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Dalla terra della Murgia, 50 anni fa un farmaco anticancro

dal sito centrostudinatura.it La Daunomicina Una ricorrenza che ricorda l´importanza di tutelare la biodiversità. Nicola Montepulciano, responsabile cittadino del WWF Andria ricorda l´importante scoperta avvenuta esattamente mezzo secolo fa e lancia una proposta alle Istituzioni competenti: ‘Sono trascorsi oltre cinquant’anni da quando alcuni ricercatori della Farmitalia- Carlo Erba, (famosa industria di ricerca farmaceutica italiana), isolarono da un campione di terra raccolto a Castel del Monte (Andria), un microfungo chiamato Streptomyces peucetius o Streptomyces coeruleorubidus. Da questo ricavarono un antibiotico ritenuto utile per combattere varie malattie infettive e gli fu dato il nome di Daunomicina, (perché, così si legge, ricavato dal microfungo scoperto in quella parte della Puglia anticamente chiamata Daunia)‘. ‘Ben presto si accorsero che questo antibiotico agiva contro alcune cellule tumorali e avviarono altre ricerche. Concluse le quali fu possibile nel 1963 presentare al mondo un valido farmaco anticancro. Quindi, esattamente cinquant’anni fa. Da questo farmaco, in seguito, se ne ricavò un altro, l’Adriamicina,e poi ancora altri. Fu una gloria della ricerca scientifica italiana. Il 2013 è un anno pieno di ricorrenze e molti hanno cercato di elencare tutte quelle possibili. (Dai 700 anni della nascita di Boccaccio ai 200 di quella di Verdi. Dai cinquant’anni della morte di papa Giovanni XXIII e dai cinquanta dell’uccisione di J. F. Kennedy, si va ai cinquant’anni  della tragedia del Vajont, al primo L. P. dei Beatles, al famoso discorso di M. L. King e via dicendo)’. ‘A noi del WWF Andria piace ricordare il 50° anniversario della presentazione al mondo di questo forte farmaco anticancro, che fu usato in quasi tutto il mondo, Stati Uniti compresi. Lo ricordiamo anche per dire a tutti quanto la natura sia amica dell’uomo purché la si rispetti. Chi poteva immaginare che la nostra Murgia ci avrebbe regalato questo immenso tesoro, che ha contribuito a salvare

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FOTO – Trekking archeologico, la Necropoli di Monte Pucci a Vico del Gargano

di Domenico Sergio Antonacci Oggi vi portiamo sulla Necropoli di Monte Pucci, nel Parco Nazionale del Gargano, un suggestivo sito di interesse storico e naturalistico affacciato al mare che vi farà conoscere un lato nascosto della Montagna del Sole. La necropoli di Monte Pucci si trova lungo la SS89 tra San Menaio e Peschici e precisamente vicino al capolinea della linea delle Ferrovie del Gargano. Conosciuta già dalla fine dell’800 grazie agli studi di uno storico locale, Giuseppe del Viscio, è stata saccheggiata da persone senza scrupoli nel corso degli anni e fino allo scorso anno si trovava in uno stato di abbandono totale tanto da renderne difficile addirittura la localizzazione a causa della fitta vegetazione di macchia mediterranea che copriva le grotte all’interno delle quali si trovano le numerose tombe. Nel 2011 è stato messo in atto il progetto di “Tutela e Valorizzazione storico-archeologico-ambientale della Necropoli Paleocristiana di Monte Pucci” (finanziato con fondi della Regione Puglia –Servizio Beni Culturali-, “Risorse P.O.R. Puglia 2000-2006, FESR Asse II –Risorse Culturali- Misura 2.1” per l’ importo di €. 510 204,0) Le opere di scavo archeologico hanno coinvolto solamente uno dei tantissimi ipogei, quello indicato con il numero 24; all’interno sono state trovate numerose sepolture, tutte senza corredo tranne per una che si è salvata alla mano criminale dei tombaroli. In questa sono stati rinvenuti diversi oggetti in oro ma l’attenzione sicuramente va alle due splendide ampolle di vetro e ad un anello d’oro molto particolare. Infatti in esso c’è l’immagine di Diomede, un dato molto importante che retrodata la prima frequentazione della necropoli dall’età paleocristiana (una forbice tra III e VI sec d.C) ad almeno al II sec. a.C. Ampolle in vetro di fattura ellenistica L’anello con Diomede Si tratta, inoltre, della prima prova materiale legata al culto di Diomede ritrovata sul Gargano;

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Ancora un morto ammazzato tra i boschi del Gargano

La mafia del Gargano uccide ancora? Ucciso con un colpo di pistola alla testa e poi sgozzato. Oppure prima gli hanno tagliato la gola e poi lo hanno finito con una pallottola. Una più approfondita ispezione cadaverica effettuata sul corpo del 64enne Pietro Palena, trovato ormai senza vita nel primo pomeriggio di ieri, nei pressi di una cava in località “Cassano”, a Monte Sant’Angelo, rimescola le carte di una indagine che  –  a detta degli inquirenti – si preannuncia tanto delicata quanto complicata. Continua qui Video del luogo Intanto Foggia batte l’omertà grazie a Internet..ogni tanto un segnale positivo! Vedi il video e il video della conferenza stampa Ragazzini killer a Manfredonia

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Matera, una storia secolare scavata nella pietra

Fonte wikipedia Oggi Laura, del blog di viaggi eDreams, agenzia di viaggi online che offre voli, vacanze e hotel, ci accompagna alla scoperta di Matera. La bellissima città lucana si può raggiungere in autobus, auto o aereo; per raggiungere Matera in aereo, cercate voli per Bari. Se provassimo a confrontarci con il difficilissimo compito di stilare una lista di luoghi (diciamo 100) nel mondo che andrebbero assolutamente visti almeno una volta nella vita, Matera occuperebbe sicuramente un posto in classifica. Non solo per l’oggettiva bellezza, ma per l’unicità di un ambiente che non ha eguali e che vi conquisterà con il suo suggestivo, rustico e poetico fascino. Come diceva Giovanni Pascoli, “delle città dove sono stato, Matera è quella che mi sorride di più, quella che vedo meglio ancora, attraverso un velo di poesia e di malinconia.” E con lui, molti altri artisti sono stati stregati dalla bellezza di questo luogo, riconosicuta anche dall’Unesco che nel 1993 l’ha dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Se state programmando una visita a Matera, vi diamo qualche dritta su quello che non potete assolutamente perdervi. Fonte wikipedia I Sassi A prima vista, il centro storico di Matera appare come un aggrovigliato labirinto di grotte e caverne sotterranee scavate nel tufo, con una storia vecchia più di 7.000 anni, nelle quali sono stati ricavati hotel, ristoranti o dove ancora vivono i materani. Le grotte sembrano aggrapparsi lungo i pendii del vallone Gravina e i diversi strati sovrapposti uno all’altro raccontano di trasformazioni urbane avvenute nel corso dei secoli, quando ai contadini sono succeduti gli artigiani e poi i turisti, un ciclo armonico in cui la roccia si è unita ad altri elementi architettonici senza alterare la costruzione originale. La zona dei Sassi si divide in due grandi Rioni: Sasso Barisano e Sasso Caveoso, separati nel mezzo

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