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Il video del #garganoecotour by Puglia Events

di Domenico S. Antonacci Post del 9 settembre 2012    Questo è il video che mostra i momenti salienti del primo blog tour in Puglia (clicca per altre info), che si è svolto nel Gargano, grazie all’idea di Giuseppe Romondia del Pizzicato Eco B&B. Quattro giorni di esplorazione dalla costa all’ entroterra, tra laghi e mari, tra masserie didattiche, agriturismi e laboratori di pasticceria casereccia. Tanti i chilometri percorsi con otto blogger provenienti da tutta l’Italia per un’ immersione attiva e partecipata in un Gargano insolito e nascosto.  Ringraziamo tutti i blogger che hanno preso parte all’avventura, Domenico di Amara terra mia (http://amaraterra.blogspot.it/ ), le strutture che ci hanno accolto e mostrato le loro meraviglie e Giuseppe per la perfetta organizzazione e accoglienza. Fanpage Pizzicato Eco B&B: https://www.facebook.com/PizzicatoEcObEb http://www.pizzicatobeb.com I Travel Blogger: 1 Leonardo e Veronica di http://www.lifeintravel.it/ 2 Francesca di http://www.travelstales.it/ 3 Roberta di http://www.infoturismiamoci.com/ 4 Francesca di http://www.fraintesa.it/ 5 Anna di http://ecospiragli.it/ 6 Marco di http://nonsoloturisti.it/ 7 Arianna di http://ariannatravelplanner.blogspot.it/ 8 Valentina di http://www.toomuchtuscany.com/ Lista dei Blogger su Twitter: https://twitter.com/i/#!/Amaraterramia/garganoecotour Post del 9 settembre 2012

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Trekking sul Gargano: la Valle di Vituro a San Marco in Lamis

di Domenico S. Antonacci post del 18 aprile 2012 Qualche settimana fa in un’escursione con il Team Archeo-Speleologico ARGOD (www.argod.it) di cui facciamo parte abbiamo esplorato una valle che da Borgo Celano (Comune di San Marco in Lamis) porta verso il Tavoliere delle Puglie seguendo la direzione sud-ovest; il nome del luogo è Valle di Vituro ed è caratterizzata da numerose tracce storico-archeologiche di notevole valenza oltre che da una vegetazione tipica di questi paesaggi un tempo modellati con i terrazzamenti dagli uomini ed oggi in abbandono e semmai frequentati da animali da pascolo. Di notevole aiuto per l’esplorazione ci è stata una pubblicazione a cura di Ludovico Centola e Gabriele Tardio scaricabile dal sito www.lavalledeglieremi.it. Download qui Come sempre vi mostriamo “qualche foto” correlata da breve didascalia che descrive i luoghi: Un “pagghijare” tipico della zona, costruzione in pietra calcarea; questo è ancora in buono stato. Nella zona ci sono tracce di due antichi villaggi chiamati Chiancata la Civita 1 e Chiancata la Civita 2; è molto facile trovare cocci.. Probabilmente un’ansa di un vaso Cavalli al pascolo Resti del villaggio Chiancata la Civita 2 U taur Nella valle ci sono decine di piccole grotte; non è difficile trovarci mucche al riposto. Questa stupenda parete è costellata da alcune grotte chiamate “pannoni” la cui etimologia potrebbe derivare, secondo Francesco Granatiero, dal latino  pàndere ‘aprire, spalancare’ o dal latino pandus ‘curvo, concavo’. Una placchetta del progetto Catasto Grotte della Regione Puglia L’azione dell’acqua e del vento sulla roccia crea queste rientranze Uno dei pannoni, l’orientamento obliquo fa pensare ad un’origine tettonica; in parole povere, una grande fessura tra un blocco di roccia e l’altro La stessa grotta dall’esterno Queste grotte usate per secoli come riparo dalle mucche hanno ormai il fondo levigato proprio dai loro zoccoli Un’altra placchetta del progetto

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TREKKING – La Valle dei Mulini a Vico del Gargano

di Domenico S. Antonacci post del 13 gennaio 2013 Uno dei mulini di Vico del Gargano –  Foto Antonacci Vico del Gargano – Rodi Garganico – Ischitella. Il “triangolo dell’acqua”, delle numerose fontane e sorgenti e degli agrumeti. Una peculiare formazione geologica che permette all’acqua sotterranea di emergere in superficie e formare corsi perenni di acqua dalle portate importanti. Un tempo la forza idraulica di questi corsi d’acqua veniva sfruttata per far muovere le pale dei mulini che macinavano il grano e altri prodotti della terra. A Vico del Gargano, nella cosiddetta Valle dei Mulini, un tempo c’erano oltre 20 mulini. Quello che ne resta oggi è poco, poco più di qualche rudere ma ad un occhio attento le tracce delle opere di “ingegneria idraulica” antelitteram sono ancora ben visibili. Il recupero di tali manufatti sarebbe una prospettiva molto interessante ai fini turistici ma evito di ripetere le solite cose. Da un privilegio di Ruggero II del 1134: […]la Chiesa di San Nicola di Montenegro con lo stesso Casale, con due mulini, che sono vicino alla stessa Chiesa di S. Nicola dalla parte inferiore, e con le altre sue pertinenze, con gli abitanti del suddetto Casale, con i diritti di proprietà, il distretto, e tutti i diritti degli stessi[…] Di seguito un video e la fotogallery: Ringrazio infinitamente Tonino Trombetta che mi ha prima raccontato e poi accompagnato sul posto. Per qualsiasi informazione resto a disposizione.  Testimonianze scritte sugli stipiti Le paratoie sopra al mulino per far confluire l’acqua fuori o dentro la struttura Una delle tante canaline per l’irrigazione Sui muri del mulino si prendevano annotazioni…e si incidevano racconti e fantasie Il corso è inquinato dalle acque maleodoranti che escono dal depuratore di Vico del Gargano Scale nella roccia per superare i ripidi pendii Un dettaglio dell’interno del mulino..sotto

