giovanni Rotondo. Si tratta dell’allestimento di una mostra etnografica a cura della FITP (Federazione Italiana Tradizioni Popolari) all’interno dell’edificio sacro (ora sconsacrato) che da poco ha subito un’importante intervento di restauro. Sorvolando l’ampio dibattito sul riutilizzo di monumenti storici per altre finalità, pratica ormai accettata e spesso auspicata, resta il giudizio negativo sull’inopportunità e sul dubbio gusto dell’intervento di allestimento curato dalla FITP seppure siamo convinti che lo stesso sia di certo stato fatto con passione per la tematica delle tradizioni popolari. Aggiornamento risposta Benito Ripoli : https://facebook.com/Amaraterramia/posts/1155184221190830

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Situazione critica al molo di Capojale, la terra di nessuno

Dal termometro di facebook sembra che la situazione a Capojale peggiori sempre di più e ormai sia fuori controllo. Il problema dell’inquinamento delle reti abbandonate in mare nel tratto degli allevamenti di cozze è solo uno di quelli che evidenzia come quel territorio sia, ormai, terra di nessuno. Riportiamo il commento di operatore locale: “Questo è un altro regalo che ci fanno i forestieri.. Un peschereccio di Lesina che da qualche giorno si è adagiato al fondo nel Porto di Capojale.. La situazione è in drastico peggioramento nel nostro mare.. Domani mostro questo bel regalo alla capitaneria di porto.. Attendo ancora che vengono assegnati gli ormeggi per le barche e buttato fuori chi viene e usa Capojale come una pattumiera..Io dico che noi Cagnanesi siamo troppo buoni.. Quando si spostano le nostre barche e vanno fuori in altri porti, Manfredonia e lesina in primis vengono minacciati dai pescatori locali.. Affondano le barche o se sono buoni fanno trovare le taniche di benzina a bordo per avvisare che è meglio che se ne vanno” “Questi sono coloro che si lamentano delle reti (che da bestie buttano i nostri pescatori in mare, e chi ha il potere di fermare questo scempio non lo fa)…. E’ un peschereccio di Manfredonia .. Un peschereccio che pesca a 300 metri dalla costa (dovrebbe essere a 3 miglia, o meglio 6 km dalla costa) con la matricola coperta dal telo che vedete.. Quella rete distrugge tutto”..scrive un operatore locale del settore. Pesca a strascico sotto costa nel tratto Capojale-Calarossa/Torre Mileto Si auspica che un’azione forte della Capitaneria di Porto possa ristabilire la legalità in questo importante pezzo di Gargano.

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