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Riscopriamo l’arte dei centri storici del Gargano

Riscoprire i nostri centri storici attraverso l’arte spontanea ed inconsapevole dei contadini, un’arte dettata “dall’arrangiarsi con quello che si ha”. “Opera d’arte ufficiale” di Alselm Kiefer Opera d’arte inconsapevole e spontanea nel centro storico di Vico del Gargano Centro storico di Vico del Gargano ..un’arte vicina a noi, per il radicamento delle immagini e delle sensazioni che ci trasmette (come l’odore che emana il legno, preso dagli alberi delle nostre campagne), perchè molti di noi in mezzo a quell’arte sono cresciuti, giocando tra li strett’l del centro storico. Un percorso serio, di valorizzazione e non distruzione, dei centri storici del Gargano, può essere un fattore determinante per il futuro, anche economico (turismo), del nostro promontorio; il turista sempre più va alla scoperta del territorio che visita, vuole sentirsi in qualche maniera parte di esso conoscendolo, diventa esploratore e con curiosità cerca la storia e gli avvenimenti che hanno determinato il formarsi del paesaggio e del territorio. Leggi anche: Come distruggere un centro storico del Gargano Gargano stripes La patina del tempo Kandisky – Composition VIII, 1923 Olio su tela; Solomon R. Guggenheim Museum, New York  Quasi una visione tridimensionale dell’arte di Kandisky, fili di ferro intrecciati che entrano nel legno come aghi nella tela, forme geometriche, cerchi, linee, rettangoli e quadrati… Meditate gente..e giudicate…abbiamo più di quello che pensiamo, è il caso di dire che questa è arte! di Domenico S. Antonacci Per saperne di più visitate il sito del prof. Gianni De Maso che ringrazio per avermi fatto capire ciò che ho scritto su. Carpino Da qui in giù Vico del Gargano Slideshow CONTINUA QUI Ne hanno parlato sul corriere

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Gli anni ’50 a San Menaio, storia (e gossip) della nascita e del “declino” di una località turistica

“Il mare di S. Menaio è il mare più limpido del mondo” : così, agli inizi degli anni ’50 del secolo scorso, potevamo leggere nelle cronache mondane del “Foglietto” o del “Tempo”, affidate alle “penne alate” di Mario Ciampi, Lello Follieri, Attilio Tibollo e Raffaele Ventrella, che ci informavano anche che la spiaggia, dal “baraccone Mastrovalerio” a “Valazzo” era affollatissima di gambe di belle ragazze, coperte (per modo di dire) da costumi da bagno di ogni foggia e colore. Si cominciava già a favoleggiare di “nudismo integrale”, sempre più procace e diffuso, nelle notti propizie, alla “Murgia della Madonna”, e circolavano i primi nomi della “haute” che lo praticavano (qui gli “omissis” appaiono più che giustificati): il richiamo, pur bonario e sorridente di Padre Cristoforo Iavicoli, nell’omelia domenicale, alla “Chiesetta della Difesa”, accentuava solo in qualche modo le preoccupazioni dei più timorati e bloccava sul nascere il “gossip” e il “voyerismo” invadenti. Ma le corrispondenze del foglio lucerino e dell’ edizione pugliese del giornale romano di Piazza Colonna  continuavano, suscitando curiosità e “ pruderie” crescenti nei “liberi pensatori”. Continua

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