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Unite contro la ricerca di idrocarburi nel Mediterraneo: quattordici associazioni sottoscrivono il patto

Ente nazionale protezione animali (Enpa), Animalisti Italiani, Sea Shepherd conservation society Italy, The Black Fish, Centro studi cetacei, Ketos, Aeolian dolphin research, Centro ricerca cetacei, Comitato parchi Italia, Federazione nazionale Pro Natura, Pro Natura Mare Nostrum, Bottlenose dolphin research institute, Istituto per gli studi sul mare, Lega italiana dei diritti dell’animale e California State University at Northridge. Sono le associazioni che hanno sottoscritto un patto contro le attività di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nel Mar Mediterraneo ed hanno inviato un documento (Ricerca di idrocarburi in Mediterraneo e impatto sull’ecosistema marino e sulla vita dei Cetacei) ai ministeri interessati ed ai principali Enti preposti al monitoraggio del settore marittimo; nel rapporto è possibile leggere che: «da diversi mesi, numerose compagnie e società petrolifere italiane e straniere avanzano istanze per richiedere permessi di ricerca di idrocarburi nei mari italiani, con particolare interesse per l’area del bacino Adriatico e del Canale di Sicilia. Le attività di ricerca di idrocarburi prevedono diverse fasi, ognuna delle quali legata ad un particolare impatto ambientale». La prima fase, quella della prospezione geosismica, prevede, nella la maggior parte dei casi, l’utilizzo di una sorgente energetica ad aria compressa, meglio conosciuta come air-gun, che «genera una violenta onda d’urto che si propaga nel fondale e successivamente viene riflessa, mostrando in questo modo la presenza e la natura di idrocarburi nel sottosuolo». Le associazioni scrivono ne rapporto: «è noto che molte specie appartenenti all’Ordine Cetacea sono particolarmente sensibili a forti emissioni acustiche, quali quelle generate dai sonar militari e dagli air-gun, le quali vanno sommate al rumore di fondo sottomarino e a quello generato dal normale traffico marittimo». Zifii (Ziphius cavirostris) e Capodogli (Physeter macrocephalus) sono tra le specie più sensibili e questo tipo di emissione acustica che può far impaurire e stordire gli animali «sino ad indurli

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In Puglia “arrivano” i boschi didattici

La Giunta regionale ha approvato  lo schema di disegni di legge sui “Boschi didattici della Puglia”.  La legge sarà finalizzata alla valorizzazione del bosco quale elemento fondamentale per lo sviluppo socio-economico sostenibile e per la salvaguardia ambientale del territorio regionale, nelle diverse funzione declinate dal bosco.   Relativamente alla funzione ricreativa e culturale del bosco, si vuole divulgare il bagaglio di conoscenze, esperienze, tradizioni e cultura legate al bosco e poco conosciute soprattutto dalle giovani generazioni e nello stesso tempo, interessare il mondo adulto, contraddistinto da uno stile di vita sempre più lontano dal contatto diretto con la natura.  Obiettivo è, altresì, valorizzare le figure agro-forestali operanti sul territorio e incentivare forme di reddito aggiuntive alle produzioni forestali.  E’ previsto il piano delle attività, articolato attraverso un progetto didattico – divulgativo, che si concretizza in un percorso-natura, con attività di promozione e utilizzo di risorse umane impegnate nella didattica.  La legge mira a completare il processo di divulgazione e conoscenza delle emergenze culturali e ambientali da parte dell’Area Politiche dello Sviluppo Rurale, iniziato con le Masserie didattiche, già visitate da migliaia di ragazzi delle scuole e presentate alle fiere internazionali come buone pratiche della Regione.  “Estendiamo proprio l’esperienza molto positiva delle masserie didattiche – spiega l’assessore alle Risorse Agroalimentari, Dario Stefàno – ad un’altra componente importante della nostra storia ambientale: i boschi. L’obiettivo è di trasferire alle giovani generazioni la storia degli antichi mestieri e delle sapienze che nei secoli hanno curato i boschi, tutelando l’ambiente e traendone fonti di sostentamento”. 

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San Giovanni Rotondo entra nella rete di Decoro Urbano

Parlammo dell’App DecoroUrbano due volte nei mesi precedenti (qui………….e qui) Oggi il Comune di San Giovanni Rotondo ha emanato un comunicato stampa nel quale comunica (scusate la “ridondanza lessicale”) che la cittadina è entrata a far parte della rete dei comuni aderenti all’iniziativa; oltre che ad esserne felici e complimentarci con l’amministrazione ci piace pensare che è stato raccolto il nostro appello a fine post “Se vi piace non mancate di proporlo anche ai vostri rappresentanti comunali”.

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Conosciamo la città di Bari, il nostro capoluogo

Cattedrale di San Nicola La Puglia è da sempre una delle mete più gettonate per le vacanze estive: una terra splendida a cui non manca nulla, dal mare cristallino all’idilliaca natura al patrimonio storico. Spesso però, si tende a trascurare la città più grande di questa regione. Per conoscere un po’ più da vicino i segreti che racchiude, il blog di viaggi di eDreams, agenzia di viaggi online che propone voli low cost, hotel e pacchetti turistici, oggi ci porta alla scoperta di Bari.  Nono comune italiano per popolazione e primo della regione con 700.000 abitanti, Bari sorge su un’ampia conca, tra il mare Adriatico e il fiume Ofanto, tra i territori della Daunia e quelli della soglia messapica, oggi fortemente urbanizzata. Famosa per essere la città dove riposano le reliquie di San Nicola, il suo punto forte è sicuramente Bari Vecchia, il borgo antico dalla tradizione millenaria: un susseguirsi di chiese, testimonianze storiche e scorci caratteristici. Qui si trovano anche i tre monumenti più importanti della città: la Basilica di San Nicola, la Cattedrale di San Sabino e il Castello Svevo.  La Basilica di San Nicola, probabilmente il simbolo più conosciuto della città, è uno splendido esempio di architettura romanica pugliese; fu costruita tra il 1087 e il 1197 per custodire le reliquie di San Nicola, trafugate da Myra da alcuni marinai baresi. San Nicola infatti fu vescovo proprio a Myra, in Turchia, e forse non tutti sanno che fu lui a dare origine alla leggenda di Santa Claus. Si narra che Nicola, dopo aver sentito parlare di un ricco uomo decaduto che voleva avviare le sue tre figlie alla prostituzione perché non poteva farle maritare decorosamente, abbia preso una buona quantità di denaro e, di notte, l’abbia gettato nella casa dell’uomo per due notti; la terza notte avrebbe

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