Il culto di San Michele, tunnel sotterranei e tori sacri
Alcune parti salienti (per la curiosità che suscitano) tratte da “Aspetti del culto popolare di San Michele Arcangelo nel Molise”, di Giovanni Mascia. […] La corsa alle analogie è pericolosa, anche se di grande suggestione. Nella versione addomesticata di bue, un bovino era sacrificato fino a poche decine di anni addietro nella festa di San Michele, che si teneva a Monteroduni l’8 maggio. “Un bove veniva preparato a festa, inghirlandato ed esposto all’Abbeveratoio dove veniva ucciso per distribuirne la carne a tutto il Paese”. Sennonché, lo storiografo del luogo, sulla scorta di un bassorilievo incassato in una masseria dell’agro, raffigurante un bue con in groppa una figura femminile sontuosamente ricoperta da un velo, lascia da parte San Michele e riconnette il sacrificio tradizionale all’uso sannita di ricercare nuove terre guidati da un bue: la fanciulla è quindi la primavera, il “ver sacrum” la stagione in cui era celebrato il rito. “Non a caso – sostiene lo scrittore – il bue era offerto dai nostri concittadini emigrati in America, cioè proprio da coloro che avevano trovato nuove terre, onorandole poi col loro lavoro e col loro ingegno” (DE GIACOMO, p. 56). Certo è che la festa di Monteroduni e l’interpretazione fornita possono suggerire l’ipotesi di residuali culti sanniti tra quelli soppiantati da San Michele. […] I tunnel sotterranei, che mettono in comunicazione abitati, fortilizi, chiese e impervie contrade hanno acceso da sempre la fantasia popolare: non potevano mancare quelli che secondo voci leggendarie si diramano da grotte e le collegano a quella del Gargano. Sant’Angelo in Grotte, località amena a 1000 metri d’altezza, nel comune di Santa Maria del Molise, deve il nome a una suggestiva grotta del suo territorio, dove sgorgauna sorgente d’acqua benedetta. Dedicata al culto di San Michele, la grotta è meta tutto l’anno di un discreto flusso