ed. De Vecchi, 256 pp, € 12,90. C’è un legame particolare fra gli uomini e i cetacei. Almeno nel mondo occidentale, balene e delfini suscitano negli esseri umani un interesse, una simpatia, una corrente di emozioni che li porta addirittura ad attribuire, a questi esseri acquatici, caratteristiche volta per volta magiche, superiori, aliene. Nel libro, questo rapporto fra esseri umani e cetacei è raccontato attraverso 11 storie realmente accadute, diverse tra loro, ma con il denominatore comune di avere sempre due protagonisti: da una parte un mammifero marino – un delfino, un’orca, una balena – e dall’altra parte degli uomini. Si va dal leggendario Pelorus Jack, che per 25 anni ha “scortato” i traghetti attraverso il pericoloso French Pass, in Nuova Zelanda, al delfino Filippo, che ha vissuto per alcuni anni nel porto di Manfredonia, dove è poi morto, ucciso da una bomba per la pesca illegale. C’è la storia del cucciolo di balena grigia J.J., recuperata morente sulle coste della California, nutrita e curata per un anno intero dallo staff del San Diego Seaworld e poi restituita con successo al mare. Poi i tentativi di salvataggio di due piccole orche, Luna e Springer, entrambe rimaste sole e sperdute nelle acque della British Columbia: due storie parallele, ma dal finale drammaticamente diverso. E ancora, le tre balene intrappolate nel ghiaccio al limite del Polo Nord, un evento di per sé naturale, che scatena una vera e propria ondata di emozioni che percorre il mondo, e lo lascia per settimane incollato alle tv a seguire la vicenda, mentre milioni di dollari vengono impiegati nel tentativo incredibile di restituire la libertà ai tre giganti. E come dimenticare la lunga saga dell’orca Keiko, che tutti conoscono meglio come la protagonista del film “Free Willy”? Dalla cattura in mare e dalla prigionia in