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Trekking su Monte Calvo, la “vetta” del Gargano – FOTO, VIDEO E INFO

di Domenico S. Antonacci post del 27 dicembre 2010 Foto di Luigi-CC (Fonte: wikipedia.org) Qualche giorno fa con la guida di Matteo Plazzo siamo saliti su Monte Calvo, la montagna più alta del Gargano sita nel territorio di San Giovanni Rotondo, sperando di trovare un pò di neve. Magra consolazione…abbiamo trovato solo nebbia, tanta nebbia, che ha rovinato la visione panoramica che normalmente offre questo posto. Monte Calvo è alto 1056mt ed è la quinta altura più alta di Puglia (Monte Cornacchia, nel subappennino dauno, lo supera di circa 100mt) e la prima del Gargano. Caratterizzato da numerose doline (per la maggiorparte sfruttate fino a qualche decennio fa dai pastori come recinto per gli animali) è particolare per il suo essere spoglio, brullo (da qui “Calvo”): per la maggiorparte della sua superficie vi si trovano infatti solo prati ed arbusti sparsi che permettono sì, di avere una visuale ampia dal Gran Sasso alla terra di Bari fino al Monte Vulture, ma espongono il rilievo a forti venti e nevicate (frequenti ed abbondanti d’inverno, anche oltre 50cm) che lo rendono completamente bianco. La causa del suo esser senza alberi risiede sicuramente nei tagli indiscriminati di legname dei secoli scorsi seguiti da incendi ed un utilizzo come pascolo che non ha permesso la ricrescita delle piante così come probabilmente causano anche le rigide condizioni atmosferiche invernali (di notte la temperatura facilmente va sotto lo zero). Sicuramente, infatti, contribuiscono condizioni meteo stazionali di aridità e bassa piovosità data l’esposizione a sud, ma senza l’azione del uomo il monte sarebbe ricoperto da un rigoglioso bosco. In realtà la vegetazione determinatasi per l’azione antropica rappresenta un elemento di grande rilevanza scientifica, maggiore del potenziale bosco. Si tratta, infatti, di formazioni degli habitat d’interesse comunitario prioritario delle “Praterie su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) con stupenda fioritura di

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VIDEO – La RAI torna a parlare di Lucera e della fortezza di Federico II

da adessoilsud.it La RAI torna a parlare di Lucera. Non di tribunali, ospedali o presidi dello Stato che stanno lentamente andando via. Oggetto della discussione sviluppata nella trasmissione “Ambiente Italia”, programma di approfondimento è questa volta il patrimonio culturale di Lucera e la condizione politico-amministrativa-lavorativa del centro federiciano. Il tutto nella cornice del sistema universitario italiano. […] […] A me sembra pazzesco che in un paese come l’Italia uno che studi latino e greco non abbia le porte aperte. E’ più normale studiare latino e greco invece che ingegneria aerospaziale no? Se sei nato in un posto del mondo in cui si parla “griko”, e dove le donne piangono ai funerali e si vestono di nero, proprio come nella tradizione classica e dove la tua casa affaccia sul castello di Federico II e se cerchi un po’ tra le carte del paese trovi documenti in latino medievale che nessuno ha ancora tradotto mai, e che spiegano come funzionava il mondo dei nostri avi nel luogo dove grazie a loro ancora viviamo». La giovane, probabilmente attivista del Comitato Riscrivere la Storia… In dissesto, osserva: «Il castello di Federico II è magnifico, la Torre della Leonessa è un posto che ti riconcilia con l’esistenza. C’è solo quel posto così al mondo, ce l’abbiamo solo noi. In America, in Giappone, in Norvegia, la torre della leonessa non c’è. Volevano metterci dei casoni dentro, l’anno scorso, puntellare la zona di scavo, costruirci non so cosa, un progetto della sovrintendenza generale. Capisce?  Continua la lettura qui La torre della Leonessa. La fortezza è tra le più grandi d’Europa. Scopri anche la curiosa storia dei musulmani di Lucera,  link 1 – link 2

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