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Monte Sant’Angelo – Una vergogna contro il senso esterico della città UNESCO

di Giuseppe Piemontese Ormai la città di Monte Sant’Angelo è alla mercé del cattivo gusto e della “barbarie”, se si permette di installare, proprio di fronte al Santuario di San Michele, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, ben tre bacheche “funebri”, che deturpano in maniera degradante l’intero contesto storico-culturale della Cittadella Micaelica. Bacheche che sembrano uscite da un ambiente cimiteriale, orrende sia nell’aspetto che nella decorazione. Un obbrobrio che solo la mancanza di gusto e di senso estetico può permettere di istallare, lungo la scalinata che porta al complesso monumentale della Tomba di Rotari, della Chiesa di San Pietro e di Santa Maria Maggiore, queste orrende strutture metalliche, che sembrano uscite dall’Inferno dantesco. Una condanna non solo per i proprietari, ma soprattutto per chi ha concesso il permesso di installarle, contravvenendo a qualsiasi regolamento che tuteli la bellezza della città e del Sito Unesco. Una condanna senza appello per il progettista, ma soprattutto per il proprietario, che ha alterato, in maniera irreversibile, il contesto storico-culturale della Cittadella Micaelica.  Questo è un segno di totale mancanza di senso estetico e di salvaguardia delle nostre bellezze culturali, e che trova una totale condanna da parte di tutta la popolazione locale, contro chi altera e tradisce lo spirito di un Sito Unesco, quale è quello del Santuario micaelico. Purtroppo da diverso tempo proponiamo l’adozione da parte dell’Amministrazione di una Carta della Bellezza e di un Regolamento che salvaguardi il decoro urbano della Città, di cui oggi più che mai si sente l’esigenza e la necessità, per tutelare, dai “barbari”, la nostra storia e la nostra cultura. Non è possibile lasciare tutto nelle mani degli incompetenti, che non hanno alcun senso estetico e alcuna cultura che possa tutelare e valorizzare l’anima di un luogo, la sua bellezza, la sua identità.  Oggi più che mai dobbiamo lottare contri

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Domenico Ottaviano scrive a Pecorella: cifre spropositate e professionisti nominati dal Parco mai visti sui trabucchi

Analisi lucida di Domenico Ottaviano. Stefano Pecorella contesto anch’io. Non certo il merito, ma il metodo. I trabucchi del Gargano sono diventati quel patrimonio collettivo di cultura, storia e pesca grazie a chi con grande passione e amore per questi giganti di legno li ha mantenuti in vita per secoli. Da Anni, il Parco che lei presiede a che ha presieduto Gatta in precedenza non ha alzato un solo dito a favore dei trabucchi del Gargano. Il trabucco di Rodi Garganico dato dolosamente alle fiamme merita l’attenzione che gli si deve, ma allo stesso modo lo meritano tutti quei trabucchi sopravvissuti a fatica alla vostra inettitudine. 45.000 euro sono una cifra spropositata per un trabucco che tra le altre cose non potrà mai pescare perché presenta una profondità delle acque insufficiente e che, per la sua posizione, è difficilmente fruibile. Leggendo la lettera aperta che le ha scritto Giovanni Spalatro ho appreso come il Parco abbia incaricato un professionista per fare dei rilievi. Professionista che nessuno dei trabucchi sulla costa ha mai incontrato. La ringrazio per l’encomio a Mimì, ma per la sua memoria, lui che quel trabucco l’ha costruito con suo padre, le chiedo rispetto, merito e trasparenza. Della rinascita dei trabucchi del Gargano che sarà imminente, non si farà una spilletta sulla sua giacchetta pulita, ne stia pur certo. Insomma, è evidente che ormai il Gargano è stanco, la comunità lo urla, aspettiamo la politica.

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L’associazione Trabucchi scrive una lettera aperta al Presidente del Parco Nazionale del Gargano

Delibera lampo quella del Parco Nazionale del Gargano che interviene prontamente per ripristinare il trabucco di Rodi Garganico colpito da un incendio doloso. Il fattaccio pare accettato come normale, omertà. Nessuno, pare, si sia impuntato per trovare la causa e il colpevole e punirlo. Di seguito la lettera dell’associazione trabucchi : Caro Stefano, abbiamo recentemente appreso del finanziamento di ben 45mila euro che il Parco ha deciso di elargire per la ricostruzione del trabucco di Rodi Garganico recentemente andato bruciato. Innanzitutto mi voglio complimentare per l’efficienza dell’ente da te presieduto perchè in soli dieci giorni dall’incendio (doloso) è riuscito a trovare risorse che fino a ieri non ci sono mai state, viste le innumerevoli istanze che la nostra associazione ti presenta ormai da anni senza aver mai ricevuto il benchè minimo aiuto. Davvero complimenti, siete riusciti ad arrivare a tempistiche lampo che neanche gli enti dei paesi virtuosi del nord Europa si sognerebbero. Sembrerebbe poi che di quei 45mila euro, così si legge nella delibera del Parco dello scorso 4 Luglio, 30mila saranno utilizzati per la ricostruzione e 15mila per l’organizzazione di un evento di raccolta fondi per il trabucco stesso. Cioè a dire: 30mila euro (30mila!!) non bastano, quindi se ne devono spendere altri 15mila per un evento che serva a raccoglierne altri e chissà quanti. Quanta grazia. Mi sento però di felicitarmi con chi con cotante somme si occuperà della ricostruzione perchè, così ci aspettiamo, avremo presto sul Gargano un prestigioso trabucco fatto in ciliegio, teak e chissà quali altri legni pregiati. Si, so già cosa dirai: il Parco in passato ha già elargito fondi agli altri trabucchi. Con quei fondi caro Stefano però – quelli dell’era Matteo Fusilli presidente quando il parco era fondatore e nel cda dell’associazione che li gestiva, per intenderci – i trabucchi vennero in

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San Giovanni Rotondo: forti reazioni sul web per l’allestimento curato dalla FITP a Santa Maria Maddalena

Stanno suscitando molto scalpore su Facebook (link 1 / link 2) foto dell’allestimento della Chiesa di Santa Maria Maddalena, in pieno centro storico di San Giovanni Rotondo. Si tratta dell’allestimento di una mostra etnografica a cura della FITP (Federazione Italiana Tradizioni Popolari) all’interno dell’edificio sacro (ora sconsacrato) che da poco ha subito un’importante intervento di restauro. Sorvolando l’ampio dibattito sul riutilizzo di monumenti storici per altre finalità, pratica ormai accettata e spesso auspicata, resta il giudizio negativo sull’inopportunità e sul dubbio gusto dell’intervento di allestimento curato dalla FITP seppure siamo convinti che lo stesso sia di certo stato fatto con passione per la tematica delle tradizioni popolari. Aggiornamento risposta Benito Ripoli : https://facebook.com/Amaraterramia/posts/1155184221190830

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