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Dopo Nespoli anche l’astronauta Parmitano fotografa il Gargano dallo spazio

E dopo averlo “stressato” su facebook e twitter anche Luca Parmitano (dopo Paolo Nespoli) ci regala una foto del Gargano dall’ISS. Sono ben visibili Vieste (in basso nella foto), la testa del Gargano (estremità orientale del promontorio), Mattinata (in alto nella foto) e la foresta Umbra (il nostro cuore verde). Sergio Cascio su facebook aggiunge: “La zona la conosce bene visto che e’ stato un pilota da caccia al 32°Stormo dell’Aeronautica di Amendola…un doppio orgoglio per noi!“ Credit ESA/NASA Aggiornamento: Peter Caltner, curatore dell’archivio fotografico Esa/Nasa, ce ne ha mandate altre due di Parmitano ma questa volta non pubblicate su facebook/twitter/flickr quindi INEDITE: Credit ESA/NASA Credit ESA/NASA Ancora aggiornamenti durante la giornata. Stamattina Luca ha caricato altre due foto: Credit ESA/NASA Credit ESA/NASA Vedi anche L’astronauta Nespoli fotografa il Gargano Foto dallo spazio dal 1973 ad oggi

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Il gigante della Foresta Umbra monumento nazionale del Regno dei Borbone

[…] Un gigantesco acero bianco, patriarca degli alberi della foresta, venne dichiarato dai Borboni monumento nazionale per la sua maestosità. Al tronco portava inciso l’emblema: il delfino con la mezzaluna in bocca. Fu venduto nel 1870 per 175 lire a un boscaiolo e un disco del tronco fu conservato nel Museo Agrario di Roma. Lo si può ancora ammirare. […] da Il Gargano, Anno II – N7-28 Luglio 1951 Non ho trovato altre notizie a riguardo ma ricordo di aver letto di un ricco politico che fece tagliare un “gigante” della foresta del gargano per farsi intagliare una scrivania per il suo ufficio di Roma. Al momento non riesco a ritrovare il documento quindi non so dire se si trattasse dello stesso albero o no. Domenico S. Antoncci

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La mafia sociale, il nuovo libro del procuratore Domenico Seccia

Qualche anno fa abbiamo organizzato una presentazione del primo libro di Seccia, “La Mafia Innominabile“. Adesso il procuratore di Lucera torna con un nuovo lavoro. Perché nessuno parla della mafia di Capitanata? «Perché – come scrive Seccia – qui non vi è stata alcuna rivoluzione dei lenzuoli. Qui si continua a dire che non vi è alcuna infiltrazione mafiosa. Tutti dicono ‘qui’ e non ‘da noi’ e forse anche questo vuol dire qualcosa. La mafia rende tutto cenere. Se soffi sulla cenere non c’è nulla in essa che opponga resistenza per non volarsene via. Rendere cenere ogni cosa è la sua forza. Dove vi è cenere non vi è più nulla. Non c’è Stato. Non c’è sviluppo. Tutto è così come è. Immutabile». Un’anteprima Leggi altro qui  Acquista La mafia innominabile, una nostra breve recensione

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Documentario: Carmine Crocco, dei briganti il Generale

di Domenico S. Antonacci 108 anni fa, nel 18 giugno 1905, muore il brigante Carmine Crocco dopo 41 anni di carcere e lavori forzati. Un personaggio, nel bene e nel male, tra i più importanti della storia dell’Unità d’Italia. Non voglio esprimermi sulle ragioni di una e dell’altra parte, (Regno Borbonico e Savoia), sarebbe troppo complesso e rischierei di affrontare l’argomento in maniera semplicistica, per cui consiglio la visione di questo documentario; magari non sarete d’accordo con tutto però è un bel prodotto. Carmine Crocco, dei briganti il Generale Documentario del 2008, di Antonio Esposto, pugliese, e Massimo Lunardelli, piemontese. Interviste a Nigro, Romano, Proto ed altri. Accompagnati dai pastori di Rapolla (Pz) alla ricerca, sul Vulture, di nascondigli e tracce di briganti. Fummo calpestati, noi ci vendicammo…… Leggi anche il diario di Crocco La prego perciò illustrissimo signor….. di non mettere da parte questo mio scartafaccio; esso ben corretto, da colui che ha il dono della scienza e delle lettere, diverrà se non dilettevole, di certo interessante e meritevole di esser letto. Mi siano perdonate le parole improprie e sconvenienti, le prime sono da attribuirsi alla mia scarsa cultura, le seconde al mio sentito dolore, e prego correggere in modo ch’esse non offendono la dignità della stampa. Non è desiderio di trasmettere ai posteri il ricordo delle fatte uccisioni che mi spinge a pregarla di stampare questo mio scritto. Noi oggi leggiamo gli scritti di secoli remoti e dalla narrazione dei fatti avvenuti si traggono ammaestramenti avvenire; chi nol sa che fra mille anni questi miei scarabocchi possano servire a qualche cosa, che ora noi neppure pensiamo. Che sorga qualcuno, fra tanto crescente progresso intellettuale, che comprenda quello che io cercavo, e facendo la storia del duemila e duecento circa uomini scannati per uno solo, trovi un efficace rimedio

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