VIDEO CANCELLATO DA YOUTUBE Un documentario di Antonio Tedesco ed Alessandro Russo, prodotto dal Laboratorio Multimediale ArteFacendo. “Un piccolo omaggio alla memoria dei minatori e al sito minerario di San Giovanni Rotondo nel giorno di SANTA BARBARA. Un breve viaggio nell’archeologia industriale, memoria di un Italia che fondava sul lavoro la dignità dell’uomo.” Breve storia della miniera di Bauxite di San Giovanni Rotondo «Di recentissimo accertamento, almeno nella loro imponenza, che è stata ritenuta tale da qualificarsi i più importanti d’Europa, sono i giacimenti di bauxite nel Gargano […] della portata di queste miniere è stata resa nota in una solenne seduta della Commissione suprema per l’Autarchia» (Ciro Poggiali 1939). In pieno regime fascista, in un piccolo paesino del disperato Sud, appena conosciuto per la presenza di Padre Pio, si diede vita ad un imponente sito minerario gestito dal colosso Montecatini. Il materiale estratto veniva caricato su camion e trasportato al porto di Manfredonia per la successiva spedizione allo stabilimento di Porto Marghera, gestito dalla stessa società per la prima lavorazione del minerale. Dalla bauxite si produce l’alluminio che negli anni trenta veniva utilizzato principalmente per l’industria bellica (aerei), ma anche per produrre mobili, lampade e biciclette. La produzione venne incentivata principalmente per sostituire materiali di cui l’Italia era povera, come il rame e per svincolarsi dalla dipendenza straniera. La scelta governativa di incoraggiare la Montecatini nello sviluppare il giacimento di San Giovanni Rotondo appare difficilmente comprensibile, soprattutto se si considera che il governo stesso aveva vietato nell’ottobre del 1935 l’esportazione della bauxite e, secondariamente, che persino l’ambizioso piano autarchico dell’alluminio, che prevedeva per il 1941 una produzione di metallo pari a 70.000 tonnellate, avrebbe comportato un utilizzo di non più di 280.000 tonnellate circa di minerale, volume produttivo largamente superato dalle miniere istriane già nel 1937 con 386.000 tonnellate